DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Lorenzo Soria per "l'Espresso"
Negli anni in cui è andata in onda, "Veronica Mars" è stata una serie tv (al centro una teenager che si improvvisa investigatrice in una cittadina classista in California) molto popolare e amata dai suoi fan. Ma non ce n'erano abbastanza. Nel 2007, dopo tre stagioni, è stata interrotta. Da allora Kristen Bell, la protagonista, e Rob Thomas, il creatore, hanno dedicato il loro tempo ed energie andando a bussare alle porte di network, studio e produttori per far resuscitare Veronica.
Anni di sale di attesa, di illusioni, di riparliamone dopo Natale fino a che, pochi mesi fa, la Warner Bros Digital Distribution, un colosso dell'industria dei sogni di Hollywood, ha accettato: non nuovi episodi, ha proposto, ma un film per il quale era pronta a pagare il marketing, la promozione e la distribuzione.
Ottimo, e la produzione chi l'avrebbe finanziata? Qui, ha aggiunto la Warner, dovete arrangiarvi: i fan ci diano la prova non solo con le parole ma con i fatti che ci tengono davvero, rivolgetevi a Kickstarter. Si tratta di una rivoluzione. Una major decisa ad entrare in un mercato finora riservato a singoli entusiasti. Le conseguenze saranno enormi: sia per quanto riguarda i modi di produrre film e serie tv, sia per il linguaggio. E vediamo perché.
Kickstarter è un servizio di "crowdfunding", finanziamento collettivo, usato per fare decollare progetti cinematografici, band musicali, videogiochi, pièce teatrali, danza e design, moda e tecnologia e "tutto ciò che è creativo". Su Kickstarter ci si rivolge direttamente ai fans, agli utilizzatori finali del prodotto che pagano non in cambio di una partecipazione azionaria al progetto (proibita per statuto) ma di un Dvd, un Cd, un invito alla prima o un titolo di "producer".
E della felicità dovuta alla sensazione di appartenere, di essere parte del processo creativo perché ognuno dice la sua e ha suggerimenti da offrire. Da quando è partito, quasi quattro anni fa, Kickstarter ha raccolto da fans e sostenitori 570 milioni di dollari, andati a finanziare 40 mila progetti.
Trattiene per sé il 5 per cento della raccolta e nel suo modello non ci sono vie di mezzo, o un'iniziativa raggiunge l'obiettivo monetario stabilito o i fondi impegnati non possono essere incassati. Tutto o niente, insomma, e pur con queste limitazioni quattro progetti su dieci arrivano a termine, con contributi che si aggirano tra i mille e i 10 mila dollari. Ventisei hanno già superato la barriera del milione.
Ma un milione in quattro ore? à quello che è appunto accaduto quando Kickstarter ha aperto la raccolta per il progetto di "Veronica Mars", che si era dato un mese per raccogliere due milioni di dollari. «C'è la possibilità di una sconfitta spettacolare», aveva ammonito Thomas, appena iniziò l'avventura. Invece alla fine della prima giornata aveva raggiunto il target prefissato.
Poi lo ha moltiplicato: 5,7 milioni di dollari offerti da 92.500 fan ripagati con una versione in Pdf della sceneggiatura per chi ha messo 10 dollari, con una t-shirt per chi ne ha dati 25 e con un poster firmato per chi è arrivato a quota 200. C'è anche un ruolo con dialogo per coloro che sono impegnati con 10 mila dollari. E se non mancano quelli che hanno salutato l'ingresso della Warner come una manovra che snatura lo spirito del crowdfuding (perché a questo punto è inevitabile l'ingresso in questo business delle altre major), le reazioni sono state per lo più positive.
Thomas ci va cauto: «Non so se adesso chiunque desideri fare un film da tre o quattro o cinque milioni potrà rivolgersi a Kickstarter e trovare i fondi», dice, «certo sarebbe bello scoprire che siamo stati dei pionieri». E in ogni caso ci si aspetta che il caso "Veronica Mars" avrà un'influenza enorme sul tipo di progetti che a Hollywood veranno realizzati. Critici e storici avvertono: da un lato la produzione delle opere d'arte sarà più facile e più democratica: la forza dei fans unita a quella degli studio è in grado di abolire molti ostacoli.
Dall'altra però diventa più arduo dar vita a un gesto artistico d'avanguardia, una produzione che non segue i gusti del pubblico ma che sfida l'opinione comune su ciò che è bello e buono. O forse, semplicemente, la produzione della cultura, e nello specifico dei film e tv, procederà per tante innumerevoli nicchie, che alla fine fanno massa. Ne sembra essere convinto Yancey Strickler, cofondatore del sito: «Ciò che sta accadendo è più grande della nostra piattaforma. Questi progetti sono ormai parte della cultura, nostra e americana».
C'è di tutto, in Kickstarter. Un orologio digitale ("Pebble") che si connette con gli smartphone ha raccolto 10 milioni di dollari, cento volte l'obiettivo. Un famoso fotografo (Armando Gallo) intende pubblicare una nuova edizione interattiva di "I Know What I Like", il libro sui Genesis che lo ha reso famoso 35 anni fa. C'è la raccolta di fondi per i ballerini di una compagnia di Saint Louis (Madco) che vorrebbero esibirsi a New York.
Ma il campo nel quale il finanziamento dal basso sta avendo un impatto più profondo è il cinema, dove sta trasformando il tradizionale sistema del produttore o dello studio che fanno da arbitri e determinano chi va avanti e chi no. A meno che non chiedano aiuto a Kickstarter, appunto. E prodotti un tempo destinati a restare dei sogni nei cassetti adesso trovano il loro pubblico grazie anche a piattaforme concorrenti: GoFundMe, IndieGoGo, RocketHub, PledgeMusic, Crowdrise, Crowdtilt.
Quest'anno, al Festival di Sundance il 10 per cento dei film presentati sono stati messi in piedi con Kickstarter. E poi, "Inocente", un cortometraggio (su un'artista immigrata illegale) finanziato da 294 sostenitori che hanno messo 52 mila dollari, ha vinto l'Oscar. Adesso anche i progetti più intimi sembrano trovare il loro spazio. Un solo esempio: "Rocks in my pockets" di Signe Baumane.
«Sono sorpresa che abbia toccato così tanti cuori», dice lei, animatrice originaria della Lettonia e che soffre di gravi episodi di depressione. E anche se ha cercato di dargli un tono comico, il soggetto del suo primo lungometraggio è la depressione. Quando ha scoperto che non aveva fondi per la musica e il suono, ha chiesto 42.800 dollari via Kickstarter. In 25 giorni ha superato il suo obiettivo grazie a 655 sostenitori che hanno versato da uno a 5 mila dollari a testa.
Ma forse la scelta rivoluzionaria della Warner di giocare la partita anche su questa piattaforma è dovuta al fatto che negli ultimi mesi vi sono presenti artisti e creativi affermati. Tim Schafer ha cercato 400 mila dollari per un nuovo videogame, "Double Fine Adventure": si è ritrovato con quasi tre milioni e mezzo.
La musicista Amanda Palmer ha chiesto 100 mila dollari per finanziare un nuovo album con tour annesso: ha superato il milione. Si è rivolto a Kickstarter David Fincher, il regista di "Fight Club" e "The Social Network", per finanziare con 400 mila dollari un progetto di animazione "The goon", circa la stessa somma cercata e ottenuta da Charlie Kaufman, lo sceneggiatore di "Essere John Malkovich", per portare nelle sale "Anomalisa". Poi c'è stato lo scossone "Veronica Mars", appunto.
Adesso assieme all'entusiasmo viene il timore di abusi: un sistema partito dal basso per dare possibilità a chi non ha fama rischia di favorire soprattutto chi l'ha già . Schafer, quello dei videogame, ha scoperto che anche 3,5 milioni non erano abbastanza e chiede altri soldi. La Palmer, con in mano più di un milione, in ogni tappa del tour si è avvalsa di musicisti locali non retribuiti.
E ora ci si mette pure a regalare soldi alla Warner? Più che una nuova forma di democrazia un'altra piramide, dicono i critici. La risposta: il fine del finanziamento collettivo non è correggere le iniquità del mondo ma allargare il numero di persone che possono portare a termine i loro progetti creativi, lasciando spazi a nuovi linguaggi. Dice Noah Nelson, sceneggiatore e collaboratore del "Huffington Post": «Mi sembra un fatto positivo che la Warner (e le major che la seguiranno) si assuma rischi e si presti a sperimentare formule e linguaggi nuovi».
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