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    “C’ERA ODORE DI DROGA E LI HO VISTI INSIEME MEZZI NUDI NEL LETTO, MA NON VOLEVO UCCIDERLO” – A CALCATA, VICINO VITERBO, UN 40ENNE TROVA LA FIGLIA DI 16 ANNI A LETTO COL FRATELLO E SCAPOCCIA. L’UOMO HA SFERRATO UN CALCIO AL PARENTE FACENDOLO PRECIPITARE DAL BALCONE SPROVVISTO DI RINGHIERA (IL 35ENNE È FINITO ALL’OSPEDALE CON UNA FRATTURA) – IL 40ENNE, CHE È STATO ARRESTATO, PROVA A DIFENDERSI: "È STATO UN INCIDENTE. NON VOLEVO UCCIDERLO, TANTO CHE HO CHIAMATO I SOCCORSI" – MA LA FIGLIA HA RACCONTATO UNA STORIA DI MALTRATTAMENTI…


     
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    Andrea Ossino per www.roma.repubblica.it

     

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    “Li ho visti insieme, mezzi nudi nel letto e mi sono infuriato, ma non volevo uccidere mio fratello”. Si è difeso così il quarantenne accusato di aver tentato di uccidere il parente dopo averlo sorpreso nello stesso letto della figlia di 16 anni. Una difesa che non ha convinto il giudice: l’arresto è stato convalidato, anche se le rivelazioni dell’uomo durante l’interrogatorio di garanzia aprono nuovi scenari investigativi.

     

    Durante il faccia a faccia con gli investigatori l’uomo infatti ha detto di aver sentito “odore di droga” in casa e ha ripercorso quanto accaduto la mattina del 25 maggio a Calcata, borgo di 900 anime alle porte di Viterbo, quando un 35enne è finito in ospedale dopo un volo di 3 metri dal balcone.

     

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    A tentare di ucciderlo è stato il fratello, che gli ha anche tirato alcuni vermi che custodiva per pescare. Perché quando ha notato l’uomo che dormiva nello stesso letto della figlia è andato su tutte le furie. È nata una colluttazione e l’uomo ha sferrato un calcio al fratello, facendolo precipitare dal balcone che in quel momento era sprovvisto di una ringhiera a causa dei lavori di ristrutturazione dell’immobile.

     

    “Non volevo buttarlo dal balcone, è stato un incidente. Non volevo ucciderlo, tanto che ho chiamato i soccorsi”, ha spiegato l’uomo. Poco cambia: al ragazzo sono stati diagnosticati 39 giorni di prognosi per una una “frattura da scoppio calcaneare destro e sinistro”. La vittima però non ha denunciato. La faccenda è venuta alla luce alcuni giorni dopo, quando l’indagato è salito sullo stesso autobus sul quale viaggiava la figlia.

     

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    Ha iniziato a minacciarla e arrivati dalle parti di Saxa Rubra le ha anche puntato una lametta alla gola. La ragazzina però è riuscita a scrivere un messaggio ad alcuni parenti, quindi la vicenda è arrivata alle orecchie dei poliziotti del reparto volanti. L’uomo è stato fermato e la figlia, ascoltata grazie al supporto degli specialisti, ha narrato una storia di maltrattamenti, tratteggiando l’immagine di un padre violento e raccontando cosa era accaduto allo zio qualche giorno prima.

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    I poliziotti sono quindi andati in ospedale e hanno riscontrato la versione della ragazza. Adesso però l'indagato si difende aggiungendo due elementi fino a questo momento inediti: a suo dire zio e nipote, contrariamente a quanto dichiarato da quest’ultima, sarebbero stati sorpresi a letto senza abiti.

     

    E poi c’è la droga, la cui presenza, se accertata, potrebbe costare caro, visto che a consumarla, secondo l’indagato è stata una minorenne. Al momento si tratta solo di frasi dette da un uomo accusato di tentato omicidio, una persona che adesso si trova nel carcere di Regina Coeli.

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