Estratto dell’articolo di www.repubblica.it
julian assange by edoardo baraldi
Julian Assange non sarà estradato negli Stati Uniti, almeno per ora. Così ha deciso l’Alta Corte di Londra che stamattina ha accolto parzialmente l’ultimo appello del 52enne australiano per evitare il trasferimento in America, dove è incriminato con 18 capi di accusa e rischia, in teoria, fino a un massimo di oltre 170 anni di carcere per aver ottenuto e pubblicato migliaia di cablo segreti della democrazia americana sul suo sito Wikileaks.
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Il tribunale ha infatti sentenziato che la decisione di estradizione può essere parzialmente rivalutata dall’Alta Corte il prossimo 20 maggio, a meno che gli Stati Uniti non dimostrino chiaramente che all’attivista sia garantito il “primo emendamento della Costituzione americana” e il “non ricorso alla pena di morte”.
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Sollievo momentaneo per le decine di sostenitori radunatisi fuori dalle Royal Courts of Justice della capitale britannica e che hanno cantato a squarciagola: “Free free Julian Assange, no extradiction!”. Dunque, ecco un altro capitolo della saga dopo 14 anni di battaglie legali, fughe e arresti. Qualora l’appello dovesse essere respinto in maggio, l’ultima speranza per Assange sarebbe la Corte Europea dei Diritti Umani, che però sinora non si è mai voluta esprimere sull’argomento.
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