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NEL MAGICO MONDO DI TRUMP, LA VERITÀ È UN PUNTO DI VISTA – MENTRE I MERCATI DI TUTTO IL MONDO CROLLANO E WALL STREET BRUCIA MIGLIAIA DI MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE, IL TYCOON RACCONTA MENZOGNE AI SUOI ELETTORI: “NON C’È INFLAZIONE E GLI STATI UNITI STANNO INCASSANDO MILIARDI DI DOLLARI” – LA BANCA AMERICANA, JP MORGAN, LO SBUGIARDA IN DIRETTA: “I DAZI FARNNO SALIRE I PREZZI E LA CRESCITA DEL PIL RALLENTERÀ…” - ANCHE PER LA CINA SONO GUAI: SECONDO GOLDMAN SACHS, RISCHIA LO 0,7% DEL PIL...

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Dazi, Trump: “Non c’è inflazione e guadagniamo miliardi al giorno”

Estratto da www.repubblica.it

JAMIE DIMON - DONALD TRUMP

 

“I prezzi del petrolio sono in calo, i tassi di interesse sono in calo (la lenta Fed dovrebbe tagliare i tassi!), i prezzi dei prodotti alimentari sono in calo, non c'è inflazione e gli Stati Uniti, da tempo maltrattati, stanno incassando miliardi di dollari a settimana dai Paesi che abusano delle tariffe doganali già in vigore”.

 

Lo scrive Donald Trump su Truth, appena prima dell’apertura di Wall Street, dopo un lunedì nero ch in Europa ha mandato in fumo quasi mille miliardi di dollari in poche ore. “Questo – scrive ancora - nonostante il fatto che il più grande abusatore di tutti, la Cina, i cui mercati stanno crollando, ha appena aumentato i suoi dazi del 34%, in aggiunta alle sue tariffe ridicolmente alte da lungo tempo, non riconoscendo il mio avvertimento di non fare ritorsioni.

 

donald trump - forza dazio - immagine generata dall intelligenza artificiale

Hanno guadagnato abbastanza, per decenni, approfittando dei buoni vecchi Stati Uniti! I nostri “leader” passati sono da biasimare per aver permesso che questo, e molto altro, accadesse al nostro Paese. Make America Great Again!”.

 

DIMON (JP MORGAN), RISOLVERE PRIMA POSSIBILE TEMA DEI DAZI

(ANSA) - Il ceo di Jp Morgan Jamie Dimon chiede di risolvere "il prima possibile" la questione dei dazi per via degli effetti che rischia di produrre sull'economia e delle molte "incertezze" che genera e definisce "disastrosa" una "frammentazione" del sistema delle alleanze Usa, a partire dall'Europa.

 

"Quanto prima si risolve questo problema, tanto meglio è perché alcuni degli effetti negativi aumentano cumulativamente nel tempo e sarebbero difficili da invertire", avverte nella lettera agli azionisti della banca. "Mantenere le nostre alleanze unite, sia militarmente che economicamente, è essenziale", aggiunge Dimon.

 

JPMORGAN, 'I DAZI USA SPINGERANNO I PREZZI E IL PIL FRENERÀ'

americani si precipitano a fare acquisti dopo i dazi

(ANSA) - Per il ceo di JPMorgan, Jamie Dimon, i dazi di Trump faranno salire i costi sia delle merci prodotte in Usa che dei prodotti importati, pesando sull'economia americana. Nella lettera agli azionisti, Dimon ha parlato dell'annuncio del presidente Trump del 2 aprile: "Qualunque sia l'opinione sui motivi legittimi alla base dei nuovi dazi annunciati e, naturalmente, ce ne sono alcuni, o sul loro effetto a lungo termine, positivo o negativo, è probabile che ci siano effetti significativi nel breve termine".

 

DAZI - IL PIANO ANNUNCIATO DAGLI STATI UNITI

Per il ceo "è probabile che si verifichino effetti inflazionistici, non solo sui beni importati, ma anche sui prezzi interni, poiché aumentano i costi dei fattori produttivi e la domanda di prodotti nazionali". Ora "resta da vedere se l'insieme dei dazi porterà a una recessione, ma di certo rallenterà la crescita", ha aggiunto. I mercati, ha poi concluso, "sembrano prezzare gli asset presumendo che l'economia continuerà ad avere un 'atterraggio morbido', ma non ne sono così sicuro".

 

GOLDMAN SACHS, LA CINA RISCHIA LO 0,7% DI PIL DAI DAZI USA

(ANSA) - Goldman Sachs stima di aspettarsi "un'accelerazione significativa" della Cina sulle misure di allentamento fiscale per compensare le nuove difficoltà alla crescita emerse con i dazi aggiuntivi al 34% annunciati dagli Stati Uniti la scorsa settimana, superiori alle aspettative.

 

xi jinping donald trump

La banca d'affari americana, in un rapporto diffuso domenica, ha ipotizzato un impatto di "almeno lo 0,7%" in meno sul Pil di Pechino per il 2025. "Prima dei dazi, la crescita stava procedendo al di sopra delle nostre previsioni e stavamo contemplando una revisione al rialzo delle relative aspettative sul Pil per il 2025", ha rimarcato Goldman Sachs.

 

Goldman ha sottolineato la portata di un commento del 6 aprile apparso sul Quotidiano del Popolo che accennava ad azioni di politica monetaria e ad altre misure che la Cina potrebbe adottare.

 

xi jinping

"In base all'evoluzione della situazione, c'è ampio margine di adeguamento negli strumenti di politica monetaria come i tagli al coefficiente di riserva obbligatoria e le riduzioni dei tassi di interesse, che possono essere introdotti in qualsiasi momento", ha affermato la testata che è la voce del Partito comunista cinese, sottolineando una possibile e ulteriore espansione dei deficit fiscali, di obbligazioni speciali e di titoli del Tesoro speciali.

 

Gli analisti della banca d'affari, inoltre, hanno affermato in un rapporto separato, diffuso sempre domenica, di aver mantenuto le previsioni di crescita del Pil della Cina per cinese il 2025 al 4,5% a causa di dati del primo trimestre migliori del previsto e di maggiori attese di allentamento delle politiche, ma ha ridotto le sue previsioni di crescita degli utili per l'anno al 7% dal 9% precedente

 

Canarini nella miniera delle tariffe di Trump

Traduzione di un estratto dell’articolo del “Wall Street Journal”

 

DONALD TRUMP E IL CROLLO DELL ECONOMIA - VIGNETTA ITALIA OGGI

Domenica i mercati dei futures lasciavano presagire ulteriori perdite per lunedì, dopo due giornate di ribassi straordinari. In condizioni normali ci si aspetterebbe almeno un rimbalzo, anche se solo un “rimbalzo del gatto morto”, dopo vendite così massicce. Ma ci sono segnali precoci – i cosiddetti “canarini nella miniera” – che lanciano un allarme sulle prospettive economiche.

 

Il primo canarino è rappresentato dal peggior crollo del mercato dei junk bond (obbligazioni ad alto rischio) dal 2020, l’anno della pandemia. Il premio che gli investitori richiedono per detenere debito societario ad alto rischio è salito di un punto percentuale, al 4,5%, a fine della scorsa settimana, dopo l’offensiva tariffaria di Trump, secondo l’indice ICE BofA.

 

Nella migliore delle ipotesi, è il segnale che gli investitori stanno cercando coperture rispetto al rischio economico. Nella peggiore, è un sintomo di timore che i dazi e le loro conseguenze possano provocare insolvenze.

 

jamie dimon judith kent cena di gala alla casa bianca

Il Segretario al Tesoro Scott Bessent desiderava un rendimento più basso sul decennale USA, e ora ce l’ha. Ma quel rendimento può calare tanto per aspettative su un’inflazione più bassa quanto per un rallentamento della crescita. Speriamo che qualcuno al Tesoro stia osservando con attenzione il mercato del debito corporate.

 

Il secondo canarino è la fuga dal dollaro statunitense. In genere, nei momenti di incertezza, gli investitori si rifugiano in asset sicuri, e questo significa solitamente il dollaro. Stavolta, però, il biglietto verde è sceso rispetto all’euro, allo yen e alla sterlina. Venerdì c’è stato un parziale rimbalzo, ma un ulteriore indebolimento del dollaro sarebbe un altro segnale negativo.

 

INFLAZIONE

Il terzo canarino è il cambiamento di rotta a Wall Street sulle probabilità di recessione. Gli analisti di Evercore ISI considerano i dazi «un freno sostanziale» alla crescita. Hanno abbassato la loro previsione di crescita del PIL per quest’anno all’1% e alzato al 40% la probabilità di una recessione nel 2024.

 

Gli economisti di JPMorgan prevedono ora una recessione, seppur lieve, con una contrazione dello 0,3% e un tasso di disoccupazione in aumento dal 4,2% di marzo al 5,3%. […] ignorare i segnali che arrivano dai mercati, per chi fa politica economica, è sempre un rischio.

SONDAGGIO CBS SU TRUMP, DAZI E INFLAZIONEil castello errante di howl vignetta by emiliano carli il giornalone la stampa elon musk donald trump