Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”
ALEXANDER DUGIN CON LA FIGLIA DARYA
[…] Varie ipotesi sono in campo, ma gli stessi vertici del Cremlino sembrano disorientati o prudenti, se l'unica reazione ufficiale è quella, dubitativa, della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, per la quale se gli inquirenti confermeranno la pista ucraina, si dovrà parlare di «terrorismo di Stato di Kiev».
[…] Per Francesco Strazzari, grande esperto di guerre e sicurezza della Scuola Sant' Anna di Pisa, «la risposta sta nelle dinamiche operative dell'attentato, sulle quali però non abbiamo alcun controllo informativo. Sembra difficile immaginare che gli ucraini riescano da soli ad arrivare a Mosca e piazzare la bomba sotto la macchina di Dugin o della figlia, compiendo un omicidio mirato di questa portata. Forse Dugin non è l'ideologo di Putin, se lo fosse davvero sarebbe stato protetto».
espolosione auto daria dugina 2
Certo è che l'attentato è uno smacco per l'Fsb, erede del Kgb o meglio dell'Fso, il servizio di sorveglianza interno. Strazzari crede di più alla matrice russa. Suggerisce di seguire le mosse del grande protettore e finanziatore di Dugin (e di tutto il mondo della destra radicale ortodossa eurasiatica) fortemente legato al separatismo del Donbass: Konstantin Valerievic Malofeev, capo del gruppo Cargrad e direttore dell'Aquila bicipite, Ong russa per lo sviluppo dell'educazione storica il cui nome parla da solo e segnala il carattere imperial-nazionalista del movimento. C'è perfino il dubbio che sull'automobile di Dugin ci fosse proprio lui, Malofeev.
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E siccome le testimonianze sono concordi nel sostenere che il cambio di automobile tra padre e figlia è avvenuto all'ultimo momento, uscendo dal Festival a cui i Dugin avevano partecipato, l'obiettivo poteva essere proprio Dugin e non la figlia, e con Dugin anche Malofeev. A quale scopo?
[…] C'è poi un'altra ipotesi, argomentata da un super-esperto di intelligence che preferisce non esser citato e ricorda come il premier britannico Boris Johnson abbia «schierato fin dal primo giorno della guerra, a Kiev, gli operatori speciali del 22° Reggimento Sas», incursori addestrati a operare dietro le linee, «tra i migliori al mondo, in grado di organizzare la guerra clandestina, gente che gira in abiti civili e parla russo».
KONSTANTIN MALOFEEV
La presenza di specialisti occidentali «può meglio spiegare i sabotaggi e attentati in territorio russo», anche se finora si è trattato di azioni molto lontane da Mosca, soprattutto mirate a depositi di munizioni, reti di rifornimento e singoli collaborazionisti nei territori occupati.
«Il punto è che a dispetto di quello che viene raccontato, i russi hanno lavorato finora col freno a mano in Ucraina, hanno evitato di bombardare il palazzo presidenziale o il ministero della Difesa di Kiev e questa uccisione della figlia di Dugin potrebbe far saltare il freno a mano. I ragazzi americani nei college giocano a baseball, quelli russi a scacchi. E la guerra è stata condotta da quei ragazzi russi: aprire al centro per poi attaccare sui lati con torri, cavalli e alfieri. Adesso lo schema rischia di saltare».
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