DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
«LA VERITÀ» SI FA MALE, LO SAI
Da “la Verità”
In relazione all' articolo «Tegola per Confindustria, Mansi indagata» abbiamo erroneamente indicato nel catenaccio del titolo il reato di corruzione. L' articolo cita invece i reati di concussione e abuso d' ufficio. Per Antonella Mansi, vicepresidente di Confindustria, l'accusa è di concorso in abuso d' ufficio. Ci scusiamo con l' interessata e con i lettori.
Alessandro Da Rold per ''la Verità''
Nuova tegola sulla Confindustria di Vincenzo Boccia, già travolta dall' inchiesta sulle copie gonfiate del Sole 24 Ore di Roberto Napoletano e quella sull' ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, che ha toccato di striscio pure il direttore generale Marcella Panucci, come raccontato dalla Verità.
Antonella Mansi, vicepresidente da ben due mandati, nell' advisory board di Unicredit, presidente del Centro di Firenze per la moda italiana, già numero uno della Fondazione Mps e consigliere di Bassilichi, è indagata in un' inchiesta della procura di Vasto assieme ad altre otto persone, tra cui i vertici dell' Agenzia delle entrate della regione Abruzzo.
Nella lista c' è l' ex direttore dell' agenzia Federico Monaco (oggi alla direzione centrale dei servizi fiscali), l' ex direttore provinciale di Chieti, Roberto Nannarone, e Gianni Guerrieri, già direttore centrale dell' Omise, l' Osservatorio del mercato immobiliare e dei servizi estimativi dell' Agenzia delle entrate di Roma. Le accuse sono di abuso d' ufficio e tentata concussione. Contattata dalla Verità, la Mansi ha spiegato: «Sono totalmente estranea alla vicenda e attendo di poter chiarire la mia posizione nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura».
Il capo della procura abruzzese Giampiero Di Florio ha chiuso le indagini due settimane fa e nei prossimi giorni le difese dovranno rispondere prima del rinvio a giudizio. La vicenda, raccontata anche dal quotidiano Il Centro, ruota intorno a presunti favori che l' ente che monitora l' andamento delle nostre entrate tributarie avrebbe fatto a una società del gruppo Solmar, la Hadry tanks, un' azienda che si occupa dello stoccaggio e della commercializzazione di acido solforico e fosforico, amministrata proprio dalla Mansi (è presidente) insieme con Mario Puccioni, anche lui indagato. In pratica, stando all' accusa, Puccioni avrebbe ceduto a sé stesso, cioè alla Hadry tanks, un ramo della sua vecchia azienda a un prezzo dimezzato rispetto a quello stabilito successivamente dall' Agenzia delle entrate.
MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSI
Nel 2013 il prezzo della cessione veniva fissato in 7.960.000 euro, di cui 4.140.000 per l' avviamento, 1.100.000 per attrezzature e impianti, e 2.760.000 per l' immobile, come ricorda il quotidiano abruzzese. Ma nel febbraio del 2015 il direttore dell' agenzia delle entrate di Chieti Maurizio Franceschini rompe le uova nel paniere e notifica un avviso di rettifica alle parti, perché la stima di vendita sarebbe nettamente superiore: il valore economico per il fisco è di 19 milioni e mezzo di euro, non di 8.
Nel capo di imputazione si legge: «Nannarone, previa intesa con Monaco si presenta presso la sede di Vasto e, abusando della sua qualità, compiva atti idonei e diretti a costringere il direttore Franceschini ad annullare l' avviso di accertamento per far conseguire indubbi vantaggi patrimoniali agli amministratori della Hadry tanks, senza fornire alcuna giustificazione, senza addurre alcuna spiegazione plausibile, esibendo documenti comprovanti un eventuale errore di valutazione a riguardo, affermando semplicemente che «la perizia era sbagliata».
Non solo. Nei giorni successivi, per telefono, Nannarone avrebbe riferito a Franceschini «che aveva ricevuto a sua volta», come prosegue l' accusa, pressioni dal vicepresidente di Confindustria che, essendo toscano, era vicino all' allora presidente del Consiglio Matteo Renzi», reiterando l' illegittima e indebita pretesa di annullamento dell' atto». A questo punto, dal momento che Franceschini non aveva ceduto, i due si sarebbero rivolti all' Omise per una stima «con la finalità di "assicurare un' efficace difesa degli interessi erariali nella controversia in questione"».
Antonella Mansi bfcf a b ca ed ba e d
Dall' unità nazionale di valutazione dove era presente lo stesso Guerrieri arrivava quindi un nuovo parere che, «fondandosi su criteri di stima inesatti e comunque non rispettosi sia del dato normativo di riferimento sia dell' effettiva consistenza del ramo d' azienda», calcolava il valore complessivo in 9 milioni e 680.000 euro.
Alla fine il prezzo veniva determinato «in assenza di Ctu, in 8 milioni e 757.000 euro».
Qui le carte e le accuse. La questione però sta già toccando i piani alti della presidenza di Confindustria, dove da tempo c' è chi si interroga sulle prossime elezioni.
Il prossimo anno sarà decisivo per viale dell' Astronomia, dal momento che a maggio sarà nominato il nuovo consiglio generale che designerà poi nel marzo del 2020 l' assemblea che eleggerà il nuovo presidente.
In viale dell' Astronomia non è passata inosservata la scelta della chiamata a raccolta degli iscritti. Sarà a Milano dal 7 all' 8 febbraio, dove ci sarà la presentazione di Connext, progetto di partenariato industriale diretto proprio dalla Mansi.
La scelta del capoluogo lombardo non è casuale, perché a quanto pare il prossimo presidente di Confindustria dovrebbe arrivare proprio dal Nord Italia, una figura più vicina ad Assolombarda, capace di rialzare le quotazioni dell' associazione di industriali, soprattutto dal punto di vista politico, dopo la fallimentare decisione di appoggiare l' ex presidente del Consiglio Matteo Renzi al referendum costituzionale del 4 dicembre del 2016. Nel frattempo, le inchieste continuano.
Antonella Mansi e Jacopo Morelli antonella mansi Antonella Mansi la chimica del potere h partb Antonella Mansi
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