RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica”
Basteranno le truppe guidate dal generale Petraeus a salvare il soldato Gubitosi? Mentre sull'asse New York-Parigi-Roma si dipana - o forse già s' ingarbuglia - il feuilleton di Tim, che nuovi azionisti finanziari americani vorrebbero comprare e vecchi azionisti francesi fanno sapere di non voler mollare, a latere si svolge un altra vicenda meno centrale per le sorti del Paese e della sua industria, ma affascinante per la natura dei protagonisti e i loro rapporti.
Accade infatti che dietro la decisione del fondo americano Kkr di lanciare non proprio un'Opa, ma perlomeno un abbozzo di Offerta pubblica sul capitale dell'intera Tim, molti sospettino una mossa di disperata vitalità proprio di Gubitosi. Lui, amministratore delegato del gruppo telefonico dal novembre 2018, sa di essere ormai da un anno nel mirino di Vivendi, che della società telefonica italiana è primo azionista.
Venerdì prossimo, un cda minaccia di sfiduciarlo dando corpo ai malumori dei francesi, che gli imputano di non saper gestire la società. Ma appena la prospettiva è passata dal regno dei pettegolezzi finanziari a quello delle possibilità concrete, ecco apparire un cavaliere bianco, anzi un intero battaglione, genere 7° Cavalleria, sotto forma della potenza di fuoco da 400 miliardi di euro di Kkr.
Un fondo tra i cui partner c'è in effetti proprio David Petraeus «sei comandi di cui cinque in combattimento», recita la sua biografia, e un incarico da Direttore della Cia, prima di passare ad altre e si presume più proficue strategie. Ce n'è per rinfocolare i peggiori sospetti di soccorso transatlantico, anche se ieri Gubitosi sottolineava con gli amici, e non senza ragioni, quanto l'interpretazione fosse paradossale: «Non è che adesso Kkr sborsa 12 miliardi perché gli sono simpatico».
(…) Che adesso l'offerta di Kkr si concretizzi o meno è tutto da vedere, ma certo il suo arrivo sulla scena potrebbe in effetti dare un po' di respiro a Gubitosi. Come mandare via infatti un amministratore delegato di una società che sta forse - anche se qui i forse sono molti - per essere sottoposta a un'Opa?
(…) Nell'agosto dello scorso anno (…) Gubitosi si piegò senza protestare a una pesante ingerenza del governo Conte che - guarda caso - voleva e riuscì a ritardare l'offerta proprio di Kkr per una quota di FiberCop, la società della rete secondaria di Tim. Ma negli stessi mesi, di fronte a quella che stava diventando una vera e propria crisi diplomatica tra Usa e Italia per la posizione filocinese dei Cinque Stelle e i conseguenti problemi per le forniture dei sistemi 5G, proprio l'ad di Tim si confermò tra gli interlocutori privilegiati degli Stati Uniti.
(…) Roma e America, Manhattan e Parioli, tanto che nel teso cda di Tim di domenica pomeriggio molti consiglieri avrebbero frenato Gubitosi nella scelta che voleva già proporre degli advisor per l'operazione Kkr: Merrill Lynch e Goldman Sachs, ovvero due tra le principali banche d'affari del mondo. Ovviamente americane.
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