DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
- TIM: VIVENDI, FIDUCIA IN GENISH, SU LUI RUMOR ORRIBILI
(ANSA) - Vivendi conferma il suo sostegno all'ad di Tim, Amos Genish, e condanna "i rumor anonimi e orribili" diffusi da "persone con interessi personali" su di lui. "Abbiamo sempre supportato il ceo di Tim, continuiamo a supportarlo, non è cambiato niente" afferma un portavoce di Vivendi all'ANSA, dopo che sulla stampa sono tornate a circolare voci di un'uscita del manager, che non godrebbe più della fiducia dell'azionista francese.
"Riteniamo che questi rumor siano molto insidiosi, che ci siano persone con interessi personali che hanno interesse a diffondere rumor anonimi e orribili su Genish, persone che stanno cercando di fare danni e non stanno agendo nell'interesse di Tim e degli azionisti. Condanniamo del tutto questo comportamento. Questi stupidi rumor, anche personali, su Mr Genish sono una cosa orribile. Neghiamo tutti questi rumor", la dura presa di posizione di Vivendi. "Ci chiediamo - ha aggiunto il portavoce - da dove provengano questi rumor, se provengono da anonimi membri del board, se provengono da Singer, cioè da Elliott. Non riusciamo a capire chi e perché sta creando questi rumor".
- VIVENDI E ELLIOTT, PACE PROVVISORIA PER FAR FUORI GENISH
Estratti dall'articolo di Giorgio Meletti per ''il Fatto Quotidiano''
Le quotazioni dell' amministratore delegato di Telecom Italia (Tim) Amos Genish sono in drastico calo. Secondo voci insistenti e univoche, i due maggiori azionisti di Tim, i francesi di Vivendi e gli americani del fondo Elliott, avrebbero raggiunto l' avviso comune che sia ora di silurarlo. Genish è stato scelto l' anno scorso dal capo di Vivendi Vincent Bollorè e confermato da Elliott dopo il ribaltone all' assemblea del 4 maggio scorso.
Da quel giorno il titolo Tim ha perso in Borsa il 35 per cento. I risultati del manager israeliano sono giudicati sconfortanti. Si teme che a fine anno il margine operativo lordo (Ebitda) sia inferiore all' obiettivo di 5-600 milioni. Genish ha ha dato la colpa (dopo averlo scelto) al direttore commerciale Pietro Jovane (ex ad di Microsoft Italia e Rcs) che se n' è andato dopo soli quattro mesi di vani tentativi di fronteggiare la perdita di clienti provocata dall' arrivo della società francese di telefonia mobile low cost Iliad.
Ma il punto davvero dolente è che Genish è giudicato troppo poco interessato ad affrontare i veri temi strategici, per esempio il futuro della rete e i rapporti con il governo italiano (azionista al 5 per cento attraverso la Cassa Depositi e Prestiti): è sul terreno politico che Tim deve discutere lo scorporo della rete e la sua fusione con la Open Fiber di Enel e Cdp.
Genish invece è appassionato al business brasiliano.
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Gli uomini di Vivendi non ne possono più di Genish e avrebbero chiesto al presidente Conti di assumere le principali deleghe operative, anche se qualcuno ritiene che sia stato Conti a offrire la sua disponibilità. Come dimostrerebbe un burrascoso incontro all' inizio di settembre di Conti con Gordon Singer, figlio di Paul, boss del fondo Elliott, l' uomo che ha voluto l' ex ad dell' Enel alla presidenza di Tim.
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- TIM PRONTA ALL' ACQUISTO DI NEXTEL VIVENDI PREME PER IL RIBALTONE
Francesco Spini per “la Stampa”
Per uscire dall' angolo, ancora una volta, Amos Genish punta sul Brasile. L' ad di Tim nella riunione del consiglio di lunedì proporrà di presentare un' offerta vincolante per acquisire Nextel, un' operazione da circa 100 milioni di euro, allo studio da diverso tempo. Il vantaggio? Rafforzare la posizione di Tim in Brasile e soprattutto portare in dote alla controllata carioca frequenze utili per il business locale, sebbene ci siano numerosi problemi di natura regolatoria.
La mossa, inattesa, si inserisce in un consiglio già denso di temi che coinvolgono in maggioranza una serie di cessioni, che vanno da Persidera a Sparkle passando per Inwit che potrebbe essere venduta in toto o per il 20% (come è più probabile), lasciando la maggioranza a Tim. C' è poi chi potrebbe contestare un acquisto che arriva in un momento dispendioso per Tim: l' asta per le frequenze al servizio del 5G, l' ultima frontiera della tecnologia della telefonia mobile, sta alzando considerevolmente la posta.
Se infatti il gruppo è riuscito a contenere la spesa sui lotti della banda 700 mhz (aggiudicandosene due lotti per 680 milioni, appena tre milioni oltre la base d' asta), l' ex monopolista sta combattendo una battaglia assai più aspra sulla banda 3700 mhz. Tra quanto già aggiudicato e i rilanci, la spesa prospettica per Tim supera già il miliardo e mezzo. Alla fine potrebbe arrivare a 2 miliardi.
Per questo i più malevoli leggono la mossa brasiliana di Genish come un modo per mettere alla prova il consiglio e, nel caso, far esacerbare lo scontro. Ma altrove è letta come tesa a mostrare un dinamismo della sua gestione che, almeno nelle critiche di Elliott, è fin qui mancato. Si vedrà. Del resto all' orizzonte, più che una battaglia su Genish, si profila una nuova tenzone sul controllo della stessa Telecom Italia.
I francesi di Vivendi, forti del loro 23,9%, hanno fretta di tornare ad avere la maggioranza del cda. Lo hanno confermato, a quanto riferiscono fonti autorevoli, anche in recenti colloqui con esponenti del governo. In tali occasioni avrebbero espressamente chiesto all' esecutivo l' astensione da parte della Cassa depositi e prestiti, senza tuttavia ricevere risposta di sorta.
Negli ambienti leghisti e dei 5 stelle resta alto lo scetticismo nei confronti dei francesi, nonostante questi - per rendere meno traumatico un loro ritorno - abbiano prefigurato nei colloqui un presidente italiano nella figura di Franco Bernabè, all' ennesimo ritorno in Tim. Tutto però è ancora in divenire. In consiglio non tira aria di convocare l' assemblea per la nomina della nuova società di revisione, che darebbe modo a Vivendi di passare all' azione. Almeno non a breve.
Qualcuno parla già di un possibile slittamento in avanti dell' assise, l' anno venturo. Vivendi deve così portare pazienza o richiedere la convocazione di una assise ad hoc.
Nel frattempo anche l' attuale gestione di Tim lancia nuovi segnali di distensione a Open Fiber e dunque al governo che mira a un' unica rete.
Non si è opposta all' accordo per cui Inwit metterà a disposizione le sue torri che serviranno alla società partecipata da Enel e Cdp per realizzare la banda ultra larga senza fili che integrerà i collegamenti in fibra in alcune aree del Paese.
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