DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Leo Sisti per l’Espresso
mossack (sinistra) fonseca (destra)
Erano entrati all’Avesa Building, sede della procura anticorruzione di Panama, poco prima delle quattro del pomeriggio di giovedì per essere interrogati. Sette ore dopo, verso le 11 di sera, Ramon Fonseca e Jurgen Mossack, titolari dello studio legale Mossack Fonseca al centro dello scandalo Panama Papers scoppiato nella primavera del 2016, sono stati portati in una cella di Ancon, un sobborgo di Panama City: in stato di arresto.
È finita così una giornata di tensioni, culminata nel raid della polizia panamense nel palazzo di Arango Orillac Building, in Calle 54 Este, quartier generale di Mossack Fonseca, là dove sono custoditi più di 11 milioni di documenti riguardanti le offshore create dai due avvocati in una ventina di paradisi fiscali di tutto il mondo. Ma la detenzione provvisoria dei due avvocati non è collegata ai Panama Papers, bensì a un’indagine che sta scuotendo il Brasile da più di due anni, fino a coinvolgere l’ex presidente della Repubblica Luis Ignacio Lula de Silva.
Nome in codice "Lava Jato" (autolavaggio), è la Mani pulite carioca, un fiume di tangenti che ruota intorno all’ente petrolifero statale Petrobras. E che sono state pagate dal colosso di engineering e costruzioni di Bahia Odebrecht per spuntare, tra il 2000 e il 2014, ricchi appalti.
Riciclaggio: è l’accusa mossa nei confronti di Mossack e Fonseca, che si difendono dicendo: “Mossack Fonseca non ha nessun rapporto con Odebrecht, né con nessun’altra società connessa a Lava Jato”. È un fatto però che nel gennaio 2016 Ricardo Onorio Neto e Renata Pereira Brito, due funzionari di Mossack Fonseca, sono stati messi in carcere in Brasile.
Non solo. Il blitz del 9 febbraio all’Arango Orillac Building è stato eseguito in seguito all’arresto di Nerci Warken a San Paolo. Di chi si tratta? Di una signora che risulta proprietaria di un appartamento presso il condominio “Solaris”, intestato però alla Murray Holding, una offshore nata proprio a Panama presso Mossack Fonseca.
Sarà un caso, ma anche l’ex presidente Lula dispone di un’abitazione nell’immobile “Solaris”. Il sospetto degli investigatori è che la Murray Holding sia stata usata come schermo per nascondere proprio operazioni di riciclaggio. Un sospetto reso ancora più pesante da una dichiarazione del procuratore brasiliano Carlos Fernando dos Santos Lima: la signora Warken sarebbe soltanto un “burattino”, perché priva di risorse finanziarie che giustifichino il possesso di una offshore e di un appartamento: “Stiamo cercando di capire chi c’è dietro lei, dal momento che non ha nemmeno i documenti per poter viaggiare all’ estero”.
Ma c’è di più. Oltre alla Murray Holding altre offshore, sempre targate Mossack Fonseca, compaiono in Lava Jato. Come Milzart Overseas Holding, controllata da un ex amministratore di Petrobras, nonché Backspin Management, Daydream Properties Ltd, Tropez Real estate e Dole Tec Inc, tutte vicine a un imprenditore già condannato nell’inchiesta brasiliana.
In una conferenza stampa Kenia Porcell, ministro della giustizia di Panama, ha lanciato un j’accuse contro Mossack Fonseca: in base alle informazioni raccolte, lo studio dei due legali sarebbe “un’organizzazione criminale dedita a occultare patrimoni e denaro di dubbie origini”.
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