DAGO in the Sky: da martedì 7 novembre su Sky Arte HD (21:15)
1. LA NOTTE DI DAGO
Gualtiero Gualtieri per Il “Domenicale” - “Sole 24 Ore”
vite stupefacenti 3
Fino al 16 gennaio, in quel coso che finché dura resta nelle case - il televisore - c'è Dago in the Sky che non è un semplice programma di Sky Arte HD piuttosto un libro. Anzi, no, un monumento. Ma anche un film, un disco - se ancora ci fossero gli Lp - e perfino un museo con quel caleidoscopio di scritture, segni, ingegni e promesse. Tutte di bellezza, le lusinghe, risolte in magma contemporaneo.
È Roberto D' Agostino - lo sciamano d' Italia - a padroneggiare il funambolismo della rivoluzione digitale. E se nelle passate edizioni c' era il racconto squadrato alla Mondrian, adesso - poiché tecne è il destino dell' Essere - l' imago si scioglie come per gocciare, spumeggiare ed evaporare a uso del pop.
opera 9
Finché dura c' è, appunto, lo schermo domestico ma gli autori - con D' Agostino c' è la sofistica Anna Cerofolini - la sanno lunga.
Puntano al gusto affinato del cecchino, ovvero lo sguardo di chi - scorrendo sullo smartphone - nell' occhiata individua il segnapasso più sfacciato: come nel riavvolgere i nastri del rock e scoprirlo definitivamente orbo, povero rock, della propria ragione sociale.
giuseppe scaraffia eliana miglio
Non più, infatti, canone della cultura giovanile bensì già bello che esodato. E fuori canone.
L' arte forgia davvero i popoli, ne sveglia le più recondite energie, collauda l' istinto ctonio e così pure l' ansia tutta angelica del melodramma, tornato a essere il sentimento diffuso nell' epoca dello shock tecnologico compiuto.
vite stupefacenti 2
Sandali alati, dunque, per D' Agostino e Cerofolini, affinché col passo leggero del dio dei ladri - com' è atteso in una prossima puntata dedicata alla «notte», il 2 gennaio - ogni spettatore possa rubare al buio il suo segreto.
Ci provò Vincent Van Gogh, ma forse riuscì con più destrezza Adamo, il cantante operaio, quando, giusto sotto al balcone della Regina di Belgio, cantò: «La notte tu mi fai impazzire».
LA PUNTATA IN ONDA STASERA ALLE 21.15 SU SKY ARTE (OSPITI: SCARAFFIA E GUERRI)
anna cerofolini vittorio sgarbi
‘’La civiltà comincia con la distillazione", scriveva Faulkner. "La coca", annotava Freud nel 1884, "fortifica il debole e apporta un’eccitazione gioiosa". Michelet nella ‘’Histoire de France’’ attribuisce all'"avvento del caffé" la brillante esplosione dello spirito del ‘700, dopo la noia pomposa e greve del Seicento europeo. William Shakespeare faceva buon uso di marijuana prima di comporre i suoi capolavori.
Il legame tra arte e droga è uno dei punti fermi della storia moderna. Hashish, oppio, Lsd, eroina, cocaina, alcol, pejote, hanno scritto, hanno suonato, hanno recitato, hanno filmato la cultura del nostro mondo.
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Infinite le opere letterarie scritte sotto gli influssi di sostanze stupefacenti. Da ‘Confessioni di un mangiatore d'oppio’ di Thomas De Quincey ai ‘Paradisi artificiali’ di Baudelaire, dalla benzedrina usata al posto della benzina da Kerouac per scrivere ‘’Sulla strada” a “Sgt. Pepper” dei Beatles.
Molti artisti sostengono che è proprio grazie alle droghe che sono riusciti a fare quello che hanno fatto. I stupefacenti, quindi, possono aiutare a stimolare la creatività? E in che modo questi elementi si riflettono sulla qualità della produzione artistica?
GIORDANO BRUNO GUERRI ROBERTO GERVASO