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    C’E’ UN CASO PIEMONTE: L’UNICA REGIONE IN ITALIA A TENERE CHIUSI BAR E RISTORANTI NONOSTANTE ‘IL RISCHIO BASSO’ - ALTRI 5 GIORNI DI STOP PER I LOCALI E A GIUGNO RISCHIA DI NON APRIRE I CONFINI - IL MINISTRO SPERANZA: " I NUMERI DEI CONTAGI SONO ANCORA SIGNIFICATIVI, BISOGNA RIAPRIRE CON PRUDENZA, ATTENZIONE E CAUTELA...”


     
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    Carlo Bertini e Lidia Catalano per la Stampa

     

     

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     Il Piemonte di Alberto Cirio resta solo a proseguire ostinato sulla strada della cautela. Fino a venerdì era affiancato da Lombardia e Toscana nel chiedere al «governo indicazioni sulle riaperture uguali per tutti», per provare a frenare le fughe in avanti di Regioni come Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia che premevano per «riaprire tutto e subito», bar e ristoranti compresi.

     

    Poi, nel giro di poche ore, gli «alleati» di Cirio si sono defilati. La prima a fare marcia indietro è stata la Regione guidata dal leghista Attilio Fontana, che è sì in difficoltà con i contagi ma è ancora più preoccupato dall' idea di rimanere indietro e di assumere scelte impopolari verso i cittadini e le imprese. Ieri a malincuore ha invertito la rotta anche il dem Enrico Rossi, che alla fine ha scelto di allinearsi alla maggioranza pur restando convinto che sarebbe stato meglio avviare una ripartenza graduale.

     

    ospizi piemonte ospizi piemonte

    «La mia opinione era e resta diversa ma non voglio che la Toscana sia penalizzata rispetto a un quadro nazionale, di cui comunque, quando a fine mese la circolazione tra le regioni tornerà libera, finirebbe per risentire annullando gli effetti di eventuali interventi più restrittivi».

    E a proposito di spostamenti dal 3 giugno, non è ancora chiaro se si potrà viaggiare tra tutte le regioni.

     

    A rendere chiaro che quella siglata con i governatori è solo una pace temporanea del resto, è la battuta di un ministro vicino al premier, «hanno reclamato tanto l' autonomia e quando se la sono trovata davanti hanno avuto paura».. Perché nessuno potrà scaricare la colpa di una nuova impennata di casi sull' esecutivo nazionale. E stando a quanto trapela dal governo, «è possibile che se i dati resteranno quelli attuali ci si possa spostare ovunque tranne che da Lombardia e Piemonte».

     

    Questo perché i dati aggiornati a ieri mattina del report settimanale sulla situazione dalla fine del lockdown, segnalano la Lombardia nel gruppo del «rischio medio» e il Piemonte, pur tra le 18 regioni a «rischio basso», figura nella parte alta della classifica, tra le realtà territoriali con una «situazione complessa». Se così fosse, ancora per alcune settimane si avrebbe un Paese a due velocità, con le frontiere aperte ma non per le Regioni chiave del Nord. Sarebbe l' ennesimo colpo per Cirio, che dopo l' ultimo confronto di ieri sera con governo ed enti locali si è trovato solo a scegliere ancora la prudenza.

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    Il governatore di Forza Italia deve essere rimasto spiazzato dalla scelta del premier Conte di lasciare agli enti locali la responsabilità di riaprire dal 18 maggio. L' autonomia tanto rivendicata dalle Regioni a guida centrodestra - e ribadita in una lettera di qualche settimana fa al capo dello Stato Mattarella sottoscritta dallo stesso governatore del Piemonte - ora rischia di rivelarsi un boomerang. Non sarà possibile scaricare eventuali colpe di nuove ondate epidemiche su altri. Cirio lo sa. E l' ultima cosa che può permettersi è passare da irresponsabile. Mentre in Veneto Luca Zaia incassava plausi e addirittura veniva consacrato come volto credibile per la leadership del Paese, Cirio era alle prese con i focolai incontrollati nelle Rsa, con la rivolta dei medici di famiglia perché rimasti a lungo inascoltati e sprovvisti di protezioni e con i passi falsi dell' unità di crisi che ha dovuto rattoppare chiamando in aiuto nuovi esperti.

     

    ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA

    Ora che le cose stanno finalmente prendendo un' altra piega Cirio, già scivolato agli ultimi posti nell' indice di gradimento dei governatori, non ha intenzione di «vanificare gli sforzi». Lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza incita a non abbassare la guardia: «I numeri dei contagi sono ancora significativi, bisogna riaprire con prudenza, attenzione e cautela». Dunque, fari accesi da parte del governo, pronto a richiudere tutto. Non appena si dovesse passare ad una situazione ad alto rischio in alcune zone del paese, scatterebbero i blocchi «Su ogni fattore, da R/0, che rappresenta l' indice di contagio, al numero di terapie intensive, ai casi positivi, si accendono delle spie - spiega un responsabile della Cabina di regia nazionale - e quando il livello da basso passasse a medio, quel territorio verrebbe posto sotto osservazione rigorosa: quando poi si sale fino al livello "alto" allora scattano le restrizioni».

    ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA

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