Rinaldo Frignani per corriere.it
Usava sistemi tecnologici per evitare di essere individuato e poter continuare a divulgare in una community di pedofili i video delle violenze commesse sulla figlioletta di neanche due anni. Un 33enne romano è stato arrestato dalla polizia postale al termine di indagini coordinate dalla procura di Milano. L’uomo è accusato di violenza sessuale aggravata, detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico e anche di adescamento di minore: secondo l’accusa ha agganciato anche un ragazzino sul web.
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Gli agenti della Postale sono arrivati a lui con una meticolosa indagine che ha consentito di individuarlo prima sulla Rete e poi nella sua abitazione dove sono stati sequestrati telefonini e altri apparecchi nei quali sono state rinvenute le immagini e i video pedopornografici. L’arresto è avvenuto al termine di una perquisizione domiciliare e informatica eseguita dagli investigatori milanesi con il supporto del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) del Servizio polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma.
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Secondo chi indaga «si tratta di una vicenda di eccezionale gravità perché gli abusi, sistematicamente ripresi con un iPhone, venivano compiuti all’interno delle mura domestiche nei confronti della piccolissima figlia dell’indagato, che non ha ancora compiuto i due anni. Le foto e i video venivano poi inviati ai frequentatori di una comunità pedofila online di stampo internazionale». Quando hanno avviato le indagini, gli investigatori della polizia Postale non avevano alcuna pista da seguire, a parte gli stessi file illeciti pubblicati e un nickname di fantasia dietro il quale si nascondeva il pericoloso criminale.
«La svolta nelle indagini si è avuta dopo circa venti ore di incessante attività condotta a ritmi serratissimi, allorquando, ricorrendo alle avanzate conoscenze informatiche degli operatori più specializzati, è stato confezionato ad hoc, in tempi record, uno strumento informatico che ha permesso di superare il muro di anonimato dietro al quale si era barricato il 33enne romano (risultato essere, dai successivi accertamenti, il padre della bambina)», spiegano ancora dalla Postale.
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