DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1- IL PIÃ AMAREGGIATO PER L'ENDORSEMENT DI CALTARICCONE SU MAURO MORETTI SINDACO DI ROMA Ã LUIGINO ABETE
Luigino Abete ha ripreso a sudare.
Il fenomeno si è manifestato in maniera più copiosa del solito ieri mattina quando ha letto l'intervista di Francesco Gaetano Caltagirone sul "Financial Times" in cui" l'ottavo re di Roma" ha lanciato la candidatura di Mauro Moretti al Campidoglio.
Le parole di Caltariccone hanno letteralmente spiazzato i numerosi candidati che aspirano a raccogliere l'eredità disastrosa del sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno verso il quale il Calta ha avuto parole durissime.
Nella sua infinita miseria Dagospia aveva capito che nemmeno la candidatura di Alfio Marchini, il "beautiful" appoggiato dall'Opus Dei e dalle truppe di "Comunione & Fatturazione", avrebbe scosso nonostante lunghi anni di familiarità la scorza impenetrabile del padrone del "Messaggero", ma la sorpresa per l'endorsement in favore del capo delle Ferrovie ed ex-sindacalista Cgil è stata davvero grande. "L'ingegnere Moretti - ha dichiarato Caltariccone al quotidiano inglese - è una straordinaria risorsa di questo Paese. Qualora decidesse di mettersi in gioco, come mi auguro, sarebbe una bellissima notizia".
Soltanto gli uscieri che lavorano nel palazzo-obitorio delle Ferrovie dello Stato hanno accolto la benedizione del Calta con esultanza perché l'eventuale nomina a primo cittadino della Capitale riporterebbe un po' di armonia e farebbe calare il tono delle urla che quasi ogni giorno attraversano le porte di Moretti. D'altra parte loro sanno che ad aprile scade il terzo mandato al vertice delle Ferrovie e che il 59enne manager di Rimini ha sempre avuto ,come il fratello, una particolare passione per la politica.
Finora è riuscito a soddisfarla con la carica di sindaco che i cittadini del piccolo comune di Mompeo gli hanno affidato, ma questa medaglietta è troppo piccola per soddisfare le ambizioni di un uomo che è riuscito con la sua efficienza e bravura a tradurre l'Alta Velocità in una realtà invidiata anche negli altri Paesi.
Agli uscieri non sfugge tuttavia il potenziale conflitto di interessi che nasce dalla convivenza del loro capo e di Caltariccone dentro la società "Grandi Stazioni" dove il 60% è di proprietà di Ferrovie e il 40 fa capo a Eurostazioni, un'altra società nella quale Caltagirone si ritrova con la sua Vianini insieme a Benetton, Pirelli e ai francesi di Sncf.
à pur vero che ad ottobre Moretti ha dichiarato di essere pronto a vendere questa "gallina dalle uova d'oro", ma ha aggiunto anche "ne stiamo parlando con Benetton e Caltagirone".
Se queste intenzioni si dovessero tradurre nei fatti allora la sponsorizzazione del Calta per l'ex-sindacalista di Rimini assumerebbe un sapore particolare.
Resta il fatto che il più amareggiato e sudato per questa improvvisa accelerazione ferroviaria dell'ottavo re di Roma su Moretti è Luigino Abete. L'ex-tipografo romano ha maturato da tempo la convinzione che il suo curriculum (iniziato nel 1978 con la presidenza dei Giovani Imprenditori) debba arricchirsi di una carica politica significativa.
Non gli basta aver raggiunto soddisfazioni economiche con il compagno di merenda Dieguito Della Valle che lo ha affiancato in operazioni industriali proficue dentro l'azienda degli occhiali Marcolin e Cinecittà Studios. E nemmeno può saziarlo la lunga esperienza al vertice della BNL dove tutti sanno che a guidare la banca per conto dei francesi di Paribas è l'amministratore delegato Fabio Gallia.
Adesso è arrivato il momento di fare un salto di qualità . Durante l'ultima comparsata a "Ballarò", il salottino televisivo del reverendo Floris, Luigino si è profuso in complimenti nei confronti del Governo Monti e di quel Centro moderato al quale sta lavorando l'amico Luchino di Montezemolo.
I rapporti tra i due non hanno però il calore di un tempo. Il presidente della Ferrari sta costruendo una sua lista per le elezioni politiche nella quale vuole coinvolgere femmine entusiaste, rappresentanti della società civile e alcuni imprenditori romani. Ma per quanto riguarda il Campidoglio finora ha lasciato correre il nome dell'arciprete Andrea Riccardi.
Troppo poco per evitare che Luigino trattenga il sudore.
2- CIUCCI FELICE
C'è un manager ex-Iri che gira per Roma con l'aria soddisfatta.
à Pietro Ciucci, l'amministratore delegato dell'Anas al quale dieci anni fa è stata assegnata la carica di guidare anche la società per il Ponte sullo Stretto di Messina. Che sia un uomo felice si e' capito due giorni fa alla presentazione del libro di Geronzi nella sala del Palazzo della Cancelleria, dove Ciucci camminava in lungo e in largo per farsi notare e per avvicinarsi a Gianni Letta seduto nella prima fila accanto a Caltariccone.
Il motivo per cui questo manager 62enne è soddisfatto va cercato nella decisione del Parlamento di prorogare per tre anni la sopravvivenza della società per il Ponte. L'accordo raggiunto anche con il consenso del Partito Democratico e di Vendola consente all'ex-direttore generale dell'Iri di mantenere fino al 2015 il suo incarico.
C'è però un'altra decisione del Governo che ha sollevato la rivolta degli imprenditori riuniti nel consorzio Eurolink che nel 2005 ha vinto la gara per la realizzazione dell'infrastruttura destinata a collegare la Sicilia al continente. Pare infatti che il Governo abbia annullato il contratto in essere tra la società Stretto di Messina guidata da Ciucci e il gruppo degli imprenditori guidato dal colosso Impregilo, affiancato da Condotte, Vianini, CMC e dagli spagnoli di Sacyr.
In pratica questo significa che Eurolink dovrà rinunciare al pagamento di 300 milioni tra costi di progettazione e indennizzi in caso di risoluzione del contratto. La lobby dei costruttori che fa capo all'Ance già a metà novembre aveva fiutato il rischio di perdere la montagna dei quattrini e con una mossa concepita negli uffici di Impregilo, aveva messo in guardia la società di Ciucci minacciando ricorsi e conseguenze legali.
Nella battaglia è scesa in campo anche l'ambasciata di Spagna per tutelare gli interessi dell'impresa Sacyr che fa parte del consorzio, ma il contenzioso si presenta in salita perché il Governo vorrebbe destinare i 300 milioni alla crescita.
L'unico a non agitarsi in questa situazione è Ciucci che a novembre si era spinto a firmare un generico memorandum con un colosso cinese delle costruzioni sperando che prima o poi il sogno berlusconiano del Ponte diventi realtà .
3- FINI DOVRÃ PRENDERE ATTO CHE ANCHE NEL CALCIO IL SUO POTERE Ã AL LUMICINO: ABODI RESTERÃ A PIEDI SENZA ALCUNA PRESIDENZA
Gianfranco Fini sta cercando affannosamente di ritagliarsi un ruolo nel rassemblement che si sta costruendo tra vecchi e nuovi notabili per riportare Monti a Palazzo Chigi.
Il lavorio del presidente della Camera ,che ha visto precipitare le sue quotazioni politiche in maniera paurosa, non gli impedisce tuttavia di dedicare qualche minuto al calcio. Anche se il suo cuore di tifoso batte per la squadra del Bologna, il leader di "Futuro e Libertà " ha sempre seguito con interesse le partite della Lazio, poi da quando si è separato dalla moglie Daniela Di Sotto la sua presenza in tribuna è diventata sempre più rara.
In questo momento il pallone è ritornato dentro i suoi pensieri per seguire la sorte dell'ex-camerata Andrea Abodi, il 62enne manager romano che nel settembre 2010 è diventato presidente della Lega di Serie B. Pochi giorni fa Abodi si è dimesso per tentare la conquista della presidenza della Lega di Serie A dove al vertice si trova l'immarcescibile e serafico Maurizio Beretta, il giornalista milanese che dirige le relazioni esterne di Unicredit, la banca comproprietaria della As Roma.
Nel corso di un direttivo informale dei Club cadetti, Abodi ha annunciato le sue intenzioni e ha messo in luce i movimenti di Gianni Petrucci, il presidente uscente del Coni che non ha mai sottovalutato l'importanza politica del pallone.
Fino a poco tempo fa sembrava che i direttori generali della Roma (Claudio Fenucci) e dell'Inter (Marco Fassone) volessero fare la forca a Beretta contando anche sull'appoggio della Juventus. Ma nelle ultime ore sembra che Andrea Agnelli abbia rotto questa alleanza e abbia dato credito ai contatti tra Petrucci e Yaki Elkann.
Il risultato è che l'intraprendente Abodi resterà a piedi senza alcuna presidenza. E che Gianfranco Fini dovrà prendere atto che anche nel calcio il suo potere è al lumicino.
4- CORSA ALLA FARNESINA: TERZI RISCHIA DI ARRIVARE TERZO, DOPO D'ALEMA E FRATTINI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata, è molto preoccupato.
Negli ambienti della Farnesina si parla con insistenza del ritorno di Massimo D'Alema e del segretario generale, Giampiero Massolo, che andrebbe a sostituire Michele Valensise (destinato a un'ambasciata nell'Africa sub-sahariana).
Ad aggiungere ansia per Terzi c'è poi il ritorno sulla scena dell'ex-ministro Frattini che si è decisamente smarcato da Berlusconi ed è pronto con il suo appoggio al futuro Governo Monti o Bersani a farsi pagare la sua cambiale politica.
Quando poi Monti ha deciso da solo il riconoscimento della Palestina all'Onu, Terzi che è stato ambasciatore per due anni in Israele ha visto scivolare la feluca sotto i piedi, tanto più che il capo del Governo ha pensato di annunciare la sua scelta "palestinese" prima a Frattini che al titolare della Farnesina.
Secondo quanto rivela oggi il "Fatto Quotidiano" il povero ministro sarebbe stato stoppato sulla nomina di Placido Vigo (un diplomatico finito nelle vicende del chiacchierato faccendiere Lavitola) ad ambasciatore in Argentina. Un contentino a Terzi è stato dato con la designazione del suo portavoce Giuseppe Manzo all'ambasciata di Belgrado, ma è troppo poco per far pensare che il ministro bergamasco possa sopravvivere in una futura compagine governativa".
5- PASSERA? NO GRAZIE!
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che Corradino Passera è alla ricerca disperata di una collocazione politica. Dopo la collezione di gaffe e le accuse di incompetenza sui dossier della politica industriale, il marito di Giovanna Salza ha bussato alla porta del Partito Democratico dove fino a questo momento nessuno ha aperto i battenti".
Francesco Gaetano Caltagirone MAURO MORETTI CON UN CANE ALFIO MARCHINI Luigi Abete Pietro Ciuccistretto messinaGianfranco Fini MAURIZIO BERETTA ANDREA ABODI andrea agnelli foto mezzelani gmt Giulio Terzi di Sant Agata D'ALEMA ceccherini FINI E FRATTINI - copyright PizziGiovanna Salza e Corrado Passera
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