mercadante messina messiah bazoli

UBI DELLE MERAVIGLIE – DOPO IL FONDO PARVUS ALLE CAYMAN, PRIMA AZIONISTA "CLANDESTINO" DELLA BANCA, E LE OPERAZIONI DI UBI INTERNATIONAL (BERETTA) E QUELLE DELLA SARAS PETROLI (MORATTI), ORA MASSIAH TIRA FUORI DAL SUO CAPPELLO DI ILLUSIONISTA ''TESORI NASCOSTI NEL BILANCIO'' E LA "MAGIA" DI 330 MILIONI DI DIVIDENDI IN PIÙ NEL TRIENNIO 2020-2022, ATTIRANDO I CONTROLLI DI BCE - DOPO LE DIMISSIONI DI CERA DAL PATTO DI CONSULTAZIONE (IL CAR), SI APRONO ALTRE CREPE TRA I SOCI

Rosario Dimito per Il Messaggero

 

UBI BANCA

Si aprono crepe nel muro dei «no» all'Ops su Ubi Banca che i soci storici dell'istituto bergamasco avevano eretto contro la proposta annunciata da Intesa Sanpaolo. E in contemporanea la Bce ha acceso un faro sul nuovo piano di Ubi per cercare di capire il senso di obiettivi apparentemente contraddittori, mentre il sindacato scende sul piede di guerra sugli esuberi. Probabilmente non era ciò cui aspiravano i vertici dell'istituto dopo i proclami sulla bocciatura.

 

LE GRANDI FAMIGLIE

giuseppe Lucchini

Quanto alle crepe, quasi due mesi fa Giuseppe Lucchini, erede di una delle grandi famiglie bresciane e socio storico della Banca Lombarda che aveva contribuito alla nascita di Ubi, si era sfilato dal patto bresciano, contrario all'Ops con il suo 8,7%, approfittando di una finestra concordata.

 

Apparentemente il suo gesto non aveva avuto grande seguito, fino a quando giovedì scorso, vigilia del voto del cda di Ubi sull'Ops, una dichiarazione di Aldo Poli, presidente della Fondazione del Monte di Lombardia (socio di rilievo dell'istituto bergamasco con il 4,9%), non aveva allargato quella piccola crepa.

ubi - Victor Massiah, Letizia Moratti e Andrea Moltrasio

 

In una intervista, Poli aveva infatti annunciato l'intenzione di valutare, su mandato del cda della Fondazione, l'offerta di Intesa Sp «senza pregiudizi e nell'interesse del territorio e della valorizzazione dei nostri investimenti». Aveva inoltre lasciato intendere che un ritocco dell'offerta avrebbe indotto a rivedere le rigidità iniziali.

 

Una posizione decisamente non allineata con quanto nelle stesse ore veniva fatto trapelare dal cda Ubi, dove si stava preparando la netta bocciatura che di lì a poco sarebbe stata comunicata al mercato.

 

 

mario cera

Ma quella di Poli non era l'unica sorpresa dietro l'angolo: mentre venerdì 3 il vertice di Ubi approvava l'aggiornamento del piano industriale che avrebbe supportato la bocciatura dell'offerta, al Comitato azionisti di riferimento del Car - il patto di consultazione che raccoglie il 18,8% del capitale di Ubi cui tra gli altri partecipa con il 4,9% la Fondazione Lombardia guidata da Poli - veniva recapitata la lettera di dimissioni dal Comitato di presidenza dell'avvocato Mario Cera.

 

I TESORI NASCOSTI

Massiah e Bazoli

Docente di diritto commerciale all'Università di Pavia, Cera è considerato tra i personaggi più influenti nell'ambito dell'azionariato Ubi e di Cattolica che del Car fa parte. Difficile che le sue dimissioni, motivate ufficialmente con ragioni personali, non vengano interpretate come un segnale diretto alle altre personalità del patto.

 

bce

L'attesa ora è per il giudizio sull'offerta che a metà settimana Société Generale, l'advisor incaricato di valutare l'offerta dalla Fondazione del Monte e dalla Fondazione Cuneo (cui fa capo il 5,9% di Ubi, anch' esso apportato al Car dove negli ultimi giorni sta vacillando la leadership del presidente Gianni Genta, messo alle strette dal Comune della città Granda e altri soggetti come Beretta, Bombassei, Bosatelli, Radici sono alla finestra), ha promesso di fornire: ove tale giudizio fosse di apertura, probabilmente la crepa diverrebbe ampia e ufficiale.

UBI BANCA BRESCIA

 

Domani si riuniscono le fondazioni e potrebbero esserci novità. Ma, come detto, ci sono altri due fronti che si aprono davanti a Ubi. Da fonti autorevoli si apprende che hanno destato sorpresa nella Bce i nuovi obiettivi al 2022 del piano industriale annunciato dall'ad Victor Massiah (da adottare se fallisse l'Ops), soprattutto in relazione a 840 milioni di dividendi a fronte di un utile ridotto dal piano del 17 febbraio di 103 milioni (da 665 a 562 milioni).

 

Un piano così performante non si era mai visto dalle parti di Brescia e Bergamo, e con livelli di remunerazione del capitale così significativi da aver dovuto ricorrere, per giustificarli, alla suggestione dei «tesori nascosti» nei bilanci del gruppo.

 

POSIZIONE NON NEGOZIABILE

Carlo Messina e victor Massiah

La sorpresa degli uomini di Francoforte si spiega facilmente: per essere credibili in termini di rispetto dei ratios di solvibilità, le banche devono concordare con la Bce i piani industriali, ed evidentemente di quello rivisto da Ubi nessuno sapeva. È perciò presumibile una verifica a stretto giro tra il vertice della banca bergamasca e gli uomini della Vigilanza di Francoforte per meglio individuare le fonti di un contributo aggiuntivo così importante.

 

VICTOR MASSIAH

Infine la questione occupazionale su cui ieri sera è nata una polemica tra i portavoce di Intesa e di Ubi a proposito del rapporto uscite-nuovi assunti. Il leader Fabi, Lando Sileoni ha scoperto dal piano revised che la banca dovrà mandare a casa 2 mila dipendenti, al netto di mille assunzioni.

 

«Significa che ci saranno - scrivono i vertici del più importante sindacato del settore - non meno di 3 mila fuoriuscite e mille assunzioni con un rapporto di uno a tre. La nostra posizione sull'argomento è chiara da sempre e la ribadiamo: il rapporto deve essere di uno a due, cioè un'assunzione ogni due uscite volontarie».

MASSIAH LETIZIA MORATTI

 

Un messaggio esplicito che la posizione enunciata non sembra destinata a diventare negoziale. Intanto il cda di Intesa Sp fissato per martedì 7, è stato rinviato al 9, mentre l'ops parte domani.

 

INTESA UBI: THE ITALIAN TIMES, 'UBI DICE NO IN NOME DEI TESORI NASCOSTI NEL SUO BILANCIO'

UBI BANCA index

(Adnkronos) - "Come previsto, il Cda di UBI ha bocciato l'offerta di scambio avanzata da Intesa Sanpaolo. Quelle che non erano previste sono le motivazioni (a parte quelle ovvie di voler restare indipendenti per continuare a comandare a casa propria) per spiegare agli azionisti cosa farà la banca per essere remunerativa per i propri azionisti:

 

Massiah ha infatti tirato fuori dal suo cappello di illusionista la promessa di circa 330 milioni di dividendi in più nel triennio 2020-2022, in più rispetto a quanto annunciato appena a febbraio scorso.

victor massiah

 

E il Covid non ha certo migliorato il contesto economico rispetto a febbraio. Anzi, l'agenzia di rating Fitch qualche mese fa aveva sancito che se non fosse in ballo l'Ops di Intesa i titoli UBI sono da considerarsi junk, spazzatura". E' quanto scrive 'The Italian Times' in un articolo sulla vicenda Intesa UBI.

 

"E allora da dove tira fuori Massiah il magico numeretto da offrire agli azionisti per indurli a non cedere i loro titoli ad Intesa, che invece offre un apprezzamento certo del 40 per cento del valore? Basta dire che è un piano ''resiliente'' per convincere i piccoli azionisti preoccupati di non veder svanire i propri risparmi, visto che gli utili come per incanto si moltiplicano?

 

Rispetto al 2019 infatti il nuovo piano li aumenta addirittura del 59 per cento, mentre sull'anno scorso aveva annunciato utili magri, e poi c'è pure il vincolo Bce a tenere in cassa riserve maggiori del solito", scrive Italian Times.

victor massiah

 

"Ma non è tutto: consapevole forse che i piani in fase di annuncio si possono dilatare ma non più di tanto per non farsi cogliere in fallo dagli analisti, Massiah ha parlato di ''tesori nascosti nel bilancio'' per rimpinguare gli utili e i dividendi e ha fatto l'esempio delle attività di merchant acquiring che possono essere valorizzate addirittura per 350 milioni, oppure della controllata cinese che è iscritta a bilancio per 40 milioni.

 

E perchè non recuperare anche gli altri ''tesori'' custoditi off shore dalla finanziaria Parvus, che detiene l'8,6 per cento di UBI e portarli in chiaro?", si sottolinea.

Edoardo Mercadante - Parvus

 

L'offerta Intesa, si legge ancora, "garantisce invece nero su bianco ai piccoli azionisti UBI i seguenti (e rilevanti) benefici: innanzitutto i dividendi 2019 non distribuiti da Intesa a seguito della raccomandazione della Bce di sospendere il pagamento dei dividendi fino al 1 ottobre 2020 (a mero titolo informativo, pari a 0,192 euro per azione Intesa moltiplicato il concambio di 1,7 volte vs. 0,13 euro per azione UBI;

Bazoli e Victor Massiah

 

poi la conferma della politica dei dividendi indicata nel Piano industriale 2018-2021, nonostante lo scenario macroeconomico avverso causato dal Covid-19, che prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi pari al 75% del risultato netto per l'esercizio 2020 e al 70% per l'esercizio 2021".

 

Isabel Schnabel Bce

Sull'Ops, scrive The Italian Times, "è intervenuto anche il Codacons, associazione leader dei consumatori: 'riteniamo sulla base delle informazioni pubblicate che la strada dell'adesione all'operazione di scambio sia quella che più tutelerebbe i piccoli azionisti'".