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Carlotta Scozzari per Dagospia
Dopo il balzo di ieri, che aveva seguito la vittoria del Pd di Matteo Renzi alle europee, e dopo avere trascorso anche gran parte della seduta odierna in area positiva, Piazza Affari a metà giornata ha cominciato a tirare il freno. E alla fine della sessione di mercato di martedì il Ftse Mib ha raggiunto i 21.403,55 punti, con una flessione dello 0,42 per cento. Nello stesso tempo, lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato decennali italiani e tedeschi si è rialzato a 166 punti dai 163 di ieri (quando comunque era sceso di slancio dai 180 di venerdì).
All'interno del paniere principale della Borsa milanese, dopo la fiammata di ieri, le banche hanno terminato la giornata contrastate, con Bpm su del 2,48% e Ubi giù dell'1,9 per cento. Dopo i guadagni di ieri, prese di profitto sulle azioni Telecom Italia, che hanno ceduto l'1,36% nel giorno in cui si è saputo che Norges Bank è scesa dal 2,015% all'1,93 per cento.
Debole anche Terna (-1,47%), con l'assemblea degli azionisti che oggi, come già accaduto in Eni (-0,16%) e Finmeccanica (-2,15%) e a differenza che in Enel (-0,43%), ha bocciato la clausola di onorabilità dei manager proposta dal Tesoro. Da oggi, inoltre, Matteo Del Fante è il nuovo amministratore delegato di Terna al posto di Flavio Cattaneo.
Bene, invece, oltre a Bpm, Atlantia (+2,07%) e Mediaset (+2,49 per cento). Deciso rialzo dell'1,12% per Fiat, dopo che oggi in una nota gli analisti di Barclays hanno riavviato la copertura del titolo con giudizio "overweight" ("sovrappesare") e prezzo obiettivo a 9 euro, contro i 7,705 euro di Borsa.
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