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    "C'È LO STATUTO SCRITTO…CHE HANNO SCRITTO I PADRI COSTITUENTI" - LA RIVELAZIONE DI UNO DEI BOSS ARRESTATI OGGI A PALERMO DURANTE UN BLITZ DEI CARABINIERI DOVE SONO STATE FERMATE 7 PERSONE, APPARTENENTI ALLA FAMIGLIA DI ROCCA MEZZOMORREALE, CON LE ACCUSE DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA ED ESTORSIONE AGGRAVATA - IL CAPOMAFIA HA SVELATO I DETTAGLI DELLE "REGOLE" DI COSA NOSTRA IN UNA CONVERSAZIONE INTERCETTATA DI MILITARI DELL'ARMA - SI TRATTA DI UNA SCOPERTA "DI ESTREMA RARITÀ NELL'ESPERIENZA GIUDIZIARIA"


     
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    MAFIA: BOSS INTERCETTATO, ABBIAMO STATUTO SCRITTO

    (ANSA) - "C'è lo statuto scritto … che hanno scritto i padri costituenti": così afferma uno dei boss arrestati oggi a Palermo dai carabinieri, non sapendo di essere intercettato. Una rivelazione che i magistrati ritengono importantissima e che conferma l'osservanza da parte dei capimafia di ferree regole, una sorta di "Costituzione" della mafia. I boss continuano a rispettare le vecchie "regole" mafiose e a imporne l'osservanza agli affiliati, dunque.

     

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    Le "cimici" piazzate dagli investigatori hanno potuto ascoltare le conversazioni degli indagati che spesso si richiamavano al rispetto di principi mafiosi arcaici, un vero e proprio "statuto" scritto dai padrini. "Principi" che i capimafia continuano a considerare il baluardo dell'esistenza stessa di cosa nostra. Nell'ambito della conversazione registrata, definita dal gip "di estrema rarità nell'esperienza giudiziaria", si è più volte fatto richiamo all'esistenza di un "codice mafioso scritto", custodito gelosamente da decenni e che regola, ancora oggi, la vita di cosa nostra palermitana.

     

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    MAFIA: IN CELLA VECCHI BOSS E UOMINI D'ONORE RISERVATI

     (ANSA) - I carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo hanno arrestato sette persone con le accuse di associazione mafiosa ed estorsione aggravata. Il blitz, coordinato dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha colpito la 'famiglia' mafiosa di Rocca Mezzomorreale (Pa) e i suoi vertici, già condannati in via definitiva e tornati liberi dopo aver scontato la pena. In cella sono finiti anche uomini d'onore riservati, sfuggiti finora alle indagini, che sarebbero stati chiamati in azione solo in momenti di criticità per la cosca.

     

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    Per 5 indagati è stato disposto il carcere, per due i domiciliari. L'operazione, condotta tra Riesi, nel nisseno, e Rimini, ha consentito di smantellare la famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale, "costola" del mandamento palermitano di Pagliarelli, ed ha confermato, ancora una volta, le storiche figure di vertice, già in passato protagoniste di episodi rilevantissimi per la vita dell'associazione mafiosa, come la gestione del viaggio a Marsiglia del boss Bernardo Provenzano per sottoporsi a cure mediche o la tenuta dei contatti con l'ex latitante trapanese Matteo Messina Denaro.

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