DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Alberto Dolfin per “La Stampa”
C' è chi il triplete lo sogna per una vita e chi ormai lo firma a ogni Europeo. Ci ha preso gusto Simona Quadarella, dominatrice incontrastata del mezzofondo continentale a stile libero da tre anni a questa parte, grazie ai sei titoli consecutivi conquistati tra Glasgow 2018 e Budapest 2021. Dopo aver dominato 800 e 1500, la ventiduenne romana si è presa anche i 400, proprio come fece in Scozia, con una facilità disarmante in acqua.
Sei vittorie di fila Poi, una volta fuori, lascia fluire una cascata emotiva. «Piango per un mix di sentimenti e perché in video c' era mia sorella che non vedo da tantissimo tempo - spiega riferendosi all' immagine proiettata sul maxischermo dagli organizzatori per far sentire i nuotatori in vasca meno soli vista l' assenza di pubblico -. È grazie a lei se nuoto e se sono diventata quello che sono adesso.
Avevo un po' più di paura e mi sentivo meno sicura rispetto a Glasgow, perché un po' le pressioni le sentivo, ma volevo fare una bella figura. Ho vinto di cattiveria e sono contenta: queste medaglie mi danno una carica incredibile per Tokyo».
Parla da veterana, nonostante in Giappone sarà soltanto alla sua prima Olimpiade, ma SuperSimo è così, senza nessuna paura del confronto di cui tutti parlano con la cannibale Katie Ledecky, che lei ha già messo a dura prova due anni fa ai Mondiali di Gwangju, conquistando l' argento alle sue spalle negli 800, dopo aver trionfato nei 1500 in cui la statunitense aveva dato forfait a causa di un virus.
Quadarella superstar di un' Italia a forte trazione femminile nell' ultima giornata di gare alla Duna Arena, con gli ori della straripante Benedetta Pilato nei 50 rana e di Margherita Panziera, che si conferma padrona europea dei 200 dorso (già d' oro a Glasgow), 24 ore dopo aver nuotato per due volte la finale dei 100 coronata con l' argento.
Non sono del metallo più prezioso ma brillano anche i bronzi delle due staffette miste, maschile e femminile, soprattutto quest' ultima trascinata da un' inesauribile Federica Pellegrini che, alla fine, lascia Budapest con 5 medaglie: 1 nella gara individuale che non doveva nuotare, 4 nelle staffette sempre più in crescita. Nel mezzo splende l' argento di Alberto Razzetti nei 400 misti, che va ad aggiungersi al bronzo già conquistato sulla mezza distanza. Ventisette medaglie complessive tra le corsie, cinque più di Glasgow: l' Italia fa rotta su Tokyo.
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