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    A LAMPEDUSA L’ACQUA SA DI CACCA – L’IMPIANTO DI DEPURAZIONE NON FUNZIONA DA PIÙ DI SEI ANNI ED È STATO SEQUESTRATO: CI SONO TREDICI INDAGATI, TRA CUI IL SINDACO TOTÒ MARTELLO E L'EX PRIMO CITTADINO GIUSI NICOLINI, ICONA DEL PD PER LE POLITICHE DI ACCOGLIENZA – MIGRANTI E TURISTI COSTRETTI A BERE L’ACQUA IN BOTTIGLIA, QUELLA CHE VIENE DAL RUBINETTO È PIENA DI…


     
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    Alberto Samonà per Libero Quotidiano

     

    il mare di lampedusa 1 il mare di lampedusa 1

    Acque limpide, pure e cristalline? A Lampedusa, dove il mare è uno dei più puliti d'Italia, questa è la regola, ma le cose sarebbero ben diverse se si butta l'occhio sulla rete idrica e sugli impianti di depurazione delle acque. In questo caso la situazione diventa drammatica e rischiosa per la salute pubblica, visto che l'acqua presenta livelli di inquinamento da batteri fecali diecimila volte superiori ai limiti di legge, con un impianto di depurazione vecchio e non funzionante da oltre sei anni.

     

    Una condizione da terzo mondo, che ha fatto scattare il sequestro del depuratore dell'isola e una sfilza di avvisi di garanzia, in tutto tredici. E fra gli indagati ci sono anche nomi eccellenti, dall' attuale sindaco Totò Martello all' ex primo cittadino Giusi Nicolini, divenuta negli anni icona Pd per le politiche di accoglienza dei migranti sull' isola.

     

    GIUSI NICOLINI SINDACO LAMPEDUSA GIUSI NICOLINI SINDACO LAMPEDUSA

    Peccato che quegli stessi migranti, oltre ai tanti turisti che nel periodo estivo affollano questa perla delle isole Pelagie, erano e sono costretti a bere l' acqua confezionata in bottiglia, visto che l' acqua corrente, quella che esce dai rubinetti, è imbevibile.

     

    ANTICHI DISAGI

    Un problema non certo di oggi, su cui la procura agrigentina ha da tempo avviato un'indagine, della quale si sono occupati i carabinieri del centro Anticrimine natura del comando provinciale di Agrigento e la Guardia costiera, che dal 2015 monitorano senza sosta il depuratore e gli impianti collegati.

    il mare di lampedusa il mare di lampedusa

     

    I reati contestati sono gravissimi: inquinamento ambientale, falso, truffa, omissione d' atti d' ufficio e frode in pubbliche forniture. In pratica dal 2012 l'impianto di depurazione di Lampedusa è fermo. Per questa ragione, il comune dell'isola aveva ottenuto, grazie ai contributi per l'insularità, la somma di 8 milioni di euro, che sarebbe dovuta servire a finanziare i lavori di sistemazione del depuratore in un periodo non superiore a due anni. Macché, da allora la situazione è ulteriormente peggiorata, perché evidentemente chi avrebbe dovuto intervenire non lo ha fatto.

     

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    «Quella di Lampedusa è una situazione che teniamo d'occhio da tempo», spiega il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio, «dal 2012 il vecchio depuratore non funziona più e negli anni la condizione è divenuta sempre più grave: le opere che dovevano essere effettuate non sono state realizzate. Venivano utilizzate impropriamente le vasche del vecchio e del nuovo depuratore e un tubo, una sorta di collettore, che spande in acqua i rifiuti melmosi».

     

    COLLETTI BIANCHI

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    A finire nel mirino degli investigatori, oltre ai due pubblici amministratori, vi sono diversi colletti bianchi, dirigenti della Regione siciliana e del comune di Lampedusa, e titolari delle imprese che avrebbero dovuto sistemare l'impianto di depurazione. Indagati l' ex direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione siciliana, Maurizio Pirillo; il direttore dei servizi attuativi del servizio idrico della Regione, Felice Ajello; Salvatore Stagno, responsabile unico del procedimento sul rinnovo del depuratore; i direttori dei lavori Giuseppe Tornabene e Giuseppe Dragotta; gli ex dirigenti dell' Ufficio tecnico comunale Manlio Maraventano, Calogero Fiorentino e Francesco Brignone; Sonja Nunziatina Cannizzo, amministratore della società che avrebbe dovuto realizzare il nuovo depuratore, insieme al direttore tecnico della stessa impresa Luigi Fidone, e a Giovanna Taormina, rappresentante della società titolare delle attività di conferimento dei rifiuti, accusata di avere realizzato una discarica abusiva.

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    IL SINDACO

    «In questa vicenda i lampedusani sono parte lesa», dice il primo cittadino Totò Martello, «ed io, insieme con loro, sono il primo a chiedere che sia fatta piena luce».

    «È nostra preoccupazione far partire la stagione estiva per cui abbiamo impartito al Comune delle direttive che se verranno rispettate, probabilmente, riusciranno a contenere l'inquinamento ambientale, altrimenti poi si procederà con un amministratore giudiziario», ha concluso il primo cittadino. E speriamo che lo scandalo dell'acqua non vada ad influenzare l' imminente arrivo della stagione balneare.

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