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Antonio Massari e Valeria Pacelli per il "Fatto quotidiano"
Agosto 2011: Standard & Poor's fotografa la situazione finanziaria e politica italiana, ipotizza che Silvio Berlusconi possa lasciare il posto a un governo tecnico, e definisce il Paese in una fase di stallo. Gennaio 2012: Berlusconi s'è dimesso da due mesi, Monti è al governo, annuncia le riforme, e S&P fotografa nuovamente lo stato del Paese: siamo comunque in "stallo".
E ancora: S&P declassa gli Usa, c'è un errore nella valutazione, ma - a giudicare dalle intercettazioni - non si comprende chi abbia sbagliato: se l'agenzia di rating, nell'analizzare i dati, oppure il governo di Obama, nel fornire cifre sbagliate. E poi i tempi di divulgazione dei report: per norma devono essere tassativi, proprio per impedire speculazioni, e invece le notizie girano eccome: è proprio Giuseppe Vegas, presidente della Consob, a confermarlo, parlando con il pm di Trani, Michele Ruggero: "C'era stata una fuga di notizie".
Ecco: al di là degli esiti penali, tutti ancora da verificare, c'è qualcosa di davvero inedito nell'inchiesta di Ruggero: la piccola Procura di Trani è entrata, per la prima volta, nei santuari della finanza mondiale, svelando i lati oscuri di chi, con un "semplice" report, è in grado di condizionare la vita di miliardi di persone. A volte - come per l'Italia - senza utilizzare, per loro stessa ammissione, un adeguato numero di analisti senior e dubitando delle loro stesse capacità : "Alcuni analisti non ritengono che noi avessimo le capacità per sostenere questo tipo di azioni di rating in Italia, al momento ritengono che serve più personale senior che si occupi dell'Italia adesso" , dice Maria Pierdicchi, ad per l'Italia dell'agenzia di rating, parlando con l'ex presidente Deven Sharma.
Ad agosto 2011 S&P sceglie una linea attendista. Pierdicchi parla al telefono con Paola Valentini: "Ieri - dice Valentini - ero con Renato (Renato Panichi, director del settore Financial Institution S&P Italia, ndr) e gli sono arrivate delle carte da parte di Harrison (David Harrison, primary credit analyst della sede di Londra, ndr) o di Frank (Frank Gill, Senior director of european sovering S&P, ndr) dicendo che il comitato non aveva parlato... a New York era spostato a data da destinarsi (..) Frank aveva mandato anche una mail spiegando che ci sono delle evoluzioni a livello politico, che poi Berlusconi andrà da Napolitano a parlare, che c'è la possibilità di un governo tecnico perché Berlusconi è sotto pressione, quindi diceva prendiamo tempo e vediamo come vanno le cose".
Il cambiamento arriva: Mario Monti, il 5 dicembre, presenta il programma di riforme strutturali. Eppure il 13 gennaio 2012, nonostante sia stato superato lo "stallo politico" dell'epoca berlusconiana, l'analisi politica economica di S&P resta identica: c'è il credit watch negativo sull'Italia che, secondo l'accusa, è frutto di "artifici informativi".
Stando agli atti, S&P non è pienamente affidabile sui tempi della divulgazione di notizie sensibili: Giuseppe Vegas, presidente della Consob, il 31 gennaio spiega ai pm il senso di una lettera, inviata all'Esma, sulla "inconsistenza delle ragioni del declassamento". E sul declassamento dice: "Io l'ho saputo il giorno stesso perché (...) sono iniziate fughe di notizie". I pm chiedono a chi avesse poi riportato questa notizia e Vegas risponde: "Con il direttore generale Caputi".
I vertici S&P non vedono di buon occhio le indagini di Ruggero. Tantomeno la denuncia della Federconsumatori: "Quest'associazione - dice Pierdicchi a Deven - sta usando Trani per presentare denunce perché ho ha trovato nel procuratore uno che ha voglia di farsi pubblicità ".
E auspica cautela: "Dobbiamo essere consapevoli delle conseguenze che ciascuna azione avrà in termini di reazioni, media, politici. (..) Ci sono state perfino osservazioni da parte del responsabile amministrativo delle banche, Passera, Gizzoni..., sai, i tipi che abbiamo incontrato ultimamente, sono stati espliciti, perché sentono la pressione della loro industria...". E ancora: "Il governo è anche molto fragile in questo momento perché come sai lo spread si è allargato terribilmente. Tremonti è sotto attacco (...)".
Una persona non identificata, interna a S&P, commenta l'errore nel downgrading Usa. "Se c'è un errore è perché la tesoreria ci ha dato un numero sbagliato", dice. "Quindi avete cambiato il comunicato stampa?" chiede la donna. "No". L'ad risponde: "Quindi non ci sono errori". E l'anonimo: "Sì, ma il numero la stampa britannica l'ha riportato, lo riportano nel senso: la Casa bianca sostiene che S&P's sta commettendo errori. Lo stanno facendo, dando l'impressione d'una difesa a livello politico. La stampa non crede alla versione degli errori".
RATING TRIPLA A STANDARD E POOR standard big BARACK OBAMA A BOCCA APERTA IL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGASCONSOB CORRADO PASSERA E MARIO MONTI
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