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    C’È UN PRECEDENTE CHE PUÒ AIUTARE IL BANANA: IL RADICALE D’ELIA, INTERDETTO A VITA MA POI RIABILITATO


     
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    Francesco Grignetti per "La Stampa"

    sergio d'eliasergio d'elia

    Condannato e ineleggibile a vita, eppure, accettando la pena e dopo un periodo di affidamento in prova ai servizi sociali, riabilitato e deputato. C'è un precedente negli annali parlamentari che dovrebbe interessare molto Silvio Berlusconi: la riabilitazione, con conseguente agibilità politica, del radicale nonché ex terrorista Sergio D'Elia. D'Elia fu eletto alla Camera nel 2006 nonostante in gioventù fosse stato condannato a 25 anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

    Uno che conosce bene la sua storia è l'ex ministro berlusconiano della Giustizia Franco Nitto Palma. Si era nell'estate del 2007, nel pieno delle polemiche sulla decadenza di Previti, e Nitto Palma polemizzava così contro la sinistra: «La maggioranza non ha avuto problemi ad eleggere segretario di presidenza della Camera Sergio D'Elia nonostante questi abbia visto venir meno l'interdizione perpetua dai pubblici uffici solo all'esito dell'affidamento in prova ai servizi sociali».

    ANTI BERLUSCONI DAVANTI ALLA CASSAZIONEANTI BERLUSCONI DAVANTI ALLA CASSAZIONE

    Ecco, appunto, quello di D'Elia è il caso di una persona riabilitata pienamente dalla pena e dall'affidamento in prova ai servizi sociali. D'Elia, giovane dirigente del gruppo terrorista Prima Linea, arrestato a Firenze nel 1977, fu condannato da un tribunale della Repubblica dapprima a 30 anni, poi a 25 anni di carcere, e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

    LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI FRANCESCO NITTO PALMALA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI FRANCESCO NITTO PALMA

    Nel tempo ha fatto pubblicamente i conti con la sua storia. Nel 1986 si converte alla non-violenza, si iscrive al partito radicale e dal carcere lancia un appello: «Ci dispiace tremendamente di aver fatto la lotta armata, ma, se questo è possibile, ci dispiace ancora di più di non aver fatto sin da subito la democrazia». Da allora si impegna con i radicali e soprattutto con l'associazione «Nessuno tocchi Caino» nella campagna contro la pena di morte.

    berlusconi previti novberlusconi previti nov

    Il suo debito con la società è realmente pagato, tanto che nel 2000 il tribunale di Roma lo «riabilita», cancellando la pena accessoria dell'interdizione e restituendogli l'eleggibilità. Viene eletto nel 2006 e svolge onestamente il suo mandato, fino a diventare segretario della presidenza della Camera. Fu investito da polemiche feroci. «Se c'è un caso in cui l'obiettivo costituzionale della pena, la rieducazione, ha funzionato, questo è il caso», lo difese il collega Natale D'Amico. D'Elia non fu ricandidato nel 2008 dal Pd.

     

     

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