Phoebe Maltz Bovy per “Washington Post”
VIDEO ‘CAMPAGNA READ MY LIPS’
pussy hat
Il 22 aprile decine di lettere scritte da donne per protestare contro Trump arriveranno alla Casa Bianca, raccolte in una busta gigante a forma di vulva, per gentile concessione della piattaforma ‘Mogul’.
La campagna, chiamata ‘#ReadMyLips’, non è la prima ad usare la vagina come forma di resistenza, dato che rappresenta evidentemente una qualche minaccia. A volte il suo uso è stato degradante e offensivo, ma potrebbe essere una opportunità per unire le donne su vasta scala e le femministe che si sono divise anche sulla candidatura di Hilary Clinton.
campagna read my lips
Se le donne non sono riuscite a trovare un accordo su una democratica moderata per eleggere la prima presidente americana, cosa resta? La vagina. E’ successo alla marcia delle donne, che ha sì unito in un movimento, ma ciò non significa che lo abbia fatto nel modo più appropriato. Peraltro lascia fuori le trans, che la vagina non ce l’hanno ma si identificano lo stesso come donne. La strategia retorica con l’obiettivo dell’universalità esclude quindi alcune delle donne più ai margini della società.
vagina itinerante
Il focus anatomico cancella le esperienze femminili: le donne sono parte della società, non solo proprietarie di quella parte del corpo. La protesta della vagina sembra sovversiva invece non fa che rafforzare il fenomeno che intende combattere. Il mezzo non fa che sopraffare il messaggio. E il messaggio è che tutte le donne sono esseri umani.
marcia delle donne a a washington
Le donne combattono ogni giorno con la presunzione di incompetenza, spesso interiorizzata. Devono esistere dei modi più incisivi e più efficaci per sensibilizzare sull’argomento.
MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP ALLA MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP MARCIA DELLE DONNE CONTRO TRUMP