1 - CONCESSIONI BALNEARI, TROVATO L’ACCORDO SUGLI INDENNIZZI (MA SERVIRÀ UN DECRETO PER CALCOLARLI)
Claudia Voltattorni per www.corriere.it
mario draghi alla bocconi all evento in memoria di alesina 4
Accordo trovato sulle concessioni balneari. Alla fine, all’ultimo giorno possibile e quasi fuori tempo massimo, giovedì mattina le forze di maggioranza hanno trovato l’accordo sull’articolo 2 del disegno di legge Concorrenza, quello sull’«efficacia delle concessioni demaniali» che da mesi tiene bloccato il ddl.
Accordo a metà sugli indennizzi: un decreto per calcolarli
Trovato l’accordo sugli indennizzi da corrispondere ai concessionari che dopo la gara dovessero perdere la propria concessione. Non sono stati quantificati e i criteri per quantificarli sarà il governo a fissarli con decreti delegati da presentare entro sei mesi. Servirà quindi un ulteriore decreto per dirimere la questione ma a questo punto ci sarà più tempo per trovare soluzioni ad hoc.
concessioni balneari
Saranno perciò i decreti attuativi a stabilire il valore dell’impresa cui fare riferimento per ristorare i concessionari uscenti, dettagliando i riferimenti ad eventuali valore dei beni, avviamento commerciale, perizie, scritture contabili.
«Si è sciolto questo ultimo nodo sono soddisfatto», commenta il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin che per il governo ha curato la riformulazione dell’emendamento e ha mediato con le forze politiche: «Quello dei balneari è uno dei settori di grande sviluppo del Paese che dà opportunità di lavoro, rappresenta il 13% del Pil, è una valvola che abbiamo davanti e che dobbiamo saper cogliere».
MATTEO SALVINI AL PAPEETE
Vengono così tolti dall’emendamento proposto dal governo tutti i riferimenti specifici su cui le forze di maggioranza non riuscivano a trovare un accordo e che bloccavano il via libera definitivo.
«È stata tolta la parola residuo che avrebbe messo in difficoltà - spiega il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni -: è stata inserita una dicitura semplice con tutta una serie di garanzie che consentirà una valutazione degli investimenti scevra da ogni tipo di inflessione e opinione». È stata tolta anche la parte che apriva ai soggetti pubblici che avessero una concessione: «Se uno gestiva l’autostrada o il gas - sottolinea Mallegni - poteva venirsi a prendere la spiaggia».
mario draghi alla bocconi all evento in memoria di alesina 2
Viene confermata la data del 31 dicembre 2023 entro cui mettere a bando le spiagge ma anche la finestra temporale di un anno fino al 31 dicembre 2024 in caso di contenziosi. «Il governo porta a casa che si devono fare le gare, noi come Parlamento che ci saranno gli indennizzi, che dovranno essere dettagliati, e il territorio porta a casa che c’è una finestra temporale», conclude il senatore azzurro Maurizio Gasparri. «È un punto accettabile, si è trovata un’intesa. Il resto sarà nei decreti delegati per la definizione di un valore economico che per noi va salvaguardato».
MATTEO SALVINI AL PAPEETE
Ora l’articolo 2 potrà essere votato e chiuso entro oggi in commissione Industria del Senato e lunedì 30 maggio arrivare in Aula a Palazzo Madama così come stabilito. Si scongiura quindi l’ipotesi del voto di fiducia.
2 - FAR WEST BALNEARI
Paolo Baroni per “la Stampa”
Quanto vale, quanto fattura e quanto rende uno stabilimento balneare che ha in concessione un pezzo di spiaggia del demanio marittimo? Mentre in Senato non hanno ancora definito in dettaglio la questione degli indennizzi per chi perderà le concessioni, i numeri parlano chiaro: in media, stando alle dichiarazioni fiscali del 2019, quindi prima che si verificasse il crollo dovuto al Covid, i 5.709 contribuenti che gestiscono stabilimenti balneari, hanno dichiarato un fatturato annuo medio di 190.700 euro, 85.800 di valore aggiunto (cioè i ricavi tolte le spese di esercizio) ed un reddito d'impresa o di lavoro autonomo, in pratica il guadagno finale, pari a 22.600 euro.
evasione fiscale 1
Il problema è che stando ai nuovi Isa, gli Indici sintetici con cui il Fisco misura l'affidabilità dei contribuenti, più di 6 balneari su 10 non ottiene la sufficienza. Sono da considerare evasori? Ovviamente no, è chiaro però che qualcosa nei loro conti non quadra. Il caso limite riguarda 860 società di capitali che arrivano a dichiarare un reddito medio annuo di appena 2 mila euro.
concessioni balneari
Promossi e bocciati
In base ai parametri che da qualche anno a questa parte hanno sostituito i vecchi studi di settore solo 2.304 contribuenti che svolgono questo tipo di attività hanno un punteggio superiore ad 8, valore che fa scattare una serie di benefici (come l'esclusione da alcuni tipi di controlli ed altri «premi»); i restanti 3.505 hanno un punteggio inferiore ad 8 segno che le loro dichiarazioni si discostano in maniera significativa dai parametri previsti per questo tipo di attività.
mario draghi alla bocconi all evento in memoria di alesina 3
Le 3.663 attività che presentano un fatturato superiore a 30 mila euro e che non arrivano alla sufficienza, dichiarano un fatturato annuo di 174.400 euro, un valore aggiunto medio pari a 71.900 ed un reddito di 14.200 euro. Ovvero meno della metà dei 37.800 euro dichiarati invece dalle 2.132 società che hanno un punteggio superiore ad 8 e presentano un fatturato ed un valore aggiunto significativamente più alti, pari rispettivamente a 115.500 e 37.800 euro.
Guardando in dettaglio la tipologia di impresa l'indice di affidabilità con cambia di molto: rispetto ad una media del 61,3% di imprese « non affidabili» le persone fisiche si attestano al 58,15%, le società di persone (società semplici, snc o in accomandita semplice) al 62,2%, le società di capitali (srl , spa e società in accomandita per azioni) al 63,32%. Il reddito medio dichiarato dai contribuenti non affidabili è mediamente la metà di quello dei colleghi «affidabili».
Con una eccezione che riguarda le società di capitali, che per definizione sono quelle che di norma gestiscono gli stabilimenti più grandi, sommando tra loro più concessioni contigue su cui insistono più attività complementari, dai ristoranti alle discoteche, ai campi sportivi.
Le società di capitali
concessioni balneari
In questo caso, infatti, le 1.358 imprese sottoposte agli Isa dichiarano in media un totale di ricavi pari a 318.400 euro, 130.400 euro di valore aggiunto ma appena 15.300 di reddito. Questo perché le 860 attività classificate come «non affidabili» a fronte di un fatturato medio di 279.500 euro dichiarano un reddito di appena 2 mila euro, ovvero ben 19 volte inferiore a quello dichiarato dalle 498 imprese che hanno un punteggio Isa superiore ad 8.
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Innanzitutto il loro fatturato medio è 100 mila superiore e raggiunge quota 385.600 euro, il valore aggiunto arriva a 180.500 euro ed il reddito medio a quota 38.300. Più di loro guadagnano le 1.072 società di persone «promosse» dagli Isa che dichiarano 43.500 di reddito medio (a fronte di un fatturato medio di 211.800 euro).
In coda alla classifica ci sono invece i soggetti che dichiarano meno di 30 mila euro di fatturato: i 72 contribuenti «affidabili» si fermano a 19.600 euro di giro d'affari e presentano un reddito medio di 7.700, mentre i 142 «non affidabili» hanno dichiarato 16.400 euro di ricavi ed appena 300 euro di reddito. Che diviso per i 4 mesi di stagione balneare fa 75 euro al mese. Incasseranno anche poco ma anche questo è un dato credibile?
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