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SE SI CHIAMA CATTOLICA UN MOTIVO CI SARÀ – IL VESCOVO DI VERONA GIUSEPPE ZENTI SPARA A ZERO CONTRO LA TRASFORMAZIONE DELLA COMPAGNIA ASSICURATIVA IN SPA – MA CATTOLICA DEVE RACCOGLIERE 500 MILIONI ENTRO SETTEMBRE.  GENERALI È PRONTA A SOTTOSCRIVERNE 300, E GLI ALTRI? LI PAGA LA CURIA? WARREN BUFFETT E GLI ALTRI SOCI, SENZA L’AUMENTO, DOVREBBERO AFFIDARSI A UN MIRACOLO…

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Francesco Spini per “la Stampa”

 

Paolo Bedoni

E ora Warren Buffett se la vedrà con la Curia. Chi l' ha detto che la finanza bianca non c' è più? Se la società in questione di nome fa Cattolica (Assicurazioni) si scomoda direttamente il vescovo.

 

Monsignor Giuseppe Zenti, prelato di Verona, spara a zero contro la trasformazione della compagnia della sua città in Spa: «I princìpi della solidarietà e della cooperazione rischiano di essere soffocati dal profitto», dice dalle colonne di Verona Fedele, il settimanale diocesano.

GIUSEPPE ZENTI

 

Il vescovo, insomma, preferisce che Cattolica resti l' unica compagnia assicurativa quotata in Europa dove il voto di chi ha un' azione vale come quello di Buffet: uno. In sé niente di male. Ma Cattolica, su richiesta dell' Ivass, deve raccogliere sul mercato 500 milioni entro settembre.

 

Generali è pronta a sottoscriverne 300, a patto che diventi Spa: chi del resto pagherebbe tanto per non contare nulla? Forse la Curia. Ma senza l' aumento, non solo il re americano del profitto, l' azionista di Cattolica Warren Buffett, ma anche migliaia di piccoli soci dovrebbero affidarsi a un miracolo...

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