LA PERVERSIONE DELLE BORSE - IL PIL USA CRESCE MENO DEL PREVISTO? OTTIMO! CONTINUA LA BOLLA DI BERNANKE!

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1 - PIL I TRIMESTRE RIVISTO AL RIBASSO, +1,8%
(ANSA) - L'economia americana è crescita nel primo trimestre dell'1,8%, in deciso calo rispetto alla seconda stima in base alla quale l'economia era cresciuta del 2,4%. Lo comunica il Dipartimento del Commercio sulla base della terza e ultima stima (+2,5% la prima stima).

A pesare nella revisione sono stati i consumi meno forti del previsto: nel primo trimestre, infatti, i consumi che rappresentano il 70% del pil americano, sono saliti del 2,6%, meno del 3,4% precedentemente stimato. Il +1,8% del primo trimestre segue il +0,4% del quarto trimestre 2012.

2 - BORSA:WALL STREET PROCEDE POSITIVA, DJ +0,64%, NASDAQ +0,69%
(ANSA) - Wall Street procede positiva. Il Dow Jones sale dello 0,64% a 14.856,17 punti, il Nasdaq avanza dello 0,69% a 3.370,99 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,59% a 1.597,35 punti.

3 - BORSE IMPASSIBILI AL DELUDENTE PIL USA. MA PERCHÈ?
Trend Online

Anche la seduta odierna si è conclusa in progresso per le Bose europee che sono riuscite ad estendere il rimbalzo della vigilia, grazie alla buona chiusura di ieri a Wall Street, dove i tre indici principali, pur avendo ritracciato dai massimi, continuano a muoversi tutti lungo la via dei guadagni, con un rialzo di poco superiore al mezzo punto percentuale.

Gli acquirenti hanno guidato anche oggi i listini, malgrado le deludenti indicazioni arrivate dal fronte della crescita americana. Sulla base dei numeri forniti dal Dipartimento del lavoro, si è appreso che il dato definitivo relativo al Prodotto Interno Lordo del primo trimestre di quest'anno è stato rivisto al ribasso all‘1,8% rispetto al 2,4% della stima precedente, deludendo le attese degli analisti che si erano preparati ad una conferma della seconda lettura del PIL.

L'indicazione del primo trimestre si rivela in ogni caso nettamente migliore di quella degli ultimi tre mesi del 2012, quando il Prodotto Interno Lordo aveva segnato un rialzo decisamente più contenuto dello 0,4%. La revisione al ribasso del dato è da ricondurre soprattuto all'andamento della domanda da parte dei consumatori che si è rivelata più debole di quanto stimato in precedenza, tanto che le spese per consumi sono state riviste dal 3,4% al 2,6%.

La pubblicazione del dato sul PIL quest'oggi non ha avuta alcuna ripercussione negativa sui mercati azionari che hanno di fatto mantenuto i guadagni già conquistati prima della diffusione di questo aggiornamento. In altre situazioni un dato come quello di oggi avrebbe portato ad una reazione negativa delle Borse che invece oggi lo hanno letto al contrario e così un debole andamento dell'economia a stelle e strisce ha come controaltare quello di allontanare l'avvio dell'exit strategy da parte della Fed.

Proprio la scorsa settimana il presidente Bernanke aveva indicato la possibilità di rallentare il ritmo di acquisto degli asset da parte della Banca centrale americana verso fine anno, per poi interrompere del tutto il quantitative easing a metà del 2014. Il Chairman aveva però condizionato l'avvio di una politica monetaria più restrittiva all'andamento dei dati macro che, almeno con riferimento al PIL, non sembrano restituire un quadro così brillante.

L'andamento registrato nel primo trimestre dimostra come la crescita economica a stelle e strisce sia ben lontana dal suo potenziale pari ad almeno il 3%. Secondo Rob Carnell, esperto di ING, l'indicazione odierna sul PIL non è in sintonia con gli indicatori diffusi nel corso delle ultime giornate. L'esperto ritiene che a questo punto sia anche concepibile pensare che l'indicazione di Bernanke di ridurre il quantitative easing e le aspettative di un ulteriore rialzo dei rendimenti, posssano subire una frenata.

Tanto basta a spiegare la reazione odierna dei mercati che ancora una volta guardano al bicchiere mezzo pieno e così anche in presenza di aggiornamenti macro di negativi, si han un risvolto positivo della medaglia, rappresentato in questo momento dalla prospettiva di uno slittamento relativo all'avvio di una politica monetaria più restrittiva da parte della Fed.

 

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