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Forse non riuscirà a scegliersi il prossimo direttore del “Corriere della Sera”, ma “l’arzillo vecchietto” Bazoli (copyright Della Valle) ha molti progetti per la testa e lavora in modo certosino su più fronti.
GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE
Innanzitutto le beghe giudiziarie. Il presidente di Intesa Sanpaolo è indagato dalla Procura di Brescia perché sospettato di essere uno dei manovratori occulti delle assemblee di Ubi Banca. Un’inchiesta che in questi mesi lo ha innervosito e indebolito parecchio, anche agli occhi di Bankitalia (che sarebbe parte lesa dei reati). Bene, la novità è che Abramo Bazoli ha confidato ai suoi fedelissimi che è convinto di sfangarla. A giugno è prevista la chiusura delle indagini e lui giura che la sua posizione verrà archiviata.
Allo stesso tempo Bazoli non si fa alcuno scrupolo di provare a orientare il destino della floridissima Ubi, per la quale vede di buon occhio un matrimonio con il Banco Popolare. Un’idea subdolamente boicottata dal potente amministratore delegato Victor Massiah, che invece vorrebbe comprarsi il Monte dei Paschi e conquistare anche una bella medaglietta con la Bce di Mario Draghi per il salvataggio di Siena. A questo progetto Bazoli ribatte che l’operazione Mps è certo possibile, ma solo dopo l’aggregazione con il Banco.
GIOVANNI BAZOLI E ROMANO PRODI FOTO LAPRESSE
Anche l’altro grande vecchio di Intesa, Giuseppe Guzzetti, è alle prese con la magistratura e proprio per manovra su Monte Paschi. Il presidente della Cariplo è indagato per insider trading e aggiotaggio a Milano e non è detto che se la cavi tanto facilmente. Il suo problema è che usato troppo il telefono, anche con i giornalisti, e in un paese come l’Italia questo è un errore imperdonabile per un avvocato ottantenne che dovrebbe averne viste di tutti i colori. Così, intorno a Guzzetti è iniziato un certo fuggi-fuggi.
Tornando a Bazoli, l’altra sua grande partita è la riforma della governance di Intesa, che attualmente è retta da un sistema duale che Draghi e Ignazio Visco non vogliono più vedere manco in cartolina. Bazoli guida un’apposita commissione interna per le riforme che dovrebbe chiudere i lavori per la prossima primavera, quando scadono i consigli.
“Dovrebbe”, perché l’avvocato bresciano ha chiesto un incontro a Mario Draghi per proporgli di prendersi un anno in più di tempo, ovvero finire per il 2017, con la scusa che disegnare la nuova architettura di vertice di Intesa Sanpaolo sarebbe molto complicato. Un modo come un altro per assicurarsi la poltrona per un altro biennio.
draghi contestato con i coriandoli
In tutto ciò Bazoli ha anche spazio per qualche amarezza, come quella che gli avrebbe riservato il sindaco di Torino Piero Fassino, da lui ospitato in barca in Grecia nell’estate di due anni fa. Pare infatti che il primo cittadino, che ha voce in capitolo sui vertici della Compagnia di Sanpaolo, primo azionista di Intesa, si sia lasciato sfuggire con la persona sbagliata che Bazoli sarebbe un tantino andato e va sostituito. Bazoli lo ha saputo e si è incazzato.
E a proposito di Compagnia di Sanpaolo. A maggio prossimo scadono anche i suoi vertici e il presidente Luca Remmert non si può ricandidare. In lizza per la sua poltrona ci sono il segretario generale Piero Gastaldo e la rampante Carla Ferrari, molto ma molto vicina a Sergio Chiamparino. Il suo unico problema è che il passaggio dal consiglio di gestione di Intesa al “piano di sopra” della fondazione appare tecnicamente complicato.
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