
SE SIETE CURIOSI DI SAPERE DOVRÀ ANDRÀ A PARARE IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA TRUMPIANA, È INTERESSANTE…
SI RICOMINCIA CON L’ALTALENA DEI DAZI – È PASSATA MENO DI UNA SETTIMANA DALLA FIRMA UFFICIALE DELLA DICHIARAZIONE CONGIUNTA USA-UE SULLE TARIFFE (CON RELATIVO APPECORONAMENTO DELL’EUROPA), CHE TRUMP GIÀ RINCARA LA DOSE E MINACCIA NUOVE SANZIONI PER I PAESI CHE “ATTACCANO LE NOSTRE INCREDIBILI SOCIETÀ AMERICANE DEL TECH” – IL TYCOON ALZA LA SOVRATTASSA SUI PRODOTTI INDIANI AL 50% (PER PUNIRE LE IMPORTAZIONI DI PETROLIO RUSSO)
DAZI USA, SOVRATTASSA SALE AL 50% PER L'INDIA
NARENDRA MODI E DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA - FOTO LAPRESSE
(ANSA-AFP) - La sovrattassa tariffaria statunitense sui prodotti indiani, pari al 25% dall'inizio del mese, è salita al 50%. La decisione di Donald Trump è motivata dalla volontà di punire le importazioni indiane di petrolio russo.
L'India infatti è tra i maggiori importatori di petrolio russo, dopo la Cina, e il presidente degli Stati Uniti accusa Nuova Delhi di aiutare Mosca a finanziare la sua guerra in Ucraina. Tuttavia, la nuova aliquota non si applicherà a diversi prodotti, il che ne riduce significativamente la portata.
DAZI: SONDAGGIO, PER 55% AZIENDE TEDESCHE ACCORDO UE-USA TROPPO GRAVOSO
LA RESA DI URSULA VON DER LEYEN A DONALD TRUMP SUI DAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
(Adnkronos/dPA) - Il 55% delle aziende tedesche resta preoccupato per le conseguenze del compromesso UE-USA sui dazi ritenendo che imponga un onere eccessivo all'economia europea e auspicando una posizione più dura in negoziati futuri.
E' quanto emerge da un sondaggio, condotto dalla Camera di Commercio e Industria Tedesca (DIHK) e che ha coinvolto 3.500 imprese. Tra le aziende con attività commerciali negli Stati Uniti, il 54% ha affermato che l'accordo potrebbe ridurre gli scambi commerciali con quel mercato.
Secondo un rappresentante della DIHK, Volker Treier, il nuovo approccio protezionistico degli Stati Uniti rischia di ritorcersi contro Washington , creando incertezza anziché un contesto stabile per gli investimenti. Le aziende si aspettano in gran parte che i clienti statunitensi si facciano carico dei dazi doganali più elevati.
VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E I DAZI
Tra le aziende che intendono adeguare la gestione dei dazi statunitensi, il 62% intende trasferire i costi ai clienti, mentre il 15% ha affermato che ne assorbirà l'impatto direttamente. L'indagine ha inoltre rilevato che il 17% delle aziende con attività negli Stati Uniti stava ritardando gli investimenti negli Stati Uniti e il 9% prevedeva di ridurli.
La DIHK ha sollecitato la rapida attuazione delle previste riduzioni tariffarie statunitensi su automobili e metalli e ha raccomandato un meccanismo per prevenire futuri aumenti tariffari. Treier ha affermato che, se necessario, l'UE non dovrebbe esitare a rispondere con contromisure e deve negoziare con fermezza.
“BRUXELLES ATTACCA LE NOSTRE BIG TECH” NUOVO SCONTRO TRA CASA BIANCA E UE
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN
A meno di una settimana di distanza dalla firma della dichiarazione congiunta, l'accordo commerciale tra gli Stati Uniti e l'Unione europea che avrebbe dovuto portare «stabilità e prevedibilità» torna a scricchiolare sotto i colpi di Donald Trump. Il presidente americano ha infatti minacciato di colpire con altri dazi i Paesi che «attaccano le nostre incredibili società americane del tech» attraverso «imposte digitali, legislazioni sui servizi digitali e regolamenti sui mercati digitali».
Pur senza menzionarla esplicitamente, il dito è puntato soprattutto contro l'Unione europea per la sua normativa sui mercati (Dma) e in particolare quella sui servizi digitali (Dsa), duramente contestate dall'amministrazione americana che lamenta limiti alla libertà di espressione.
Ursula von der leyen e donald trump a Turnberry in Scozia - foto lapresse
La Commissione europea - che è responsabile delle politiche commerciali, ma anche dell'applicazione dei due regolamenti digitali - ha subito rispedito al mittente le accuse di «discriminazione» mosse da Trump e ha ribadito che la regolamentazione di tali servizi «è un diritto sovrano dell'Unione europea e dei suoi Stati membri».
Detto diversamente: […] Bruxelles non ha alcuna intenzione di rivedere le proprie normative e nemmeno di condizionarne l'applicazione alle richieste americane […]
[…] Trump ha accusato i partner di aver definito le proprie norme in modo da colpire la tecnologia americana «mentre danno scandalosamente il via libera completo alle più grandi aziende tech cinesi».
IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI
Ma anche su questo un portavoce di Palazzo Berlaymont si è affrettato a precisare che «il regolamento sui servizi digitali non tiene conto del colore, della giurisdizione né del proprietario di un'azienda, ma si applica a tutte le piattaforme e a tutte le aziende che operano nell'Ue, indipendentemente dal luogo della loro sede». In particolare, si fa notare che le ultime decisioni prese nel quadro del Dsa riguardano AliExpress, Temu e TikTok, vale a dire tre società cinesi.
Secondo la Reuters, la Casa Bianca sarebbe inoltre pronta a colpire con sanzioni individuali i funzionari Ue che si occupano dell'applicazione del regolamento.
Per la Commissione e gli Stati membri il vero timore riguarda comunque la possibilità di nuove tariffe. L'accordo firmato la scorsa settimana, in seguito all'intesa raggiunta a fine luglio in Scozia tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, prevede dazi del 15% su quasi tutti i prodotti europei importati negli Usa, fatta eccezione per alcuni che saranno esentati, e la promessa di non applicare tariffe ulteriori per i settori sensibili, come quello farmaceutico e dei semiconduttori.
URSULA VON DER LEYEN DONALD TRUMP - ANDREA CALOGERO PER LA STAMPA
La questione dei due regolamenti «non fa parte dell'accordo e si tratta dunque di questioni separate» ha spiegato la Commissione, anche se nella dichiarazione congiunta c'è un passaggio ambiguo che recita: «Gli Stati Uniti e l'Unione Europea si impegnano ad affrontare le barriere commerciali digitali ingiustificate».
Bruxelles è comunque determinata a «procedere con l'attuazione dell'accordo-quadro»: entro la fine di questa settimana, la Commissione presenterà una proposta legislativa per azzerare tutti i dazi sui beni industriali americani, come previsto dall'intesa. Una mossa che dovrebbe portare gli Usa a ridurre dal 27,5% al 15% i dazi sull'importi di automobili europee con effetto retroattivo, vale a dire dal primo agosto.
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