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    FINI, IL G8 DI GENOVA E QUELLA TELEFONATA DI BERTINOTTI: BUTTAFUOCO RICOSTRUISCE IL GIORNO DEGLI SCONTRI METTENDOSI NEI PANNI DI GIANFRY, ALL'EPOCA VICEPREMIER MA SENZA POTERI, 'PRIGIONIERO' DEL COMANDO DEI CARABINIERI, DOVE ASCOLTA E S'INFORMA DI FATTI DECISI DA ALTRI


     
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    Pietrangelo Buttafuoco per ''il Fatto Quotidiano''

     

    gianfranco fini gianfranco fini

    Dicono tutti che stavo decidendo io quella mattina a Genova. Che ordinavo, intimavo…Purtroppo no. Niente di tutto ciò.

     

    Ecco, Forte San Giuliano, comando dei Carabinieri. Sono il vice presidente del Consiglio e sono appena arrivato da un giro di saluti istituzionali. Porto la solidarietà del Governo di Silvio Berlusconi alle Forze dell’Ordine fatte oggetto di aggressioni da parte dei black-bloc, la sera prima.

     

    Non dovendo partecipare al G8, non avendo titolo, decido di fare questa gita.

     

    g8 di genova 2001 g8 di genova 2001

    E’ metà mattinata. Ho dormito in una nave MSC–Crociere messa a disposizione per i leader e le delegazioni internazionali, arrivo al Forte e mi accorgo da subito che non posso più uscire. Sono ripresi i disordini. Per sette ore di fila, senza poter fare una beata mentula, resto lì.

     

    g8 di genova 2001 g8 di genova 2001

    Ascolto, annuisco, partecipo, comprendo, m’informo – stringo al collo il nodo della cravatta, fumo tre pacchetti di Merit 100 più svariate Marlboro sottratte qui e la – ma non tocco palla. Non mi fanno stare neppure nella stanza di comando, mi fanno accomodare in una stanzetta attigua. Ho capito: era meglio evitarmela la gita, sarei adesso ad Anzio, a casa.

     

    La scelta di Genova è una patata bollente. Giuliano Amato – con Enzo Bianco al Viminale – aveva già provveduto a manganellare gli antagonisti. Succedeva a Napoli qualche mese prima del voto. E quelli l’avevano giurata.

     

    carlo giuliani g8 carlo giuliani g8

    Non sarebbe un bel risultato vedere il vice premier – seppur di altro governo – violentemente picchiato dalle “zecche”. La destra deve stare al fianco dei carabinieri e mi ritrovo così, guardato a vista, col risultato di fare perdere tempo a tutti.

     

    Protetto? Prigioniero. Pretendo di avere tutte le informazioni. Arrivano le notizie. Scontri dappertutto. Genova è a ferro e fuoco. Tre cortei si dirigono contemporaneamente verso quella che Claudio Scajola – il solito democristiano – ha insistito di voler chiamare “zona rossa”.

     

    g8 carica polizia g8 carica polizia

    Vittorio Emanuele Agnoletto e Luca Casarini sono i leader più visibili degli antagonisti. C’è pure Fausto Bertinotti. Arriva a Genova per partecipare al corteo, quello dei sindacati. Spero s’incarichi di portare un po’ di buonsenso anche tra quegli scalmanati.

     

    bella ciao documentario di giusti torelli e freccero 8 bella ciao documentario di giusti torelli e freccero 8

    Sento un ticchettio tutto intorno. Pretendo di essere informato. Un funzionario fa un’alzata di spalle e mi dice: niente, una sassaiola. Accendo ancora una sigaretta. Dura un bel po’ la rumba sulle nostre teste. Nessuna reazione.

     

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    Vado a fare pipì, torno nella stanzetta, ordino un altro caffè e mi passano un telefono. E’ Bertinotti che mi chiama. Se mi cerca qui è segno chiaro di un fatto: sono una notizia. La mia partecipazione è attiva. La cosa in sé mi ripaga delle ore inutili, e del rimpianto di non essere ad Anzio. Rispondo: “Onorevole, mi dica”. Mi dice: “Io penso a calmare questi. Lei si premuri di tenere buoni i suoi”. I miei? Accendo un’altra sigaretta.

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