Estratto dell’articolo di Ruggiero Corcella per il “Corriere della Sera”
ictus
L’uso della stimolazione elettrica per cercare di riattivare le comunicazioni tra diversi distretti nervosi rimasti danneggiati dopo un ictus non è una novità. In uno studio sperimentale condotto dall’Università di Pittsburgh, dalla Carnegie Mellon University e da UPMC (University Pittsburgh Medical Center) e pubblicato ieri su Nature Medicine, questa tecnologia è stata però sperimentata con un approccio diverso per la prima volta su due donne di 31 e 47 anni con risultati preliminari interessanti.
Entrambe hanno recuperato in tempo record l’uso del braccio e parzialmente anche della mano, rimasti paralizzati dopo l’ictus, grazie alla stimolazione elettrica del midollo spinale. […]
ictus 3
La ricerca dimostra che un paio di sottili elettrodi metallici impiantati lungo il collo permettono ai pazienti che hanno subito danni a causa di un ictus di aprire e chiudere completamente il pugno, fino a poter usare ancora una volta forchetta e coltello, di sollevare il braccio sopra la testa o di utilizzare nuovamente le mani, riacquisendo in questo modo la mobilità degli arti superiori e delle zone periferiche e diminuendo la propria invalidità.
ictus
Attualmente non esistono trattamenti efficaci per curare la paralisi nella cosiddetta «fase cronica dell’ictus», che inizia circa sei mesi dopo l’evento. Secondo i ricercatori, la nuova tecnologia rappresenta un importante passo in avanti nel miglioramento della quotidianità dei convalescenti. […] Le valutazioni cliniche hanno dimostrato che la stimolazione delle radici nervose cervicali migliora immediatamente la forza, l’ampiezza di movimento e la funzionalità del braccio e della mano. […]