DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Marco Franchi per il “Fatto Quotidiano”
davide serra matteo renzi maria elena boschi
Dalle Popolari, al business delle sofferenze bancarie passando per la cosiddetta bad bank. Laddove c’è un provvedimento approvato o messo in cantiere da Matteo Renzi su questioni che riguardano da vicino il mondo della finanza ecco che spunta il fondatore di Algebris, Davide Serra, a fare business cavalcando la furia rottamatrice del premier. Coincidenze, sicuramente. Che però hanno fatto discutere. Soprattutto per i movimenti anomali dei titoli delle banche Popolari su cui hanno acceso i riflettori sia la Consob sia la Procura di Roma.
All’inizio di febbraio lo stesso Renzi era stato molto chiaro nel salotto a Porta a Porta: “Se qualcuno, chiunque sia, ha utilizzato informazioni riservate, sono il primo a chiedere le indagini più rigorose e chi ha fatto il furbo deve pagare fino all’ultimo giorno”, aveva detto a Bruno Vespa.
Parole che sono suonate a molti osservatori come una presa di distanza dalle mosse del suo finanziatore di campagne elettorali. Serra ha precisato che Algebris non ha mai effettuato investimenti nella Popolare dell'Etruria e che l'unica operazione, per altro in perdita, è stata in quel periodo la dismissione di 5,2 milioni di azioni del Banco Popolare.
L’affare potrebbe, però, essere un altro. Secondo quanto scritto ieri dal quotidiano MF-Milano Finanza, tra i fondi che si sono affacciati per acquisire asset, e nel caso specifico non performing loan (crediti dalla riscossione incerta), della Popolare dell’Etruria commissariata l'11 febbraio, c'è anche Algebris Npl Fund 1.
Ovvero il fondo di Serra riservato a investitori istituzionali lanciato a ottobre 2014 che si era posto come obiettivo di raccolta 400 milioni di euro e ne ha invece raccolti 440. Al business delle sofferenze bancarie è inoltre connesso il progetto di bad bank al vaglio del governo la cui novità principale sarà proprio l’introduzione di strumenti atti a facilitare l’escussione della garanzia immobiliare alle famiglie in difficoltà nel pagare le rate del mutuo.
Il finanziere ha spesso avuto un ottimo fiuto. Prendiamo Mps, nel cui capitale potrebbe entrare a luglio il Tesoro se non si farà avanti un nuovo partner finanziario portando in dote la liquidità necessaria per rimborsare gli interessi sui Monti bond. Ad aprile 2014 in un’intervista a Radio 24, Serra illustra la sua tesi sull’istituto senese: “Altro che aumento da tre miliardi, per il Monte dei Paschi ne servono almeno il doppio”, dice puntando il dito sui tassi di copertura delle sofferenze e crediti incagliati in vista degli stress test europei che qualche mese dopo avrebbero bocciato proprio Mps e Carige.
Dando pienamente ragione a Serra che su Siena aveva visto giusto considerando anche che il Monte è dovuto tornare a chiedere altri soldi al mercato con il nuovo aumento di capitale da varare entro giugno).
Qualche settimana prima di intervenire in radio il finanziere aveva comunicato alla Consob la sua decisione di vendere allo scoperto l’1 per cento del capitale del Monte “perché il prezzo attuale non ha senso, è altissimo rispetto ad altre banche” . Non solo. A fine ottobre dell’anno scorso un articolo del Sole 24 Ore citava Algebris tra gli investitori attivi sulla due diligence (esame preventivo) del pacchetto di 1,2 miliardi di crediti dubbi del Monte dei Paschi.
Non sempre però Serra ha puntato sul cavallo giusto. In un suo ritratto apparso mercoledì scorso sul Blog di Beppe Grillo si ripercorre la carriera del finanziere, comprese le scommesse sbagliate. Fra cui quella su Lehman Brothers: “Nel giugno 2008, Serra si spese su giornali e tv a favore del management della banca, e in particolare di Richard Fuld, capo azienda di Lehman, dopo aver investito nella banca svariate decine di milioni di dollari. Di nuovo una tempistica eccellente visto il fallimento di Lehman pochi mesi dopo“, scrive l’anonimo autore del profilo sul blog grillino.
Siamo andati a verificare ed effettivamente nell’estate del 2008 Algebris era diventato azionista di Lehman Brothers . Il fondo aveva investito nella banca d’investimento americana poco meno di 90 milioni di dollari. Secondo quanto emerge da un documento depositato presso la Sec (la Consob Usa), nel corso del secondo trimestre del 2008 il fondo britannico guidato da Serra aveva comprato 4,4 milioni di azioni ordinarie pari a circa lo 0,8 per cento del capitale del gruppo guidato dada Fuld, già in forte difficoltà a causa della crisi dei mutui subprime. Il 15 settembre dello stesso anno il colosso americano fa il crac che sconvolgerà l’economia di tutto il mondo.
Ultimi Dagoreport
L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA…
DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE…
“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA…