Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica” - Estratti
SAHRA WAGENKNECHT
Che fretta c’è di scrivere un programma, se fondi un partito? Nessuna, se ti chiami Sahra Wagenknecht e sei stata per decenni la stella polare della sinistra radicale ma poi hai deciso di scagliarti contro i migranti e la Nato, di diventare il megafono della propaganda di Putin, di dichiarare i Verdi il tuo nemico antropologico e hai perso ogni pudore anche nel presentarti in piazza con l’estrema destra.
Non hai bisogno di programmi perché il tuo programma è strappare elettorato all’estrema destra. L’ex leader della Linke ha presentato la sua nuova creatura, tutta ritagliata su di sé, “Buendnis Sahra Wagenknecht” (Btw), ma ha promesso che nei prossimi mesi regalerà alla forza politica un nome più generoso. E un programma.
Tanto i tedeschi conoscono le recenti giravolte dell’ex leader della sinistra, e un quinto degli elettori sta considerando la possibilità di votarla. Wagenknecht ha dichiarato il suo obiettivo: «Siamo un indirizzo serio» per l’elettorato dell’AfD. Ovvero, un partito fondato sulle parole d’ordine populiste della sua leader che punta ad attirare, intanto, gli arrabbiati.
SAHRA WAGENKNECHT
Da ieri la pifferaia magica “rossa” è a caccia di transfughi dall’estrema destra. E ha fugato ogni dubbio sul suo collocamento nello spettro politico: la sinistra non è associata più alla giustizia sociale, «ma a questioni di gender». Meglio la destra. Wagenknecht indossava ieri un vestito rosso per il suo clamoroso comeback: a tutti è sembrato solo un malinconico indizio del suo passato.
Gli elettori potenziali di Bsw, secondo alcuni studi, sono soprattutto donne, persone in là con gli anni e i tedeschi dell’Est. E Wagenknecht si butta nell’agone politico in un anno cruciale. Si vota per le europee a giugno, ma soprattutto in tre land dell’Est in autunno: Sassonia, Turingia e Brandeburgo. Lì l’Afd vola nei sondaggi. E secondo alcuni calcoli, l’ultradestra potrebbe aspirare persino a governare da sola, in Turingia. Un incubo, aggravato dalla prospettiva che diventi governatore l’anima nera del partito, Bjoern Hoecke. La buona notizia è che Wagenknecht potrebbe strappargli voti. La cattiva è che le loro parole d’ordine sono spesso le stesse.
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Ieri Wagenknecht è tornata ad attaccare il governo Scholz per il sostegno all’Ucraina: la Germania è rea di essere diventata la «principale fornitrice » di sostegni a Kiev per «una guerra che non può essere vinta».
La leader di Bsw recita la solita litania sulla necessità che si facciano tacere le armi e si arrivi a un negoziato di pace e definisce“pazzi” coloro che chiedono a Berlino di sbloccare le forniture di missili a lungo raggio Taurus. Per ora Wagenknecht esclude ogni alleanza con l’Afd: vuole cercare una convergenza con la Linke e l’Afd. Ma quanto somigli alla destra lo si evince anche dal modo in cui si scaglia da mesi contro i Verdi, definiti “ipocriti”, “arroganti” e persino «il partito più pericoloso del Bundestag ».
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