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OPS, INTESA HA IL 98,9% DI UBI E QUINDI VIAGGIA VERSO IL DELISTING SENZA RISCHIARE DISPETTI DEI VECCHI AZIONISTI DI BRESCIA E BERGAMO - I TERMINI DOVREBBERO ESSERE RESI PUBBLICI IL 15 SETTEMBRE: L'IDEA È DI CONCLUDERE LA PROCEDURA DI ''SQUEEZE OUT'' PER L'ASSEMBLEA, INDICATA A METÀ OTTOBRE, PER LA NOMINA DEL NUOVO CDA - ALLA FUSIONE SI ARRIVERÀ POI AD APRILE, CON L'ASSEMBLEA DI APPROVAZIONE DEL BILANCIO

 

Da ''Il Sole 24 Ore''

 

L'offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi arriva a sfiorare la soglia del 99%. Al termine del sell out (il periodo di offerta obbligatoria sulle azioni non consegnate all'Opas scattato lo scorso 24 agosto e terminato ieri), il gruppo guidato da Carlo Messina è passato dal 90,2 al 98,9 per cento del capitale di Ubi (raccogliendo 90,691 milioni di azioni residue) superando così abbondantemente la soglia del 95 per cento.

UBI BANCA

 

Si tratta di un traguardo importante, perché consente ora di procedere direttamente al delisting attraverso la procedura di squeeze out: Intesa avrà la facolta di comprare unilateralmente le azioni rimaste, allo stesso prezzo e condizioni dell'Opas (concambio di 1,7 azioni più corrispettivo di 0,57 euro in contanti) oppure gli azionisti, se lo vorranno, potranno richiedere il corrispettivo cash di 3,539 euro per azione. Per quanto riguarda invece l'offerta obbligatoria di questi ultimi giorni, che si è conclusa con l'adesione dell'80,738 per cento dei titoli sui quali valeva, buona parte dei soci Ubi hanno venduto in cambio di azioni Intesa piuttosto che del contante (87,853 milioni di azioni residue contro 2,837 milioni).

 

In ogni caso, per arrivare a raggiungere il cento per cento di Ubi, Intesa aveva calcolato un esborso nell'ordine dei 360 milioni di euro. Il delisting, ovvero l'addio definitivo del titolo Ubi Banca a Piazza Affari, avverrà al termine dello squeeze out. La tempistica per l'acquisto da parte di Intesa dell'1,1 per cento rimanente del capitale di Ubi sarà da concordare con Borsa Italiana e Consob con una «procedura congiunta». I termini dovrebbero essere resi pubblici il 15 settembre: l'idea è di concludere la procedura comunque in tempo utile per l'assemblea, indicata a metà ottobre, per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione.

 

carlo messina

Alla fusione con una controllata totale come sarà Ubi, della quale Intesa avrà il 100%, si arriverà poi ad aprile, con l'assemblea di approvazione del bilancio. L'integrazione richiederà un po' meno carte e non si porrà il rischio che per la nomina del board a ottobre vengano presentate liste di minoranza, consentite dallo statuto solo per azionisti con almeno l'1% del capitale. Entro fine anno, una volta insediato il nuovo consiglio di amministrazione espressione di Intesa Sanpaolo, verrà anche definito il ramo di azienda (con le 532 filiali individuate su indicazione dell'Antitrust per distribuzione territoriale e masse gestite) che passerà a Bper.

 

Al termine dell'Opas - Intesa si è avvalsa di Morrow Sodali come advisor in qualità di global information agent - dalla fusione ora si avvia a nascere il settimo gruppo bancario dell'Eurozona, con cinque miliardi di euro di utili: anche se la grandezza deriva dalle dimensioni tricolori, visto che Intesa Sanpaolo non ha attività di elevate dimensioni al di fuori dell'Italia. Intesa Sanpaolo era già la prima banca italiana per capitalizzazione e per massa gestita, mentre Ubi era nella top-five.ù

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