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Marco Valerio Lo Prete per "il Foglio"
Non c'è governo tecnico che tenga: la crisi del debito europeo investe oramai il cuore del Vecchio continente, e così per la prima volta anche Parigi apre a un ruolo più interventista della Banca centrale europea (Bce), a dispetto delle resistenze dell'ultra-rigorista Berlino.
L'eurocontagio d'altronde è sempre più evidente: le Borse ieri hanno chiuso in maniera contrastata, e Piazza Affari (più 0,8 per cento) è stata una delle poche a finire in terreno positivo. Atene è scivolata a meno 3,5 per cento, proprio mentre il Parlamento votava la fiducia all'esecutivo tecnico di Lucas Papademos.
Ma soprattutto gli analisti osservano preoccupati l'andamento dello spread, ovvero il differenziale tra titoli nazionali del debito pubblico e gli omologhi titoli tedeschi, considerati più sicuri dagli investitori. Più il differenziale aumenta, maggiore è il rischio percepito, e quindi maggiori sono gli interessi da pagare ai sottoscrittori del debito. E se lo spread tra Btp italiani e Bund resta sopra i 500 punti (ha chiuso a quota 519), nonostante l'insediamento del governo tecnico di Mario Monti, oramai a spiccare a livello internazionale c'è soprattutto la situazione della Francia: ieri infatti lo spread tra Oats e Bund ha fatto segnare un nuovo record storico per il paese (193 punti).
Numeri inusitati anche per i differenziali di Spagna (460) e Belgio (316). "La Francia ieri mostrava livelli di spread che l'Italia aveva in giugno - ha osservato Maria Cannata, direttore generale del Dipartimento del Tesoro - Si segnalano oggi allargamenti per gli spread anche di Austria, Finlandia e Olanda: questo significa che la crisi è europea". Anche Bruxelles sembra spostare in secondo piano le difficoltà dei singoli paesi: "Stiamo fronteggiando una crisi sistemica che richiede un impegno da parte di tutti e potranno servire nuove misure", ha detto il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, parlando al Parlamento europeo.
Parigi, che nemmeno una settimana fa esortava a "rimettere in carreggiata Italia e Grecia", ora è decisamente sulla difensiva. Così ieri, mentre l'Assemblea nazionale approvava una seconda manovra correttiva dei conti pubblici - dopo quella di agosto -, il ministro al Bilancio francese, Valérié Pecresse, in un'intervista a Bloomberg definiva "ingiustificato" l'aumento dello spread tra titoli tedeschi e francesi. Allo stesso tempo sempre Pecresse metteva in dubbio, per la prima volta pubblicamente, la posizione ultrarigorista di Berlino, auspicando un ruolo più interventista dell'Eurotower: "Il ruolo istituzionale della Bce è quello di garantire la stabilità dell'euro, ma anche di preservare la stabilità finanziaria del- l'Eurozona".
Una precisazione, quest'ultima, quantomeno inattesa. Soprattutto perché seguita da un'altra affermazione che molti osservatori hanno interpretato come un sostegno all'idea di una Bce prestatrice di ultima istanza dell'Eurozona: "Confidiamo che la Bce prenderà tutte le misure più appropriate per mantenere la stabilità finanziaria dell'Eurozona". Ancora più esplicito, in questo senso, è stato il primo ministro irlandese, Enda Kenny: "Solo la Bce ha la capacità di creare una barriera per prevenire il panico finanziario". Peccato che a fianco di Kenny, ieri in visita a Berlino, ci fosse proprio la più fiera avversaria di una Bce interventista, Angela Merkel, che ha ribadito il suo no: "I trattati non lo prevedono".
In serata però anche la Germania è stata messa sotto osservazione dai mercati. In particolare Moody's ha declassato una decina delle sue banche locali (Landesbanken). Non solo, il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, in un'intervista ha anche lui puntato il dito su Berlino: "Considero il livello del debito tedesco una fonte di preoccupazione - ha dichiarato Juncker - La Germania ha debiti più elevati della Spagna, il fatto è che in Germania nessuno se ne vuole accorgere". E visto che nessuno è più intoccabile, Barroso ieri ha annunciato un'accelerazione anche su un altro dossier non troppo popolare in Germania, quello degli Eurobond.
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