Emilio Pucci per “il Messaggero”
giuseppe conte a mezzora in piu 1
Torna l'incubo comunali per il Movimento 5 stelle. Dopo aver toccato il punto più basso di sempre alle amministrative dello scorso anno (in media tra il 2 e il 4 per cento dei consensi), l'emorragia di voti prosegue anche con un Giuseppe Conte ormai stabilmente al comando. Anche stavolta infatti, è solo l'alleanza con il Partito Democratico a tamponare in parte la disfatta.
Se tra i 13 capoluoghi alle urne l'intesa non è sufficiente già al primo turno a Latina (commissariata e ora in mano al centrodestra), a Brindisi e Pisa i giallorossi correranno da sfavoriti al ballottaggio. Situazione lievemente migliore nella Puglia dell'ex premier. Nel brindisino ad esempio, a Ostuni, il dem Angelo Pomes si è imposto anche grazie al sostegno grillino.
Stefania Padula
Va peggio invece a Pomezia, uno dei comuni simbolo dell'ascesa iniziata nel 2013. Dopo dieci anni ininterrotti di governo pentastellato, la cittadina laziale è infatti passata di mano già al primo turno. L'esponente del centrodestra Veronica Felici ha sconfitto non solo la dem Eleonora Napolitano, ma anche - appunto - la grillina Stefania Padula. In pratica il vessillo del "vaffa" grillino non si ammaina del tutto solo a Boscoreale e Cercola.
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In pratica le elezioni di ieri e domenica sono l'ulteriore conferma che le comunali rappresentano un vero e proprio tallone di Achille per il Movimento 5 stelle. La prima analisi della sconfitta stavolta tocca alla vicepresidente del Senato Mariolina Castellone che ha puntato il dito sull'astensionismo: «Queste elezioni amministrative confermano la poca partecipazione al voto, sintomo del distacco tra cittadini ed istituzioni. Per invertire la rotta bisogna partire dall'ascolto e coinvolgere i cittadini, soprattutto i giovani, a prendere parte alla vita della propria comunità, perché confrontarsi con chi vive i problemi dei nostri territori vuol dire trovare soluzioni che siano costruite assieme e quindi condivise».
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Fattore contro cui si era scagliato l'ultima volta anche lo stesso Conte. «Le amministrative sono state sempre state un tabù per M5S, a parte qualche tornata come a Torino e Roma. Però non sono qui per nascondermi dietro questa costante storica per il Movimento» aveva detto il presidente M5S dopo il voto di giugno scorso, correndo poi al riparo con tanto di annunciata riorganizzazione interna, specie per quanto riguarda le articolazioni territoriali.
LA RICETTA
Una ricetta che però non sembra affatto aver funzionato. Così come non sembrano averlo ripagato l'impegno profuso sul territorio né la strategia di evitare nella maggior parte dei casi l'abbraccio con il Partito democratico di Elly Schein. L'alleanza con i dem è stata perseguita solo a macchia di leopardo nella convinzione che almeno fino a dopo le Europee occorra che ogni forza politica all'opposizione intraprenda la sua strada in solitaria
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ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE schlein conte