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Gianluca Paolucci per "la Stampa"
Unicredit si prepara ad approvare i conti del semestre e a varare una struttura più snella con alcune uscite tra le prime linee di manager. Mentre sul mercato continuano a circolare le indiscrezioni su misure allo studio per rafforzare il capitale, in vista dei nuovi esami della Bce.
Di certo i temi sul tavolo di Federico Ghizzoni - che ha annunciato per ottobre una revisione del piano industriale - sono molti e piuttosto complessi. Da un lato c’è l’insoddisfazione espressa da alcuni soci per le performance del titolo, cresciuto del 2% negli ultimi 12 mesi contro il 50% della concorrente Intesa Sanpaolo. Dall’altro le pressioni del mercato per un rafforzamento patrimoniale, tornate alla ribalta ieri dopo un articolo del Financial Times.
mohammed bin zayed al nahyan e luca di montezemolo
Il coefficiente Cet1 dell’istituto di piazza Gae Aulenti, al 10,1%, è tra i più bassi tra le banche di rilevanza sistemica e da più parti si sottolinea la necessità di un rafforzamento. Misure di rafforzamento potrebbero essere richieste anche dalla Bce, anche se nei giorni scorsi la banca ha bollato come prive di fondamento alcune indiscrezioni secondo cui Francoforte avrebbe rilevato che alcuni indicatori di bilancio dell’istituto non vanno bene.
Nessun dossier di rafforzamento patrimoniale sarebbe stato finora posto all’attenzione dei soci. Ma di certo gli stessi soci - dalle fondazioni italiane al fondo arabo Aabar - guarderanno con attenzione ai conti e alle altre misure che l’amministratore delegato Federico Ghizzoni metterà in campo per rilanciare la redditività dell’istituto. E garanzie sarebbero state richieste anche sul nuovo assetto della prima linea di manager dopo la cancellazione della figura del direttore generale con l’uscita di Roberto Nicastro.
Quanto alla nuova tappa nella semplificazione organizzativa l’istituto è da tempo impegnato in questo senso. Già dal 2010 con il piano One4C e poi con Open nel 2014. Un processo che si intreccia con i ritocchi in corso al piano industriale al 2018. Una messa a punto, come l’ha definita lo stesso Ghizzoni, che avverrà entro l’anno e che è incentrata su misure relative al contenimento dei costi e il rilancio sul fronte dei ricavi.
Piazza Gae Aulenti nel piano strategico quinquennale, presentato a marzo dello scorso anno, ha fissato un obiettivo di 6,6 miliardi di euro di utile netto per il 2018, con un rendimento del patrimonio netto tangibile del 13% e previsti anche investimenti per 4,5 miliardi e 1,3 miliardi di risparmi sui costi, anche attraverso la riduzione dell’organico.
Ma se domani i risultati non dovessero essere soddisfacenti per soci stabili e investitori, non è esclusa un’accelerazione nella ridefinizione del piano e l’anticipo della sua presentazione rispetto al mese di ottobre come previsto adesso.
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