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Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
Un riassetto senza rivoluzionare l'impronta familiare.
L'ingresso di Rocco Basilico, 32 anni, nella lussemburghese Delfin, il sancta sanctorum dell'impero Del Vecchio, dà una piccola scossa, introducendo un cognome nuovo e abbassando l'età media. Ma mentre è ancora ufficialmente da sciogliere il nodo della presidenza, la regola azionaria del 12,5% resta sacra: otto soci tutti uguali, otto fette virtuali di una torta che vale 30 miliardi tra partecipazioni industriali, finanziarie e immobiliari (EssilorLuxottica, Generali, Mediobanca, Unicredit ecc).
DELFIN - DIVISIONE QUOTE E STRUTTURA EREDITARIA
Fa capo a Delfin, tra l'altro, anche La Leonina, considerata una delle più belle ville Belle Époque della Costa Azzurra. Proprio nella villa ha sede secondaria una società del Delaware del primogenito Claudio Del Vecchio.
Riusciranno a convivere pacificamente gli otto soci? Cioè i tre figli di Del Vecchio avuti con Luciana Nervo (Claudio 65 anni, Marisa 63, Paola 61), i due con Sabina Grossi (Luca 21 e Clemente 18), quello con Nicoletta Zampillo, sposata due volte (Leonardo Maria 27), il figlio di Zampillo nato dalla precedente unione con Paolo Basilico (Rocco, 32) e infine la stessa vedova.
È di 47 anni la differenza di età tra il primo e l'ultimo rampollo del fondatore di Luxottica. Non sarebbe sorprendente se vi fossero visioni diverse sulle strategie: per esempio su come gestire le partecipazioni o sulla politica dei dividendi. La sintesi spetta al management che non a caso ha amplissimi poteri. Ma l'esperienza insegna che la convivenza di tanti rami familiari talvolta è un terreno minato. Per ridurre i rischi ci sono gli avvocati «preventivi».
LEONARDO DEL VECCHIO MOGLIE NICOLETTA ZAMPILLO
Così è stata costruita una meticolosissima impalcatura di regole. Lo statuto dà continuità alla gestione attuale, voluta da Del Vecchio e «ingabbia» i soci, cioè li costringe alla compattezza e alla quasi unanimità.
D'altra parte, però, la regola dell'88% dei voti per modificare lo statuto e nominare (o revocare) un amministratore (atto fondamentale vista la centralità del board) rischia di ingessare la società. Basterebbe infatti che uno solo degli otto azionisti si mettesse di traverso con il suo 12,5% per bloccare delibere di quel tipo. È così? Probabilmente nelle prossime settimane si chiariranno molti aspetti della governance post-Leonardo.
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