1. PARLAMENTO DI KIEV HA VOTATO, SYBIHA NUOVO MINISTRO ESTERI
Andriy Sybiha
(ANSA-AFP) – La Verkhovna Rada ha votato per nominare nuovo ministro degli Affari esteri dell'Ucraina Andriy Sybiha. 258 parlamentari hanno votato a favore della decisione in questione. Lo riporta Rbc Ukraine. Poco prima il Parlamento ucraino ha accettato le dimissioni del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba: lo ha annunciato il deputato Yaroslav Zheleznyak, aggiungendo che 240 deputati su oltre 450 hanno votato per accettare le sue dimissioni. "Il Parlamento ha destituito Dmytro Kuleba dalla carica di ministro degli Affari esteri", ha detto Zheleznyak.
2. VIA MILITARI IN VISTA E ALLEATI TENTENNANTI COSÌ ZELENSKY ACCENTRA IL POTERE
Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
VOLODYMYR ZELENSKY AL FRONTE TRA I SOLDATI
«Autunno, cadono le foglie». Maria Zakharova gongola. Per la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, il massiccio rimpasto nel governo ucraino è un segnale di debolezza. «I rami restano nudi». A Kiev, invece, si parla di normale avvicendamento, della necessità di «ottimizzare» e avere «nuove energie». […]
La potatura di 4 ministri, due sottosegretari e altrettanti boiardi accorcia la catena di comando, sveltisce le decisioni, facilita lo sforzo bellico. Il presidente Volodymyr Zelensky rafforza il suo ruolo di unico uomo al comando. E con lui, la linea dura verso la Russia non si discute. A lasciare la poltrona sono quelli che dubitano, che avrebbero la tentazione di trattare un compromesso.
Dmytro Kuleba
L’«ufficio presidenziale» di Zelensky, nel centro di Kiev, poco sopra piazza Maidan, super protetto da batterie anti missile, ormai conta molto più del governo e del Parlamento messi assieme. È lì, tra pochissimi uomini, che si prendono le decisioni strategiche compresa quella di continuare e come la guerra. Tutti gli altri, ministri, militari, intelligence devono realizzare i piani pensati dal presidente e i suoi.
volodymyr zelensky con i primi f 16
In Ucraina oggi oltre a Zelensky contano davvero solo il capo dell’amministrazione presidenziale, Andriy Yermak, e il capo dei consiglieri Mykhailo Podolyak. Il primo era regista e produttore quando Zelensky era un attore, il secondo, ex giornalista, è l’artefice dell’efficacissima comunicazione di guerra.
In questi oltre due anni dall’invasione l’ex comico ha saputo eliminare via via tutti i possibili concorrenti. Ha cominciato con i partiti politici, ha proseguito con gli oligarchi per poi passare ai militari più in vista e chiudere con i collaboratori tentennanti, come forse questi ultimi ministri dimissionari. Tutto grazie al nazionalismo di guerra, a quello «stringersi attorno alla bandiera» […]
KULEBA E BLINKEN MANGIANO DA MC DONALD S A KIEV - 1
I partiti politici sono stati messi fuori gioco subito con la Legge marziale. Sospese le elezioni e punita col carcere qualunque dichiarazione contraria all’interesse nazionale. Risultato: fuorilegge 11 partiti «filorussi» e silenziati tutti gli altri. Gli oligarchi hanno avuto vita appena poco più lunga. Zelensky ha tolto la cittadinanza ai dieci ucraini più ricchi compreso Igor Kolomoisky, suo «mentore». Fu Kolomoisky a finanziare la serie tv Servitore del Popolo che lanciò la candidatura presidenziale dell’attore. […]
Ancora più complesso è il rapporto tra Zelensky e i siloviki: militari, servizi segreti, polizia. Tra 2023 e 2024 Zelensky ha silurato il ministro della Difesa Olekseij Reznikov e il capo di stato maggiore Valeriy Zaluzhny che con la sua popolarità rischiava di fargli ombra. Come l’ex consigliere militare Oleksiy Arestovych, anche Zaluzhny aveva mostrato un certo interesse al compromesso con Mosca. Per qualcuno anche il ministro degli Esteri Kuleba, dimissionato ieri, avrebbe tentennato. […]
3. LA UE INTERVIENE SUL CAPO DELL’ENERGIA: UN ERRORE COSTRINGERLO A DIMETTERSI
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Charles Michel volodymyr zelensky ursula von der leyen
Per la prima volta dall’inizio della guerra, una scossa da parte di Volodymyr Zelensky alle strutture del potere a Kiev mette a nudo tensioni con l’Unione europea e altri sostenitori internazionali. I contrasti tra l’altro coincidono con una fase delicata, perché la Russia continua a bombardare obiettivi civili in Ucraina e intanto le forze di Mosca avanzano nel Donbass.
[…] Emblematica di queste incomprensioni è la lettera che pochi giorni fa è arrivata sul tavolo di Denys Shmyhal, il primo ministro ucraino. A firmarla sono l’ambasciatrice dell’Unione europea nel Paese Katarína Mathernová, la direttrice per l’Europa della International Finance Corporation (Banca Mondiale) Ines Rocha e Arvid Tuerkner, direttore generale Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. I tre rappresentano organismi che estendono prestiti o donazioni all’Ucraina per centinaia di miliardi di dollari […]
Volodymyr Kudrytskyi
La lettera […] mira con la massima forza a un obiettivo preciso: prevenire la rimozione di Volodymyr Kudrytskyi dal ruolo di presidente esecutivo della società di Stato dell’energia Ukrenergo.
Martedì, due giorni dopo l’invio della lettera, è diventato chiaro che l’iniziativa dei tre emissari internazionali è fallita.
Kudrytskyi — apprezzato capo azienda di Ukrenergo dal 2020, considerato fra i manager più capaci, rispettati e incorruttibili — si è dimesso proprio nel momento del massimo sforzo per impedire che in inverno parte della popolazione si trovi in case inabitabili per il freddo dopo i bombardamenti russi sulle reti di energia.
volodymyr zelensky - vertice nato a washington
Eppure l’ambasciatrice europea Mathernová e i suoi colleghi domenica non avevano certo risparmiato i colpi. I tre parlano della loro «seria preoccupazione» per l’imminente licenziamento e minacciano: «Un simile evento metterebbe in pericolo la nostra capacità collettiva di sostenere Ukrenergo e altre misure prioritarie per la vitale sicurezza energetica dell’Ucraina».
I rappresentanti dei creditori e donatori occidentali sollevano poi anche un altro problema sulla trasparenza della gestione dell’azienda di Stato ucraina. La Banca mondiale e altri organismi internazionali hanno prestato centinaia di milioni a Ukrenergo, ricordano, a condizioni agevolate — e garantiti dell’Unione europea — a patto che l’azionista pubblico di controllo nominasse un consiglio di supervisione di indipendenti. Queste nomine, osservano i rappresentanti occidentali, non sono mai arrivate. Eppure il licenziamento di Kudrytskyi in teoria sarebbe stato «responsabilità esclusiva» del consiglio di sorveglianza, lo stesso che Kiev ha lasciato sguarnito.
Volodymyr Kudrytskyi
[…] gli occidentali stanno cercando di vincolare i loro aiuti all’Ucraina a principi di trasparenza, gestione efficiente e rinuncia alle interferenze politiche. E nel caso di Ukrenergo, che pure è vitale per la tenuta del Paese nel terzo inverno di guerra, sembrano poco ascoltati.
Eppure la fase che si sta aprendo è delicatissima: il Cremlino non allenta la pressione e non esita a fare ricorso sistematico a crimini di guerra contro i civili per indebilire la tenuta dell’Ucraina e del suo governo. Zelensky e i suoi alleati occidentali hanno bisogno ora più che mai di lavorare insieme. Senza eccessi di accentramento del potere a Kiev, né esitazioni negli aiuti da parte delle capitali europee. Ma questa, almeno per ora, è solo la teoria.
VOLODYMYR ZELENSKY AL FRONTE TRA I SOLDATI charles michel volodymyr zelensky burgenstock, svizzera summit sulla pace ursula von der leyen e volodymyr zelensky summit per la pace svizzera Andriy Sybiha