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PUTIN SI PAPPA GLI ELETTRODOMESTICI ITALIANI – LA RUSSIA HA NAZIONALIZZATO LA SUSSIDIARIA LOCALE DI “ARISTON”, CHE PASSA SOTTO IL CONTROLLO DI GAZPROM – LA SOCIETÀ ITALIANA GESTIVA UNO STABILIMENTO VICINO A SAN PIETROBURGO – TAJANI CONVOCA L’AMBASCIATORE IN ITALIA E CHIEDE CHIARIMENTI
Estratto da www.corriere.it
«Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group», scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X a proposito del passaggio di Ariston Thermo Rus a Gazprom Household Systems, controllata della società statale Gazprom. Il governo è «al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania», conclude Tajani.
Il ministro era già intervenuto il 26 aprile sulla vicenda: «Dopo l'inattesa decisione governo russo sulla gestione di Ariston Thermo Group - aveva scritto su X - ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia […]».
Da quasi 20 anni Ariston Thermo Rus gestisce uno stabilimento produttivo a Vsevolozhsk, nei pressi di San Pietroburgo, ma ora il 100% di questa società è stato trasferito sotto la gestione temporanea della statale Gazprom Household Systems su decisione di Vladimir Putin.
vladimir putin dopo le elezioni
Il presidente russo ha firmato infatti un decreto per il trasferimento temporaneo delle sussidiarie russe non solo di Ariston, ma anche di Bosch alla società del gruppo statale Gazprom, produttrice di elettrodomestici. […] Prosegue così l’interventismo del Cremlino nell’economia russa. Dal febbraio 2022 a oggi sono state oltre 180 le imprese passate sotto il controllo diretto dello Stato russo: molti i marchi occidentali, ma a essere colpiti sono stati anche oligarchi troppo poco «patriottici».
Che la Russia non rientri nel novero delle nazioni democratiche è assodato, ma il regime si sta intensificando anche per finanziare l’economia di guerra e spingere le operazioni militari in Ucraina. Dall'inizio della guerra, la Russia ha posto sotto «gestione temporanea» i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.
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