steward e hostess ryanair

IL SEGRETO DI RYANAIR – TRASPORTA 120 MILIONI DI PASSEGGERI (6 VOLTE ALITALIA) IN SETTE ANNI HA RADDOPPIATO IL FATTURATO, OGNI 100 EURO DI RICAVI 20 SONO DI GUADAGNO E TUTTO GRAZIE AGLI STIPENDI MISERI DI PILOTI E HOSTESS – O’LEARY PADRONE DELLE FERRIERE: IL PERSONALE PESA 5 EURO A BIGLIETTO, LA META’ DI EASYJET

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Di Fabio Pavesi Il Sole 24 Ore

 

michael o leary ryanairmichael o leary ryanair

C’è un numero, tra i tanti, che fanno di Ryanair il primatista indiscusso dei  cieli. Quel numero spiega, letto insieme agli altri, la ricetta del successo di Mr O’Leary. Un caso di scuola  nel comparto così difficile dell’aviation europea e non solo.  Ma anche l’indicatore di un pesante gioco al ribasso sui salari.

 

Ryanair ha il costo del lavoro più basso in assoluto del settore. Il costo di piloti, steward, assistenti e personale di terra pesa per soli 5 euro per ogni passeggero trasportato come esplicita la presentazione dell’ultimo strepitoso bilancio della compagnia irlandese. Costa di meno della manutenzione e  dei servizi aeroportuali di handling. E vale la metà del costo per passeggero di Easyjet, un terzo di Norwegian airlines, per non parlare dei vettori di bandiera.  Espresso in valori assoluti  ecco che il costo del lavoro in Ryanair vale solo 633 milioni di euro, meno del 10% dei ricavi totali che nel 2017 hanno superato 6,6 miliardi.

RYANAIR EASYJETRYANAIR EASYJET

 

Costi così bassi sul fatturato li trovi nell’industria manifatturiera matura, li trovi in certo terziario o quaternario avanzato, li trovi forse nelle start up tecnologiche. Non li trovi da nessuna parte nel comparto aereo. Nè nei rivali low cost, nè tantomeno nei giganti di bandiera.  È uno delle architravi del successo di Ryanair.

 

Un miracolo di profittabilità che non ha pari nel settore, distanziando anche il rivale più prossimo che è Easyjet. Ovvio che se sei in grado  di limare il più possibile i tuoi fattori di costo, puoi giocarti la carta del low fare. Le tariffe così concorrenziali che ti fanno  magari perdere ricavi unitari ma che attirano sempre più volumi di passeggeri.

 

michael o leary michael o leary

Ryanair fa volare infatti 120 milioni di passeggeri l’anno sei volte più di Alitalia e quel trend di continua espansione dei clienti consente a quel genio di O’Leary di giocarsi la carta dei continui ribassi di tariffa. Un gioco che mette fuori rotta la concorrenza che non può contare su tanta e tale (bassa) incidenza dei costi. Letta così quel capolavoro della lunga galoppata dei profitti della compagnia irlandese ha sempre meno l’aria di un successo estemporaneo. Oggi si  guarda al bilancio appena approvato come a un’annata d’oro contrapposta ad esempio alle difficoltà che sta incontrando Easyjet.

 

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Ma non c’è niente di episodico nella cavalcata trionfale di Ryanair. La profittabilità netta è ormai al 20%. Ogni 100 euro di ricavi, 20 si trasformano in utili netti. Nessuno competitor vanta questo primato. Primato che però viene da lontano. E non ha eguali. Già nel 2010 la redditività operativa del vettore irlandese viaggiava ben sopra il 10%. Ora è arrivata a superare ampiamente il 20%.

 

Certo una mano l’ha data il continuo incremento dei ricavi andati di fatto al raddoppio negli ultimi sei anni. Ryanair fatturava 3 miliardi nel 2010 oggi è a 6,6  miliardi. Una corsa esplosiva di crescita. Nuove rotte, nuovi passeggeri anno su anno. Ma senza quella variabile dei costi tenuti con il freno tirato, quel miracolo di redditività non si sarebbe palesato.