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Dopo il “Professore”, “il Conte”. Il successore di Giovanni Bazoli alla presidenza di Intesa Sanpaolo potrebbe essere Gabriele Galateri di Suniglia e di Genola, presidente delle Generali dal 2011. Il suo nome inizia a circolare nelle segrete stanze a Torino, dove ha sede la Compagnia di Sanpaolo (primo azionista della banca con il 9,5%) e dove Galateri ha a lungo guidato l’Ifil, la finanziaria della famiglia Agnelli. Ma se ne comincia a parlare con una certa insistenza anche a Milano, non solo in Cariplo (terzo azionista con il 4,8% dietro a BlackRock).
Galateri è stato anche presidente di Mediobanca e di Telecom Italia, che ha abbandonato per atterrare a Trieste e, insomma, anche se la sua candidatura potrebbe partire da Torino, ha tutte le carte in regola per essere ben accolto anche a Milano.
Per capire quali siano i punti di forza della soluzione Galateri bisogna mettere a fuoco qual è la prima paura del dopo-Bazoli tra i grandi soci. La preoccupazione più pressante è quella che nella primavera del 2016, quando scadranno gli attuali organi sociali, si apra una stagione di conflittualità o di confusione.
Intesa dovrà con ogni probabilità dire addio al sistema duale (consiglio di gestione e consiglio di sorveglianza per un totale di 29 membri) poco apprezzato da Bce e Bankitalia e sposato alla nascita della banca per garantire la “pax poltronizia” tra “milanesi” e “torinesi”.
A questo scopo Abramo Bazoli, che presiede il consiglio si sorveglianza (mentre Gian Maria Gros Pietro guida quello di gestione), sta guidando i comitati interni per la nuova governance e sogna di scegliere lui il proprio successore, insieme a Giuseppe Guzzetti, patròn della Cariplo. Che si passi al consiglio unico o che si resti con un duale rivisto, i posti da consigliere dovranno comunque scendere a non più di 22 e questo creerà frizioni e mal di pancia assortiti.
In una fase del genere, come dice un consigliere di emanazione piemontese, “è essenziale che l’erede di Bazoli sia innanzitutto uno che sa stare a tavola”. Metafora con la quale si intende un personaggio di alto livello, con i quarti di nobiltà da banchiere, abituato a mediare tra i grandi soci. E uno che viene dalla presidenza delle Generali, titoli nobiliari a parte, i quarti di nobiltà li possiede.
Ma il profilo di Galateri (classe 1947) avrebbe anche il pregio di non innescare dualismi con il capo azienda Carlo Messina e questo non è poco, sempre in un’ottica di massima pace possibile.
Evelina e Gabriele Galateri di Genola
Semmai a Torino, sempre nei salotti, si segnala una coincidenza davvero notevole. Nel 2016, oltre ai vertici della Compagnia e della banca, scade il mandato del sindaco Piero Fassino e c’è chi giura che sia pronta a candidarsi per la poltrona di primo cittadino l’ambiziosa Evelina Christillin, che di Galateri è la vulcanica consorte. Sarebbe un po’ imbarazzante avere lui presidente di Intesa e lei sindaco di Torino (e azionista della Compagnia di Sanpaolo).
Se quello di Galateri è l’ultimo nome spuntato nella lunga maratona per il dopo-Bazoli, non vanno persi di vista gli altri concorrenti. Quello che al momento continua a godere dei favori dell’avvocato bresciano è Fabrizio Saccomanni, ex ministro dell’Economia del governo Letta. Saccomanni sarebbe la persona dal profilo ideale per trattare con Francoforte, visto il suo curriculum da banchiere centrale nato e cresciuto in Bankitalia. E anche lui, come Galateri, garantirebbe un tandem ben assortito con Messina. Cosa che invece non avverrebbe con un altro banchiere stimatissimo da Bazoli come Claudio Costamagna (ex Goldman Sachs), per natura più portato a seguire i singoli grandi affari e le partecipazioni.
E un altro personaggio che si sta facendo largo tra Torino e Milano è Gros Pietro, che recentemente ha avuto l’ardire di “correggere” Bazoli su Rcs e si muove con grande autonomia. Il professore torinese, in passato alla guida di Iri, Eni e Autostrade, gode della stima della politica locale piemontese che è determinante negli equilibri della Compagnia di Sanpaolo. Suo grande sponsor è l’ex popolare Antonino Saitta, ex presidente della provincia di Torino e oggi potente assessore regionale alla Sanità. Ma dietro a Gros Pietro si allunga anche l’ombra di Fabrizio Palenzona, che nonostante sia vicepresidente del rivale Unicredit non disdegna di dire la sua su tutte le beghe di potere piemontesi e non solo.
Comunque vada a finire sarà una partita lunga e piena di colpi di scena. Il nome di Galateri però potrebbe chiuderla con un certo anticipo.
GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE
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