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    BUZZI A CASA, CARMINATI NO - NEGATI GLI ARRESTI DOMICILIARI AL “CECATO” - PER I GIUDICI, CONSERVA ANCORA LEGAMI CON GLI AMBIENTI DELLA CRIMINALITÀ - GLI AVVOCATI DIFENSORI: “CARMINATI È L'UNICO TRA TUTTI AD AVERE SCONTATO CIRCA TRE ANNI I REGIME DI CARCERE DURO. LA SUA PERICOLOSITÀ SOCIALE? IL PRESUNTO SPESSORE CRIMINALE FA PARTE DI QUEL MITO CHE ORAMAI INCARNA NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO…”


     
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    Valentina Errante per “il Messaggero”

     

    carminati carminati

    «Gravissime esigenze cautelari, tenuto conto, tra l' altro, della rete di relazioni di Massimo Carminati con gli ambienti criminali romani». Istanza respinta. Il Nero non andrà ai domiciliari. I giudici della Corte d' appello di Roma hanno bocciato la richiesta degli avvocati Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri. Non soltanto, sulla base della recente sentenza della Cassazione che, sottolineano, ha confermato il quadro accusatorio «riconoscendo in particolare il ruolo di promotore e organizzatore di Carminati con due pericolose associazioni a delinquere», ma anche a fronte della mancanza di resipiscenza da parte dell' imputato, dopo i lunghi periodi di detenzione già patiti.

     

    «La decisione - commenta l' avvocato Tagliaferri - non tiene conto del pronunciamento della Cassazione, che ha notevolmente ridimensionato la vicenda. E, tra l' altro, mi sembra che ci sia una chiara disparità di trattamento, visto che tutti gli altri imputati sono ai domiciliari».

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    Il riferimento è innanzi tutto alla sentenza dello scorso settembre, che ha definitivamente cancellato l' ipotesi di associazione mafiosa dall' inchiesta Mondo di mezzo. Poi, al fatto che a tutti i sodali dell' organizzazione sono stati concessi i domiciliari. L' ultimo, in ordine di tempo, è Salvatore Buzzi, il re delle coop, 18 anni e quattro mesi in secondo grado, rispetto ai 14 e sei mesi di Carminati. Pene che, però, dovranno essere rideterminate da un appello bis. Intanto, la procura generale, nel parere contrario trasmesso alla Corte d'appello su Carminati, annuncia che impugnerà il provvedimento che ha mandato Buzzi a casa.

     

    LE MOTIVAZIONI

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    Nelle motivazioni, i giudici scrivono che dal certificato penale dell' imputato si evince il profilo criminale di Carminati, il quale è gravato da precedenti «inquietanti e continuativi nel tempo, aventi ad oggetto reati contro la persona, reati associativi e reati commessi con l'uso di armi».

     

    E poi aggiungono: «A fronte di tali precedenti penali e dei conseguenti lunghi periodi di detenzione già sofferti in espiazione delle relative pene, lungi dal manifestare resipiscenza, Carminati ha continuato, in modo ininterrotto, a rendersi responsabile di gravi delitti, assumendo nel tempo uno spessore criminale tale da incutere rispetto e timore persino nell' ambito di pericolose associazioni criminali, oltre che nelle potenziali vittime, avendo anche la disponibilità di armi».

     

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    I giudici concludono che la misura dei domiciliari «non appare idonea a salvaguardare le gravissime esigenze cautelari, tenuto conto, tra l' altro, della rete di relazioni del Carminati con gli ambienti criminali romani».

     

    I legali nella loro istanza avevano fatto esplicito riferimento all' attenuazione della misura cautelare concessa a Buzzi lo scorso 18 dicembre, al fatto che, dopo cinque anni di carcere, le esigenze si erano attenuate e, infine, al ridimensionamento dei fatti contestati, da parte della Cassazione. Argomenti sui quali ha ribattuto la procura generale nel parere fornito ai giudici: «Si obietta per contro che avverso il beneficio concesso al Buzzi questo Ufficio è in procinto di ricorrere in Cassazione per difetto dì motivazione».

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    E aggiuge: «La gravità dei fatti allarma, sotto il profilo del pericolo di fuga, atteso che Carminati si è già mostrato propenso a sottrarsi alla giustizia e non ha palesato segni di resipiscenza».

     

    LA DIFESA

    Tagliaferri ribadisce che il trattamento riservato a Carminati è impari rispetto a degli altri imputati e aggiunge: «Carminati, tra l' altro, è l' unico tra tutti ad avere scontato circa tre anni i regime di carcere duro». Quanto alla pericolosità sociale, il legale commenta: «Il presunto spessore criminale fa parte di quel mito che oramai incarna Carminati nell' immaginario collettivo. Non c' è alcuna corrispondenza con il certificato penale».

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