CARLOS GHOSN
Leonardo Martinelli per “la Stampa”
Niente da fare: per l' ennesima volta ieri Carlos Ghosn, ex uomo forte dell' alleanza Renault-Nissan (dal 2016 estesa anche a Mitsubishi), si è visto rifiutare dal tribunale di Tokyo la richiesta di scarcerazione preventiva su cauzione. Il manager, che nel 1999 era stato inviato da Renault in Giappone a gestire Nissan, per poi prendere dal 2005 la guida della casa madre francese e di tutta l' alleanza, si trova in un carcere a Tokyo dal 19 novembre. Dopo la decisione ieri dei magistrati, ci resterà almeno fino al 10 marzo (e secondo il suo avvocato difensore, anche molto di più, fino all' inizio del processo).
Ecco, allora, che la fine del suo «regno» diventa ormai inevitabile. E imminente.
Thierry Bollore CARLOS GHOSN
Per domani è stato convocato da Renault un Cda, che dovrebbe silurare in maniera definitiva il manager, finora sospeso solo temporaneamente.
Anzi, dalle voci che circolavano ieri a Parigi, sembra che Ghosn, vista la situazione, si sia finalmente deciso a dimettersi.
Fonti vicine al manager franco-libanese-brasiliano, citate dal sito del giornale Les Echos, indicavano che Ghosn «non vuole più essere un ostacolo né per Renault, né per l' alleanza». Domani il consiglio d' amministrazione della casa automobilistica potrebbe sancire le dimissioni del manager e procedere alla sua sostituzione.
Ghosn cumulava ai vertici di Renault i due incarichi di presidente e di amministratore delegato. Come ad e, quindi, in qualità di dirigente operativo, dovrebbe essere nominato Thierry Bolloré, 55 anni, bretone discreto, ex numero due di Ghosn e che in questa fase delicata assicura l' amministrazione ordinaria di Renault. Proveniente dal gruppo di componentistica Faurecia, Bolloré è arrivato nella casa automobilistica nel 2012 ed è un grande conoscitore dell' Asia e del Giappone.
JEAN DOMINIQUE SENARD
Come futuro presidente(che in Renault non è mai stato un incarico onorifico, ma determinante nella concezione della strategia), invece, il superfavorito è Jean-Dominique Senard, 66 anni, attualmente presidente di Michelin, incarico che comunque doveva lasciare il prossimo maggio. Di padre diplomatico e madre aristocratica, studi da ragazzo in scuole cattoliche, l' affabile ed elegante Senard rappresenta il «contrappasso» vivente rispetto a un manager dalla fama di squalo come era sempre stato Ghosn.
Senard, in effetti, ha l' immagine di un imprenditore dalla sensibilità sociale, come si addice alla tradizione del colosso degli pneumatici che si è ritrovato a dirigere. Senard è ben gradito ai vertici dello Stato francese, che rappresenta l' azionista di riferimento di Renault (con il 15% del capitale e il 22% dei voti nel cda). È apprezzato soprattutto dal presidente Emmanuel Macron che, durante una recente visita in un sito di Michelin, l' ha definita «un' impresa modello».
Thierry Bollore