Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per "La Repubblica”
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Donald Trump lo aveva esaltato come il nuovo «Martin Luther King sotto steroidi», invitandolo a parlare sul palco della Convention di Milwaukee. Troppi steroidi, forse, perché adesso Mark Robinson è diventato quanto meno una fonte di imbarazzo per la campagna presidenziale repubblicana, dopo che la Cnn ha pubblicato una serie di messaggi scandalosi postati sul message board di un sito pornografico. Ma siccome Robinson è anche il candidato del Gop alla poltrona di governatore nello Stato chiave della North Carolina, all’imbarazzo si potrebbe aggiungere qualche serio problema elettorale per Trump.
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Mark è un afroamericano che incarna la nuova strategia elettorale di Donald. Ruvido come il mentore, l’attuale vicegovernatore punta a diventare il leader del suo Stato, succedendo al democratico Roy Cooper, già considerato da Kamala Harris come possibile vice. Le implicazioni politiche sono dunque molteplici, non solo perché la North Carolina con i suoi 16 voti elettorali potrebbe decidere la sfida per la Casa Bianca, se Trump la perdesse, ma anche perché Robinson è una delle punte di lancia usate dai repubblicani per scalfire il dominio dei democratici tra gli elettori maschi neri.
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La Cnn ha scoperto che Mark frequentava il sito pornografico Nude Africa , ma invece di accontentarsi di guardare video e foto, partecipava in maniera assidua alle discussioni sul message board con lo pseudonimo “minisoldr”. Tra le altre cose si era definito un «nazista nero», sollecitando la reintroduzione della schiavitù.
Aveva scritto «mi piace guardare i porno dei trans, perché cancellano l’uomo all’esterno lasciandolo all’interno», e aveva ammesso: «Sì, sono un pervertito anch’io ». Poi aveva raccontato di quando a 14 anni in palestra spiava le ragazze che facevano la doccia. I giornalisti hanno scoperto anche che era anche membro del sito Ashley Madison, riservato alle persone sposate in cerca di relazioni adulterine.
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Lui ha smentito di essere l’autore dei messaggi, ma i profili contengono la sua mail e informazioni personali inequivocabili. Quindi ha confermato che non intende ritirare la candidatura. Trump non l’ha sollecitato a farlo, perché non è nel suo carattere e perché le marachelle di Robinson impallidiscono rispetto ad una condanna civile per le molestie sessuali contro la giornalista E. Jean Carroll. La sua campagna tace, però ha sentito il bisogno di dichiarare che «quando gli elettori confronteranno i risultati politici di Trump con quelli di Harris, rivinceremo sicuramente la North Carolina». [...]
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