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VIVENDI CHIEDE AL GIUDICE DI INVALIDARE LA DECISIONE DEL CDA DI TELECOM DI VENDERE LA RETE DI TELEFONIA FISSA A KKR PER 18,8 MILIARDI DI EURO (ELEVABILI FINO A 22 MILIARDI) - SECONDO I FRANCESI, PRIMI AZIONISTI DI TIM CON IL 23,75%, IL CDA NON AVREBBE SOTTOPOSTO L’OFFERTA AL VAGLIO PREVENTIVO DEL COMITATO PARTI CORRELATE E ALL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA - SE DOVESSE ACCOGLIERE LE RICHIESTE DI VIVENDI, IL GIUDICE POTREBBE ANCHE A SOSPENDERE IL PROCESSO DI VENDITA DELLA RETE – SOLO CHE I TEMPI DELLA GIUSTIZIA ORDINARIA POTREBBERO ESSERE LUNGHI E UNA SENTENZA RISCHIA DI ARRIVARE QUANDO LA VENDITA DELLA RETE A KKR E MEF SARÀ GIÀ CONCLUSA…

Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz per “la Repubblica”

 

pietro labriola a Italian Tech Week

Vivendi ha presentato un atto di citazione presso il tribunale di Milano per chiedere al giudice di invalidare la decisione del cda di Telecom Italia dello scorso 5 novembre. Quando, a larga maggioranza, il consiglio - dopo 72 ore di riunione - ha approvato la vendita della rete di telefonia fissa a Kkr per 18,8 miliardi di euro (elevabili fino a 22 miliardi).

 

Secondo il gruppo francese, primo azionista di Tim con il 23,75% del capitale, il cda non avrebbe operato secondo la legge: non avrebbe sottoposto l’offerta, a cui parteciperà anche il Ministero dell’Economia, al vaglio preventivo del Comitato parti correlate, e soprattutto non l’ha sottoposta all’assemblea straordinaria.

 

VINCENT BOLLORE

Per Vivendi la vendita della rete andrebbe infatti a incidere sull’oggetto sociale, e quindi dovrebbe essere approvata a maggioranza dei due terzi degli azionisti presenti in assemblea. Vivendi contesta inoltre che il prezzo offerto da Kkr non renda giustizia al valore e all’unicità della rete, stimato in 31 miliardi.

 

Per tutti questi motivi il gruppo francese, che nella causa è assistito dai professori Giuseppe Guizzi, Ilaria Pagni e Giuseppe Ferri, ha chiesto al Tribunale di Milano di invalidare la decisione del cda di Tim che resta determinato ad andare avanti con la vendita della rete. La prima udienza dovrebbe tenersi a metà aprile, verosimilmente prima dell’assemblea di Telecom del 23 aprile, convocata per l’approvazione del bilancio 2023 e per il rinnovo del consiglio.

 

kravis kkr

In proposito, il cda uscente ha appena avviato le pratiche per la presentazione di una nuova lista del board con Pietro Labriola come amministratore delegato, e che il colosso francese non avrebbe intenzione di supportare. Perentoria la risposta di Telecom che anche ieri ha ribadito di aver seguito alla lettera il dettato della legge. Tim fa notare poi che Vivendi «non ha formulato alcuna richiesta cautelare, nè ha chiesto di inibire in via d’urgenza l’esecuzione della delibera e degli atti negoziali conseguenti. Le attività previste dagli accordi con Kkr finalizzate al closing dell’operazione proseguiranno, pertanto, secondo quanto previsto, senza ritardi o interruzioni ».

pietro labriola a Italian Tech Week

 

In proposito fonti vicine a Vivendi fanno sapere che con l’atto citazione il gruppo francese chiede al Tribunale di entrare nel merito della decisione assunta dal cda e esaminare uno per uno tutti i punti contestati. […] Secondo Telecom «un confronto prodromico che è stato spesso sollecitato da Labriola - avrebbe forse aiutato in una migliore comprensione della vicenda e della sua legittimità […]».

 

Se il giudice di merito dovesse accogliere le richieste di Vivendi, stando a fonti legali vicini ai francesi, potrebbe anche a sospendere in via cautelare il processo di vendita della rete, in quanto in teoria Vivendi avrebbe diritto sia al risarcimento di un danno milionario, sia un eventuale diritto di recesso. Il fatto è che i tempi della giustizia ordinaria potrebbero essere molto lunghi e una sentenza rischia di arrivare quando la vendita della rete a Kkr e Mef sarà già conclusa. […]

FONDO KKR