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PANICO SOTTO LA MOLE – LA DOPPIA TEGOLA ALLA FONDAZIONE CRT: L’APERTURA DELL’INCHIESTA PER PATTO OCCULTO PER I SETTE CONSIGLIERI CHE HANNO RIBALTATO LA POLTRONA DI PALENZONA E L’ARRIVO DEGLI ISPETTORI DEL MEF - E LA NOMINA DI ANNA MARIA POGGI COME PRESIDENTE FINISCE NEL CESTINO INSIEME AI SOGNI DI GLORIA DELLA COPPIA VIETTI-BIMA – IL COMMISSARIAMENTO È QUASI INEVITABILE: SE NON SARÀ GIORGETTI A PROCEDERE, ARRIVEREBBE AUTOMATICAMENTE IN CASO DI MANCATA NOMINA DEL SUCCESSORE DI PALENZONA ENTRO IL 7 GIUGNO…

1. PATTO OCCULTO CRT, SETTE INDAGATI IL MEF INVIA A TORINO GLI ISPETTORI

Estratto dell’articolo di Giuseppe Legato e Claudia Luise per “La Stampa”

 

FABRIZIO PALENZONA - MAURIZIO IRRERA - CATERINA BIMA - DAVIDE CANAVESIO - ANNA MARIA DI MASCIO - ANTONELLO MONTI

L'accelerazione era nell'aria ed è arrivata ieri: da Roma il ministro Giorgetti decide di inviare gli ispettori del Ministero dell'Economia e delle Finanze configurando un passo avanti verso il commissariamento della Fondazione Crt.

 

Contemporaneamente, da Torino, la procura dà seguito al fascicolo aperto per l'esposto presentato dall'ex segretario generale sfiduciato, Andrea Varese, e iscrive sette consiglieri della Fondazione nel registro degli indagati. Due filoni diversi, ma che procedono allineati […].

 

«Credo che sia necessario approfondire in modo serio anche le ultime situazioni. Anche gli approfondimenti, che ha deciso di fare la magistratura, impongono questo tipo di approccio» dice Giorgetti confermando l'invio degli ispettori ministeriali che dovrebbero arrivare già oggi, dopo l'analisi dei documenti inviati al Tesoro in seguito alle dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona.

 

C'è solo un precedente di questo tipo, quello della Fondazione Banco di Napoli nel 2018 che, dopo le ispezioni, è poi stata commissariata. Un'indicazione che lascia presagire quale potrebbe essere lo sviluppo futuro […]: «[…] Non è direttamente una conseguenza ma è un dato oggettivo» aggiunge Giorgetti.

 

fabrizio palenzona

Anche l'altra svolta, quella giudiziaria, è di ieri mattina quando i militari del Nucleo di Polizia economica della Guardia di Finanza di Torino si sono presentati alla porta di casa di sei consiglieri del cdi della Fondazione Crt e di un membro del cda. Perquisizione e contestuale avviso di garanzia per Corrado Bonadeo, Paolo Garbarino, Gianluca Gaidano, Michele Rosboch, Davide Franco, Elisabetta Mazzola e Antonello Monti (quest'ultimo l'unico componente del Cda). L'accusa è interferenza illecita sull'assemblea.

 

Tutto ruota intorno all'ormai noto "patto occulto" proposto da Bonadeo, quando ancora sedeva nel consiglio di indirizzo, che prevedeva obblighi di consultazione preventiva al fine di garantire una stabile maggioranza e la stessa unità di intenti tra gli organi di governo della fondazione.

 

giancarlo giorgetti foto mezzelani gmt022

Un patto in cui si legge: «Le parti si impegnano e obbligano reciprocamente a tenere confidenziale e riservato il contenuto della scrittura privata (quindi del patto, ndr)...e i contenuti delle riunioni periodiche effettuate». Un accordo che avrebbe dovuto coinvolgere membri, quindi, sia del cda sia del cdi tanto che proprio Monti viene indicato come referente dei "pattisti" nel consiglio di amministrazione.

 

Nel dettaglio i finanzieri e il procuratore aggiunto Marco Gianoglio […] contestano la violazione di un articolo del codice civile che punisce - con una pena fino a un massimo di 3 anni - chiunque, «con atti simulati o fraudolenti, determina la maggioranza in assemblea, allo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni».

 

ANNA MARIA POGGI

[…] L'inchiesta si poggia su due distinti esposti, uno depositato a Roma […] redatto dal Mef dopo aver ricevuto la segnalazione di Palenzona e l'altro da Varese che si è rivolto ai magistrati torinesi. E tutto ruota intorno alla riunione clandestina, avvenuta prima del cda del 19 aprile, che poi ha portato alla sfiducia di Varese. È proprio Monti l'ago della bilancia: con Davide Canavesio, Anna Maria Di Mascio e Caterina Bima decide di votare contro il segretario rimangiandosi il sostegno che fino a poco prima aveva garantito a Palenzona.

 

2. IN BILICO LA NOMINA DI POGGI ALLA PRESIDENZA A RISCHIO DECADENZA L'INTERO CONSIGLIO

Estratto dell’articolo di Cla. Lui. per “La Stampa”

 

 

vietti bima

Cosa succede ora alla Fondazione Crt? In teoria venerdì si sarebbe dovuto votare ufficialmente Anna Maria Poggi alla presidenza dell'ente di via XX Settembre a Torino ma è difficile che ciò avvenga nonostante al momento resta convocato il consiglio di indirizzo per quella data. Questo per due motivi. Innanzitutto perché cinque dei sette indagati (Paolo Garbarino, Gianluca Gaidano, Michele Rosboch, Davide Franco ed Elisabetta Mazzola) fanno parte anche del nuovo consiglio di indirizzo. E poi perché in queste ore la stessa Poggi starebbe valutando l'opportunità di rallentare il suo incarico, vista l'ombra del commissario che incombe sulla Fondazione Crt.

 

 

michele vietti foto di bacco foto di bacco

[…] Ma è molto probabile che i cinque consiglieri siano costretti a dimettersi o possano decadere automaticamente. Lo imporrebbe l'articolo 4 secondo comma lettera L del "Fit and Proper", e cioè la "Guida alla verifica dei requisiti di professionalità e onorabilità" di esponenti bancari (valida anche per le fondazioni) emanato dalla Banca Centrale Europea. In pratica, la Fondazione Crt dovrebbe verificare se permane il criterio di onorabilità e di fiducia nei confronti degli indagati ma con il fascicolo della procura aperto proprio questi aspetti sono messi in dubbio.

 

ANNA MARIA POGGI

La conseguenza, però, è che con il cdi monco, anche se si volesse, non si potrebbe procedere all'elezione del presidente. E tutto il nuovo consiglio d'indirizzo rischierebbe di tornare dal via ripartendo, probabilmente, dalle terne indicate dagli enti designanti.

 

C'è anche un altro timore che incombe. Lo statuto […] impone un limite di un mese per sostituire il presidente: Palenzona si era dimesso il 23 aprile, quindi già si sarebbe dovuto decidere il 23 maggio. Dal Tesoro è arrivato il via libera a una proroga fino al 7 giugno, non oltre. In teoria, se non si andasse avanti, il cdi sarebbe inadempiente e questo potrebbe diventare automaticamente un motivo per il commissariamento.