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TRUMP USA I DAZI SULL’ACCIAIO COME ARMA PER IMPORRE ALL’UE IL SUO PIANO PER KIEV – L’OFFENSIVA COMMERCIALE DEL TYCOON ARRIVA NELLA SETTIMANA IN CUI GLI AMERICANI ANNUNCERANNO A MONACO IL PROGETTO PER UNA PACE IN UCRAINA E PRESENTERANNO IL CONTO (ECONOMICO E MILITARE) AGLI ALLEATI EUROPEI – I DAZI AL 25% NON RISPARMIANO I GOVERNI PIÙ “ALLINEATI” AL TRUMPONE, COME QUELLO DELLA MELONI – “THE DONALD” RIPOSTA SUI SOCIAL UNA FRASE DI PUTIN: “L’EUROPA SARÀ AI PIEDI DEL PADRONE” (OVVERO LO STESSO TRUMP)…
Estratto dell’articolo di Francesca De Benedetti per www.editorialedomani.it
L’annuncio trumpiano di dazi pronti a colpire anche l’Unione europea rappresenta una leva negoziale utilizzata dalla Casa Bianca non per caso proprio nella settimana in cui sta per presentare all’Europa il proprio piano per l’Ucraina (e agli europei il conto).
E siccome è di Donald Trump che si tratta, la leva è usata in versione estrema, on steroids come direbbero gli americani stessi: più che una leva, è una vera e propria clava che aleggia sulle teste dei leader europei minacciando di colpirli.
Con quale fine, è Donald Trump stesso a farlo intendere rilanciando dal suo account social una dichiarazione di Vladimir Putin: «Il presidente russo dice che l’Europa sarà ai piedi del padrone», sottintendendo che sia Trump, «mentre i dazi trumpiani allarmano gli alleati».
Nel caso dei dazi al 25 per cento su acciaio e alluminio, inoltre, la clava – come era prevedibile – non risparmia i capi di governo più allineati: anche se Giorgia Meloni punta a porsi come canale privilegiato tra Bruxelles e Washington, i numeri dicono che tra i paesi Ue quelli che nel 2023 hanno esportato più acciaio negli Usa sono la Germania e – a seguire – l’Italia.
La clava d’acciaio
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO
«Non importa da quale paese provenga: qualsiasi tipo di acciaio entri negli Stati Uniti sarà sottoposto a dazi del 25 per cento. Ovviamente ciò varrà anche per l’alluminio, e con la stessa percentuale». L’avviso (o l’avvertimento) è stato dato da Trump nel weekend, mentre era a bordo di un Air Force One che lo portava da Mar-a-Lago al Super Bowl, assieme ad altre due informazioni: che «questi dazi saranno annunciati questo lunedì» e che «altri dazi seguiranno durante la settimana».
[…]
Anche se i dati sulle importazioni di acciaio negli Usa relativi al 2023 mostrano che il volume maggiore di import viene da Canada (oltre 25 miliardi di dollari), Cina (14) e Messico (13), gli europei – e alcuni paesi in particolare – sono coinvolti nella partita. Soprattutto due paesi Ue esportano acciaio negli Usa: la Germania (per 4 miliardi e mezzo), paese al quale l’economia italiana è strettamente connessa, e poi l’Italia stessa (quasi 3 miliardi di dollari).
VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN
«Per l’Ilva non mi preoccupo»: il meloniano Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha lanciato messaggi rassicuranti, aggiungendo che «ai dazi di Trump l’Ue non deve reagire». Ancor più sfrenato Matteo Salvini, reduce da un weekend madrileno all’insegna del trumpismo e del “Make Europe Great Again”: «Penso che i dazi statunitensi possano essere un’occasione», è arrivato a dire; «uno stimolo per l’Europa».
Negoziati poco dialoganti
DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
«Non abbiamo ricevuto notifiche di dazi aggiuntivi e non rispondiamo ad annunci generici»: è questa la prima reazione della Commissione, seguita da un «Reagiremo per proteggere gli interessi europei da misure ingiustificate».
In realtà già la scorsa settimana Ursula von der Leyen aveva lanciato (guarda caso) un dialogo strategico sull’acciaio, mentre nelle stesse ore dell’annuncio trumpiano Emmanuel Macron parlava alla Cnn (dicendo in sintesi che «l’Europa deve avere una sua linea, non andare al traino di Trump»).
Si è già visto con Canada e Messico – coi quali, dopo aver annunciato i dazi, Trump ha trattato – che il presidente usa i dazi come clava negoziale, e nel caso europeo c’è una questione specifica da porre (o imporre) agli europei: il piano trumpiano sull’Ucraina.
Nel fine settimana, nel contesto della conferenza sulla sicurezza di Monaco, gli Usa (presenti con il vicepresidente J. D. Vance, che incontrerà anche Zelensky, e con l’«inviato speciale per Ucraina e Russia» Keith Kellogg, che poi andrà a Kiev) tenteranno di farlo accettare agli europei (ecco perché Trump rilancia la dichiarazione di Putin sull’Ue ai piedi).
Per l’ennesima volta l’Ue è marginalizzata in fase decisionale (già prima della guerra, a Ginevra, Biden e Putin esclusero l’Ue) ma coinvolta nell’esternalizzazione delle perdite. Trump ha detto esplicitamente che il coinvolgimento degli Usa resterà nella misura in cui l’Ucraina potrà essere saccheggiata: «Kiev ha materiali rari di gran valore. Daremo loro forniture nella misura in cui loro ci daranno quei miliardi che nascondono sotto terra». Inoltre «l’Ue dovrà contribuire di più di quel che fa ora».
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI NELLA LOGGIA NERA - MEME BY EDOARDO BARALDI
Non si tratta solo di aumentare le spese per la difesa, tema sul quale l’Ue sta già andando incontro a Trump, ma di fornire le cosiddette “garanzie di sicurezza”, il che significa prevenire un’altra invasione, dunque anche mandare forze sul campo. Che le si voglia vedere come forze di pace o come i «boots on the ground» di cui parlò Macron mesi fa, significa un impegno crescente dell’Ue, mentre è Trump a tirare le fila.
Questo martedì – nel contesto del vertice sull’intelligenza artificiale a Parigi – Vance incontra Macron e pure von der Leyen, snobbata finora da Trump che ha incontrato altri leader.
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