AMICO VLAD, SALVACI TU! - LO ZAR DI RUSSIA INCONTRA ENRICHETTO PER UNA VENTINA DI ACCORDI COMMERCIALI (SE PUTIN SGANCIA IL DANE’ NON È PIÙ IL “TIRANNO AMICO DI BERLUSCONI”)

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Alberto D'Argenio per "la Repubblica"

In una Trieste letteralmente blindata, Enrico Letta e Vladimir Putin firmeranno una ventina di accordi commerciali per «far fare ai rapporti tra Italia e Russia un salto di qualità». Almeno questo è l'auspicio di Palazzo Chigi alla vigilia di un vertice intergovernativo tra i due paesi che mancava dal 2010 e che per il premier italiano apre «enormi possibilità ». I dossier più caldi sono Alitalia e Ilva, ma i risultati certi arriveranno in altri settori.

A partire dall'industria, con il lancio di un fondo comune tra Roma e Mosca per finanziare le imprese che vorranno espandersi in uno dei due paesi. Putin arriva con 11 ministri e una delegazione tanto imponente da occupare cinque aerei. Sarà impossibile avvicinarlo, sarà seguito costantemente dalla propria scorta a sua volta circondata dalle forze dell'ordine italiane.

Con il divieto per i cittadini di aprire le finestre quando alle 11.20 "lo Zar" arriverà, circondato da 30 uomini armati, in Piazza Unità per la prima stretta di mano con Letta.
Alla vigilia da Palazzo Chigi filtra la speranza che i russi esprimano interesse per la nostra ex compagnia di bandiera in una situazione sempre più pericolante dopo l'addio di Air France.

«Il dossier Alitalia è sempre aperto», spiegavano ieri il consigliere economico di Letta, Fabrizio Pagani, e il consigliere diplomatico Armando Varricchio. «Il vettore cerca l'integrazione e il governo sostiene la ricerca di un grande gruppo che ne garantisca lo sviluppo». Un'apertura circondata da mille cautele, visto che il governo non può sostituirsi al management di Alitalia.

Ci si aspetta però l'arrivo dei vertici di Aeroflot al Business Forum che accompagnerà
il summit, presenza che accende qualche speranza. Stesso discorso per quanto riguarda l'Ilva: «Cercheremo di capire se c'è un interesse russo», spiegavano ieri dallo staff del premier ricordando che con "Destinazione Italia" il governo cerca investimenti stranieri anche nelle aree di crisi. «La siderurgia russa è già presente in Italia, ma se ci potrà essere un approccio concreto per l'acciaieria di Taranto lo capiremo più avanti visto che per ora l'Ilva deve uscire dalle note vicende giudiziarie».

Tra i dossier principali in attesa di definizione anche quello Eni, con Scaroni che incontrerà Putin per sbloccare il dibattito sul "take or pay", ovvero per mettere fine ai contratti che prevedono il pagamento delle forniture di gas anche nel caso in cui non vengano ritirate dal fornitore.

Certo è invece l'accordo da un miliardo, a Palazzo Chigi ritenuto «importantissimo», tra il fondo sovrano russo Rdif e il fondo strategico della Cassa depositi e prestiti per lanciare le imprese russe o italiane che vogliano espandersi nell'altro Paese. Ci sarà anche l'accordo tra Poste e l'operatore russo per formare una piattaforma di e-commerce di prodotti made in Italy rivolta al mercato della Federazione.

L'intento è quello di aumentare i volumi di export, con l'Italia che già oggi dopo la Germania è il secondo partner europeo di Mosca con un interscambio destinato a toccare i 30 miliardi di euro nel 2013. Nella stessa ottica l'intesa tra Unicredit e un istituto russo per portare 500 aziende italiane a investire in Russia nei prossimi 18 mesi. E oltre ai grandi gruppi come Enel e Fiat ci saranno società più piccole ma tecnologicamente avanzate protagoniste del Business Forum a cui parteciperanno, nel pomeriggio, gli stessi Putin e Letta.

Spazio poi all'agroalimentare, guardando all'Expo 2015 di Milano e con il contratto che sarà firmato da Cremonini per la distribuzione di carne in Russia. E oltre ad arte e cultura (che Letta definisce «il nostro petrolio») e turismo (la speranza è di far aumentare gli 800mila visitatori russi in Italia) ci sarà un accordo tra Fincantieri e il Centro di ricerca navale russo per la fornitura di navi all'avanguardia nell'esplorazione petrolifera off shore.

Tra tanti temi economici e commerciali Letta evocherà anche il rispetto dei diritti umani, ma probabilmente con veemenza minore rispetto alle manifestazioni in programma a Trieste che cercheranno di far arrivare a Putin la propria voce dall'esterno della zona rossa.

 

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