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    CAFONA PENTASTELLATA - LA GRILLINA VA A RIPETIZIONE DALLA VEDOVA MORAVIA E MANCO RINGRAZIA (DOVE ANDREMO A FINIRE?)


     
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    Luca Mastrantonio per
    http://criticalmastra.corriere.it/2013/08/12/la-grillina-grande-a-ripetizione-dalla-vedova-moravia/

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    È sempre difficile il rapporto tra grillini e intellettuali del Pd. Beppe Grillo li copre di insulti, loro si sentono superiori. Prendiamo la scrittrice Carmen Llera Moravia, pasionaria del Pd con calo del desiderio politico, come spiega a Marco Filoni sul «Il Fatto quotidiano». Il Pd, dice, è un «partito di defunti» che «non seduce» più - almeno rispetto ai tempi della sua liaison con Piero Fassino.

    CARMEN LLERACARMEN LLERA

    E i Cinque stelle? Peggio, dice annoiata la vedova di Alberto Moravia: «Sono "normali" e senza cultura»; un amico simpatizzante le ha chiesto di «fare ripetizioni a una deputata grillina», cui lei ha «spiegato per filo e per segno cosa stava succedendo» in Siria. Quella «alla fine se ne è andata senza nemmeno ringraziare».

    Chi è l'ingrata? Llera Moravia dice che fa parte della Commissione esteri della Camera, restringendo a due le candidate: Maria Edera Spadoni e Marta Grande. Contattata al telefono, Grande conferma l'incontro ma precisa: «Un amico in comune mi aveva detto che Carmen Llera aveva informazioni da darci, sui siriani in Italia, riguardo certi problemi con le case che hanno lì. Non sapevo - ironizza - di essere andata a ripetizione». Anche perché, immaginiamo, avrebbe chiesto una ricevuta.

    CARLO ROSSELLA CARMEN LLERACARLO ROSSELLA CARMEN LLERA

    Maggiani e il barbaro Putin
    Lo scrittore Maurizio Maggiani, fervente anti-grillino, in prima pagina sul «Secolo XIX» ieri lanciava un appello per boicottare le Olimpiadi invernali nella Russia del «barbaro Putin», dove è stata approvata una legge che punisce chi fa «propaganda» gay in presenza di minori; roba, dice Maggiani, che neanche ai tempi dell'Urss (dove in realtà l'omosessualità era perseguita come un reato).

    marta grandemarta grande

    Poi però ci ripensa, perché l'Italia sui diritti gay non può insegnare niente a nessuno, dice, per colpa dei neo-ortodossi come Beppe Fioroni: «Quasi quasi - conclude - mi rimangio l'appello al boicottaggio», per auspicare la «più sperimentata soluzione intermedia» della bandiera olimpica, da usare al posto di quella nazionale. Si può essere gay-friendly, ma si resta intimamente democristiani.

     

     

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