UNA TOPPA CHE NON TAPPA IL BUCO - RCS TROVA L’ESCAMOTAGE PER AGGIRARE LA RICAPITALIZZAZIONE E DRIBBLARE (PER ORA) IL CETRIOLO RECOLETOS: LA SVALUTAZIONE DEGLI ASSET SPAGNOLI, PARI A 300 MLN €, SARà AMMORTIZZATA SPALMANDOLA SIA SUL BILANCIO 2011 CHE, SOPRATTUTTO, SU QUELLO 2012 - NONOSTANTE TUTTO OCCORRE SMANTELLARE: SECONDO “LES ECHOS” RCS STA PER CEDERE LA CASA EDITRICE FLAMMARION A GALLIMARD…

1 - RCS: LES ECHOS, UN MESE PER DECISIONE SU VENDITA FLAMMARION
(ANSA) - Rcs Media Group "si dà un mese" di tempo per decidere sulla cessione della casa editrice francese Flammarion. Lo scrive il quotidiano economico Les Echos, citando fonti confidenziali. La vendita di Flammarion, spiega il giornale, non sarebbe più "un passaggio obbligato per rafforzare il capitale" per Rcs, dato che la svalutazione degli asset spagnoli, e in particolare di Unidad Editorial, nei conti 2011 si è rivelata "meno elevata del previsto".

Nel consiglio di amministrazione di ieri, prosegue Les Echos, "gli amministratori (di Rcs), che hanno ricevuto un'offerta ferma da Gallimard, sono stati chiamati ad esprimersi sul principio di una tale cessione, e una maggioranza di loro si è pronunciata piuttosto a favore". Un'unione tra Gallimard e Flammarion, ricorda ancora il quotidiano, "darebbe vita al terzo editore francese, dietro Hachette Livre (gruppo Lagardere) e Editis (gruppo spagnolo Planeta)". E sarebbe una sorta di ritorno alle origini per l'attuale amministratore delegato di Flammarion, Teresa Cremisi, che ha passato 16 anni da Gallimard tra il 1989 e il 2005.

2 - RCS TROVA LA TOPPA MA NON CHIUDE IL BUCO RECOLETOS
Gaia Scacciavillani per "Finanza & Mercati"

Rcs trova la toppa di breve per aggirare l'ostacolo ricapitalizzazione, mentre fa calare il mistero sul disavanzo di fusione e sulla ristrutturazione spagnola. La società guidata da Antonello Perricone e Piergaetano Marchetti, ha confermato ieri che l'esame preliminare dell'imparment test sulla controllata iberica Unidad Editorial, ancora in corso, al momento lascia prevedere una svalutazione con un impatto sul bilancio consolidato 2011 nell'ordine di circa 300 milioni di euro.

Svalutazione che però, quanto al bilancio separato, della capogruppo comporterà effetti che si rifletteranno in parte sul 2011 (a conto economico) e «in maggioranza» sul 2012 (a patrimonio netto).

A tal proposito, la società ha precisato che il patrimonio netto post fusione delle 10 controllate al 100% in Rcs MediaGroup, operativa dal primo gennaio, recepirà «il risultato dell'esercizio 2011 e, successivamente, i disavanzi derivanti dalla fusione medesima». Disavanzi che non vengono però dettagliati anche se, «si prevede, allo stato, che tale patrimonio netto si attesti a circa 700 milioni» a fronte di un capitale sociale invariato a 762 milioni.

Valore che che si confronta con un patrimonio netto consolidato che a fine 2010 ammontava a 1,067 miliardi. Altro mistero, sono le azioni che il gruppo intende intraprendere in Spagna, con Unidad Editorial che ha giocato un ruolo da protagonista nel calo di 56,8 milioni a 2,075 miliardi registrato dal fatturato del gruppo nel 2011, mentre l'ebitda è sceso da 186 a 167,5 milioni.

Non solo. La controllata spagnola che a fine 2010 aveva un capitale circolante negativo per circa 480 milioni e un debito complessivo superiore al miliardo, 920 milioni dei quali nei confronti di Rcs, sarà la causa del mancato raggiungimento dei target di fatturato del gruppo al 2013, rendendo necessarie nuove «azioni di efficientamento» a livello di gruppo per mantenere immutati gli obietti a livello di ebitda.

Quanto ai risultati, dopo che nel 2009 Unidad Editorial aveva avuto bisogno delle garanzie scritte della controllante per garantirsi la continuità aziendale, il 2010 si era chiuso in perdita per 19,4 milioni mentre sul 2011, oltre alla crisi, dovrebbe aver impattato anche la piccola tranche 60 milioni di debito con Rcs che scadeva a novembre. A meno che non sia stata riscadenziata. Rcs, in ogni caso, è certa di poter proseguire con la riduzione dell'indebitamento finanziario (938 milioni a fine 2011, in calo di 33 milioni), «anche a prescidere da eventuali operazioni straordinarie».

 

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