RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Roberto Mania per “la Repubblica”
«Mi devono buttare fuori dalla sfida. Poi dovranno spiegarne le ragioni a tutti gli iscritti a Confindustria ». Licia Mattioli si sfogava così ieri sera con i suoi più stretti collaboratori dopo aver incontrato i tre saggi (Andrea Bolla, Maria Carmela Colaiacovo e Andrea Tomat) al termine della consultazione della base degli industriali per la scelta del prossimo presidente di Viale dell' Astronomia.
Mattioli, imprenditrice orafa piemontese, attuale vicepresidente, è una dei due candidati rimasti in gara per succedere a Vincenzo Boccia. L' altro è Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda (l' associazione territoriale di Milano, Monza, Brianza e Lodi).
I saggi hanno chiesto alla Mattioli di fare un passo indietro per lasciare campo libero a Bonomi che ha ottenuto un consenso molto più ampio. Dei 180 voti disponibili nel Consiglio generale circa 100 sarebbero per Bonomi e una settantina per Mattioli. Un divario importante ma non tale da escludere - statuto confindustriale alla mano - il concorrente piazzatosi in seconda posizione.
Domani, d' altra parte, Bonomi e Mattioli avranno l' ultima occasione per strappare voti all' avversario quando illustreranno i rispettivi programmi ai membri del Consiglio generale che il 26 marzo dovrà designare con voto segreto il trentunesimo presidente della Confindustria. Sarà poi l' assemblea generale di maggio ad eleggerlo formalmente per il prossimo quadriennio.
I tre saggi hanno giustificato la loro richiesta con motivazioni formali, da una parte, e politiche, dall' altra. Dunque il consenso espresso oralmente, negli incontri con i saggi, dalle strutture territoriali e di categoria nei confronti di Mattioli non sarebbe stato accompagnato da lettere formali. Mattioli chiederà ai suoi sostenitori l' invio delle lettere alla commissione dei saggi.
Ma c' è anche un aspetto politico: secondo i saggi la Confindustria dovrebbe evitare divisioni in una fase così grave per l' intero Paese. Da loro è arrivato un appello (forse un po' maldestro) all' unità dell' organizzazione a scapito però delle regole democratiche interne. Per questo Mattioli non ha ceduto.
Bonomi sembra, dunque, a un passo dalla vittoria. Eppure le perplessità di questa scelta si allargano, anche in settori finora favorevoli al presidente di Assolombarda. In molti pensano che, in una fase completamente diversa da quella in cui è cominciata la corsa per la conquista del settimo piano di Viale dell' Astronomia, servirebbe una figura diversa: più carismatica, più forte sul piano politico, espressione più della grande impresa globalizzata che della piccola, flessibile e innovativa sì, ma poco capace di pesare e incidere nelle decisioni politiche.
Da qui le voci di una richiesta a Marco Tronchetti Provera, ad di Pirelli, di scendere in campo. Ipotesi smentita nettamente dal diretto interessato ma che ancora in molti rilanciano. Infine Andrea Illy, fuori dalla contesa, si è detto pronto a dare il suo «contributo di idee» al prossimo presidente «per affrontare una contingenza straordinaria come quella che stiamo vivendo».
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