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STAMPA, BABY, STAMPA! - DRAGHI VEDE UNA CRESCITA ''PIÙ DEBOLE DEL PREVISTO'' E RICORDA A TUTTI CHE HA UN BAZOOKA TRA LE MANI: ''PRONTI AD ACQUISTARE DI PIÙ IN CASO DI NECESSITÀ''. IL TETTO MASSIMO DEGLI ACQUISTI DI ASSET PASSA DAL 25% AL 33% DEL DEBITO GOVERNATIVO

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(WSI) - La Bce ha lasciato invariati allo zero i tassi di interesse dell'area euro. "Il Consiglio direttivo è pronto ad agire con tutti gli strumenti che ha a disposizione e in linea con il mandato" in caso di necessità: è quanto ha detto il presidente Mario Draghi, nella consueta conferenza stampa delle 14.30 che segue la decisione sui tassi. Proprio oggi il numero uno della Banca centrale europea compie 68 anni. E proprio oggi è arrivata la sorpresa, come molti speravano. Draghi ha infatti reso noto che il tetto massimo relativo agli acquisti di asset passa dal 25% di debito governativo (emesso) al 33%: l'annuncio implica che la Bce potrebbe dunque acquistare maggiori quantità di un singolo asset.

draghi tsipras putin varoufakisdraghi tsipras putin varoufakis

 

Draghi ha ripetuto che il QE continuerà fino al settembre del 2016, ma anche oltre in caso di bisogno, ricordando che nel secondo trimestre il Pil dell'Eurozona è cresciuto di appena lo 0,3%, al di sotto delle attese. Lo stesso trend dovrebbe essere confermato nella seconda metà dell'anno.

 

"Utilizzeremo tutti gli strumenti del nostro mandato, in caso di bisogno", ha insistito, aggiungendo che la Banca centrale europea potrebbe cambiare le dimensioni, la composizione e la durata del programma di Quantitative easing (che al momento si traduce in un acquisto di asset, ogni mese, per un valore di 60 miliardi di euro).

mario draghi e janet yellen mario draghi e janet yellen

 

Il banchiere lancia d'altronde l'avvertimento sui "rinnovati rischi al ribasso", che sono emersi nell'outlook relativo alla crescita e all'inflazione, nel corso delle ultime settimane. Di fatto, la Bce ha ridotto le stime sia sul Pil che sull'inflazione.

 

Ora si prevede che nel 2015 il Pil dell'Eurozona cresca dell'1,4% (contro il +1,5% previsto); per poi fare +1,7% nel 2016 (rispetto a +1,9% precedente) e +1,8% nel 2017 (contro stima +2%). Le previsioni sull'inflazione sono state ridotte allo 0,1% per il 2015 (contro la precedente stima dello 0,3%), all'1,1% per il 2016 (contro +1,5%) e 1,7% (contro precedente +1,8%).

 

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"Potremmo assistere a numeri negativi sul fronte dell'inflazione, nei prossimi mesi", ma un tale trend sarà dovuto soprattutto al calo dei prezzi energetici e di altre commodities, e non a una vera e propria deflazione.

 

In ogni caso Draghi ha ribadito più volte il desiderio della Bce di agire. E sull'euro afferma che il tasso di cambio, pur non essendo un obiettivo di politica monetaria, è molto importante per la stabilità dei prezzi e per la crescita. La moneta unica accelera così al ribasso.

 

Mario Draghi Mario Draghi

Sul fronte Grecia, Draghi ha sottolineato che la Bce ha protetto i depositi greci da qualsiasi forma di svalutazione. Alla domanda di un giornalista sulla possibilità di reintrodurre il waiver - che permetterebbe ad Atene di acquistare i bond greci nonostante il basso rating sul debito - il numero uno della Bce ha sottolineato che una situazione del genere non può ripresentarsi, in quanto la Grecia è di nuovo coinvolta in un programma di bailout. L'istituto ha inoltre tagliato i fondi di emergenza a sostegno della Grecia da 89,7 miliardi a 89,1 miliardi di euro.

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Altra domanda cruciale: il peggio delle turbolenze dei mercati è finito, o la Bce si aspetta ancora maggiore volatilità? Draghi ha detto che è necessario attendere per vedere se quella delle ultime settimane sia stata una volatilità di breve termine, o se si può parlare di volatilità permanente. In quest'ultimo caso, si assisterebbe a un aumento dei premi sul rischio, e ciò significherebbe che le stime rilasciate oggi sulla crescita e l'inflazione potrebbero essere anche troppo ottimistiche.

 

Sulla crisi dei mercati emergenti: riferimento a "un peggioramento della situazione in diverse economie emergenti", che lascia pensare che sia improbabile assistere velocemente a una inversione.